domenica 31 dicembre 2023

Voglio fare gli auguri di buon anno.

Li voglio fare a tutti quelli che, come il sottoscritto, lavorano in albergo, nelle strutture ricettive. I grandi alberghi, i B&B, i motel.

Auguri alle cameriere, che svolgono un lavoro duro, pesante, faticoso. Con camere ridotte a immondezzai da gente che l’avrà pure pagata, ma perché imbrattarla o riempirla di spazzatura o lordare ovunque? E queste colleghe che si danno da fare a igienizzare bagni e rifare letti per finire il turno distrutte dalla stanchezza con paghe veramente misere (che poi, da dove viene questa cosa per cui solo le donne rifanno le camere? Anche noi maschietti siamo capaci)

Auguri a facchini e manutentori, che devono pulire le zone comuni e buttare chili di spazzatura, oltre che effettuare le piccole riparazioni, imbiancature, tutte quelle piccole attenzioni necessarie.

Auguri al personale di sala. Quelli delle colazioni, che devono alzarsi molto presto per fare apertura, e poi devono continuamente rifornire il buffet per soddisfare uno sciame di cavallette. Che spesso prende chili di roba che poi lascia nel piatto, cibo sprecato solo perché si può prendere liberamente. Auguri a quelli del ristorante, per gli alberghi che lo hanno. E quindi anche ai cuochi, aiuto-cuochi, lavapiatti e inservienti vari. Che oltre a preparare pietanze devono anche fare attenzione all’igiene e alla pulizia della cucina.

Auguri al personale del ricevimento, che fanno capo a tutto l’albergo e devono gestire prenotazioni, contare incassi e a volte accogliendo clienti che spesso fanno richieste strambe o lamentele gratuite, con atteggiamento musone e ostico.

Auguri a capiricevimento e direttori, che devono coordinare tutti questi reparti. Stabilire orari, venire incontro alle richieste di ferie o le malattie del personale, oltre a coprire turni, se necessario. E magari dare un po' di soddisfazione, se qualcuno fa bene il proprio dovere.

Auguri a caldaie, macchine dell’aria condizionata, ascensori, frigoriferi, macchine del caffè. Si, faccio gli auguri ai macchinari. Perché gli vogliamo bene e non sia mai che non se la prendano a male. Sono aggeggi permalosi, capaci di guastarsi il sabato alle 19, in un periodo di ponte. Non lo fate, ve ne prego. Funzionate sempre.

Ma soprattutto auguri ai miei colleghi pipistrelli, i notturni. Quelli come me che, essendo in un posto con il ristorante, brinderò con i colleghi, ma non posso dimenticare che per vent’anni ho lavorato in una struttura dove il notturno è solo. L’unico dipendente della ditta, l’unico responsabile in turno. Che neanche fa troppo caso al tempo che scorre e si accorge della mezzanotte solo quando i botti all’esterno aumentano d’intensità.

Che si possano sempre trovare clienti simpatici e sorridenti. Quelli per cui vale la pena di fare questo lavoro.

Oltre al vile denaro, naturalmente.

domenica 17 dicembre 2023

Non è una cosa facile, da spiegare. Si rischiano critiche immense, me ne rendo conto. Ma sono eventi che capitano, a lavorare di notte. E quando ci si trova di fronte a certi fatti, certi eventi, certe persone, non si sa mai come comportarsi, come reagire. Ci si perplime, e spesso l’atteggiamento non è dei più consoni.

Verso le 2, qualcuno cerca di entrare, sbatacchiando le porte chiuse a chiave. Accorro, giro la chiave e apro.

Mi trovo davanti un senzatetto. Un “barbone”, per usare un termine politicamente scorretto.

Avendo subito, in passato, aggressioni, ho sempre un gran timore di chi è abbigliato “male in arnese”, come direbbero su Feudalesimo e Libertà. Costui ha dei vestiti raccattati direttamente da una discarica e che l’ultima volta che sono stati sottoposti a lavaggio c’erano ancora le lire.

Mi supplica di farlo entrare a dormire, ma dovrebbe essere palese che posso rispondere solo con un no. Tutti si prendono un no, se chiedono di entrare nottetempo in un albergo, perché non bisogna fidarsi di nessuno. Mai.

Come gli dico che non può entrare, lui alza la voce. E questo mi spaventa. Non vorrà mica tentare di entrare con la forza? Non avrebbe molti problemi, la mia capacità di resistenza è particolarmente bassa, mi stendono le figlie e lo fanno da quando hanno smesso di gattonare. Figuriamoci questo tipo che è decisamente più alto e, soprattutto, alterato. Ha deciso di diventare un mio problema e niente e nessuno gli farà cambiare idea.

Il suo modo di essere un problema, per uno sconosciuto portiere notturno, è mettersi a dormire sul tappetino dell’ingresso.

Dire che sono costernato è poco. Mi chiedo disperatamente cosa ho fatto di così grave, nella vita, per meritarmi ciò. È ovvio che la sua presenza lì, davanti alla porta, è qualcosa che devo risolvere. Provo, semplicemente, a dirglielo.

Mi urla, da terra, che sta male e di chiamargli un’ambulanza. Non me lo faccio ripetere due volte e corro al telefono a chiamare. E' l'unica cosa che posso fare, per aiutarlo. Perchè è palesemente in condizioni penose.

I soccorsi arrivano celermente e gli operatori, con estremo tatto, si avvicinano tranquillizzandolo che sono lì per aiutarlo. Lentamente si alza e si fa accompagnare sul mezzo, che lo porta via. Nel frattempo, mentre era disteso sul tappetino, si era anche bagnato addosso. Pazienza per il tappetino d'ingresso, che noi dell'albergo laviamo subito, ma mi spiace per gli addetti dell'ambulanza e del pronto soccorso, che hanno a che fare con questo tipo di persone e con tutte le difficoltà che ciò comporta. Tutto quello che posso dirgli è: non smetterò mai di stimarvi, per quello che fate. Per il vostro lavoro. Per la vostra pazienza. Per il vostro enorme, gigantesco, stratosferico impegno.

Al senzatetto invece mi sento solo di dirgli mi dispiace. Ma non potevo fare nient'altro.

Sono solo un povero portiere di notte.