martedì 27 agosto 2019

Sono una fava.  

E' che dovrei farmi un pò più gli affari miei che non entrare in polemica. O farmi prendere da questo mio personale viziaccio di interessarmi dei problemi altrui. Non sono uno che dice "me ne frego". Io sono uno da "mi interesso".

E però si, ci sono dei casi per i quali fregarsene va bene, e con alcuni è pure doveroso dire "e allora fai un pò come ca**o ti pare. Io me ne sbatto"

Grosso

Massiccio

Inca**ato

Il cugino orso di Boris Johnson. Lo zio carogna di Nigel Farage. Entra con la rabbia di Riccardo III quando non trova un cavallo. Indossa una camicia che l'ultima volta che venne lavata, sul trono inglese c'era ancora un uomo.

E appoggia i gomiti sul banco.

-Voglio bere- in perfetto accento british.

Abbiamo il bar, ma a quest'ora è chiuso. Gli dico di provare fuori. Senza degnarmi di una risposta, esce.

Rientra dopo un'oretta, inondando la hall dei vapori di una distilleria irlandese. Prende la chiave poi indica il bar, immerso nell'oscurità. Come lo era prima, d'altra parte. Gli dico che è chiuso.

-Senti, lo so che te hai un bar, laggiù al buio. E so che c'è un frigo. E so che nel frigo ci sono le birre. Io ho bisogno di una di quelle birre-

Testuale, tradotto dall'inglese.

Dire che sono sorpreso è poco. Conosce l'albergo. Ma è colmo di alcool fino all'inverosimile, se gli fanno il test la macchinetta esplode. Non mi va di riempirlo ulteriormente, se poi sta male?

Ma lui insiste.

Io dico: -E' chiuso-

E lui: -io non mi muovo di qui fino a che non mi dai una birra-

Veramente, non so cosa fare o dire. Non mi ero mai trovato di fronte a una tale determinazione.

Mi incattivisco anche io. Sguardi arrabbiati, seri, pesanti. Da parte di entrambi. E va bene, se la metti così, tanto peggio per te. Se ci tieni proprio tanto a ridurti in queste condizioni, chi sono io per impedirtelo? Mi avvio verso il bar.

-You are sweet- sei gentile, mi dice lui.

-You are drunk- sei ubriaco, gli rispondo io. E lui ride.

Apro il frigo, prendo la birra, la stappo e gliela porto.

-Io ho delle responsabilità, nei confronti dei clienti-

-E lo apprezzo tantissimo, sul serio. Fai bene il tuo lavoro. Ma io voglio la birra. Non posso dormire se non ho la mia ultima birra. Puoi segnarmela sulla camera-

Puoi scommetterci che lo farò.

4 notti di lavoro io, 4 giorni di soggiorno lui. E ogni notte, puntuale, rientrava alle 2 e chiedeva una birra. Rientrando in condizioni pietose.

Mi sono sentito un avvelenatore. Provo tutt'ora, dopo già qualche mese, un discreto senso di colpa. Certo, non sono affari miei, tanto peggio per te, ma io mi preoccupo. Mi dispiace.

A volte questo lavoro è un serio tormento.

martedì 13 agosto 2019

I turisti americani, quelli belli.

Grandi, grossi e paciocconi. Sovralimentati a quantità abnormi di proteine animali e bibite zuccherate, ma con una simpatia e una carica umana forte, unica. Quegli americani che sono simpatici e divertenti. Con battute folgoranti, e che spesso noi non capiamo perchè, anche se abbiamo studiato inglese da una vita, lo abbiamo fatto dalla penisola, e quindi tante cose le perdiamo. Non riusciamo ad afferrarle. Ed è un peccato.

Quegli americani a cui, ammettiamolo, dobbiamo la nostra cultura attuale. Perchè la settima arte ha raggiunto il massimo, sia come qualità alta che anche come qualità scadente -il trash- solo negli States. E dobbiamo molto, a loro. La nostra vita stessa è permeata dal cinema americano.

Un pomeriggio rientra in albergo questa coppia americana. Grande e grossa.

La signora prende la chiave e va in camera. Il marito si ferma un attimo a riposare su uno dei divani della hall. Perchè è una calda giornata estiva, di quelle afose come solo a Firenze può essere. E dopo la camminata dai musei all'albergo, ha necessità di riposo. Non riesce neanche a fare l'ultimo sforzo per andare su in camera.

Ha una maglietta con una scritta inconfondibile.

Faccio una cosa che, sul lavoro, non andrebbe mai fatta, ma in questo caso più che giustificata: prendo il cellulare. Lui capisce subito, neanche ho bisogno di chiederglielo. Stira la maglietta bene, affinchè si legga. Scatto.

Bisogna me la procuri anch'io, una maglia così. Ma con la scritta in toscano: "io sono i'tu babbo"