venerdì 6 marzo 2015

Entrarci dà il senso della storia.
 
Entrarci fa capire cos'è il talento, la forza del genio.
 
Entrarci rende l'idea della grandezza di un popolo, di un gruppo, di un'insieme di persone quando si organizzano per realizzare qualcosa di grandioso.
 
Sto parlando del salone dei Cinquecento di Palazzo della Signoria.
 
Martedì ci sono stato perchè la classe di mia figlia grande, insieme ad altre scuole di Firenze, partecipava ad un incontro per uno scambio culturale con altri istituti europei.
 
Sul palco una piccola orchestra di ragazzi esordì con un pezzo che decisamente, nell'atmosfera rinascimentale del salone, aveva un suo remoto perchè: la colonna sonora di Pirati nei Caraibi.
 
Effettivamente, c'era quasi da aspettarsi che sul palco salisse Depp vestito da bucaniere a declamava qualche stramberia. Diciamolo: ci sarebbe stato più che bene. Invece ci salirono prima alcuni presidi di vari istituti, e poi la vicesindaco (come foss'antani), e per una buona mezz'oretta io ed i numerosi astanti siamo stati seppelliti sotto tonnellate su tonnellate di retorica vertenti la ricchezza degli scambi culturali all'interno dell'Unione Europea. Peraltro in un discreto inglese, cosa che, da queste parti, non si è sentito in modo molto frequente, visto chi è passato dentro questo palazzo. Non a questo livello, almeno.
 
Per carità, erano tutte parole giustissime; è che la retorica mi spinge pericolosamente alla ricerca di un bagno, od all'idea che, dopotutto, scaricare mediaeval wars e giocarci proprio sotto ai dipinti delle battaglie dell'esercito fiorentino, può avere un suo senso. Ma per fortuna la retorica finì lasciando spazio ai giovani orchestrali che continuarono l'esibizione con altre colonne sonore che non definii appieno, per terminare con il Sirtaki, perchè pare che quest'evento, il prossimo anno, si terrà ad Atene. Sempre che, per allora, la Grecia esista ancora.
 
La mattinata terminò all'esterno, sulla Piazza più bella del mondo, con l'esibizione di un gruppo di sbandieratori. Perchè meglio di veder sventolare bandiere fiorentine in Piazza della Signoria, c'è solo il vederle sventolare nel colei-che-non-può-essere-nominata stadium.
 
Dopo di che, salutata la Camilla, i suoi compagni e le maestre, io & moglie, mano nella mano (si, potete prendere i fazzoletti) ci avviammo verso casa, passeggiando per via Calzaiuoli e sotto la maestosità del Duomo.
 
In via Cerretani, di fronte ad una nota libreria, due signore ed un ragazzetto adolescente passeggiano davanti a noi. Una delle signore esclama, con una tonalità che non mi stupirei l'avessero sentita dalla cima del cupolone:
 
-Ao', ce stanno li sconti ar mall! Quanno ce annamo? Sabato?-
 
Ma improvvisamente il ragazzo, un adolescente occhiale-munito, si voltò declamando quel che, dal mio punto di vista, è un enorme, spropositato pregio e rivelando, oltre che un aspetto da vero nerd, un quoziente intellettivo superiore alla media:
 
-Ehi, una libreria, andiamo!-
 
Al che una delle due donne, che ho definito come madre degenere e sconsiderata, se ne uscì con queste scandalose, volgarissime parole indicative di come quel QI sia un'eredità paterna:
 
-No, ora la libreria no! Basta libri, nun c'ho più sordi!-

Agguantando le spalle del figlio e girandolo di 180 gradi, affinchè si allontanasse da quel luogo che per lei, evidentemente, era terra straniera ed ostile.

Noi ci fermiamo, ghiacciati da quelle parole. Io, lentamente, volgo lo sguardo verso la Sara, la quale mi osserva con due occhi sgranati e mi dice la lampante, disarmante logica spockkiana (sigh):

-Ma come, i soldi per il mall ce li ha e per i libri no?-

Turisti. Li becchiamo ovunque, non solo sul lavoro.


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