domenica 25 febbraio 2018

"Hablo en francés, con las mujeres; en italiano con los musicos, en alemán con los soldados; en inglés con los caballos y en español con Dios."
(Parlo in francese alle donne, in italiano ai musicisti, in tedesco ai soldati, in inglese ai cavalli e in spagnolo con Dio)
Carlo V d'Asburgo.

Sono nel retro, ufficio prenotazioni. Il lavoro più noioso da appioppare a un portiere: stare fisso al pc. Rispondere alle richieste di informazioni dei clienti. Quelli che prenotano una singola standard, e poi pretendono la doppia superiore con terrazza e vista, ignorando qualsiasi tipo di supplemento. Quelli che "ma io pago all'arrivo" perchè usano una prepagata vuota. Quelli che arrivano in auto e "ma io non voglio pagare per il garage", e corro con il telefono ad Ale, che fa il vigile, ed è pronto ad accorrere con il carrattrezzi. O, in subordine, un'ascia bipenne a due mani.

Poi arriva questa telefonata.

Normalmente rispondo con la verve accesa e squillante di un fiorentino a cui la var ha appena detto che si, è rigore, e si dà, ora, subito. Un bel sorriso, una voce squillante, un'espressione gaudiosa. Perchè al telefono si capisce, se chi è dall'altra parte sorride sul serio e sta facendo bene il suo lavoro anche se ha ancora il giramento di scatole perchè no, la var il rigore ce l'ha negato.

Mi risponde una MG42. Ma in spagnolo. Una caterva di parole a raffica nella lingua di Cervantes che
mi inonda il cervello.

Ora, io lo spagnolo l'ho studiato. Non sono una cima, non prenderò mai il DELE, non pretendo di leggere tutto il don Quijote, però una conversazione semplice con un turista in visita alla mia città riesco a sostenerla. Sono pure capace di leggere i fumetti di Mortadelo y Filemon. Ma questa non la capisco. Le chiedo, sempre nella sua lingua, di andare più piano. Attimo di silenzio, poi mi arriva questa risposta:

-¡Joder!-

Beh, questa l'ho capita.

Ribatte in inglese, con il tono piccatissimo di chi pretende il tutto e subito perchè ce l'ha solo lei e la concede a chi più le aggrada, se deve parlare in inglese. Controbatto che non ce n'è bisogno e mi può parlare nella sua lingua (de puta) madre.

-¡Coño!-

E riparte a tremila all'ora.

10 minuti. 10 interi minuti della mia vita e di preziosissimo tempo che potevo impiegare a stampare e inserire prenotazioni buttati al vento solo per capire, nel fiume di parole iberiche, che voleva semplicemente avere una conferma di aver prenotato giusto. Perchè la conferma via mail (prenotato con internet) non le bastava. Voleva sentire la voce di qualcuno, anche se "tu no habla para nada, el español".

Sarà, ma tutte le parolacce, compreso "Burro", "Hilipollas" e, tanto per non farsi mancare niente, "Maricon", le ho capite benissimo.

Prevedo un bruttissimo check-in. E un pessimo soggiorno.

Io prendo ferie. ¡Coño!

ps. abbasso Carlo V. Viva la Repubblica Fiorentina.

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