sabato 11 maggio 2019

Ho un'opinione: la gente è sempre più sfaticata.

Non perchè lavori tanto, perchè si impegni duramente, perchè si stanchi in modo particolare con mansioni difficili.

E' sfaticata perchè non vuole darsi da fare, muovere membra e, soprattutto, materia grigia, per ottenere dei risultati. Anche piccoli ma che, sommati con altri, rendono comunque qualcosa.

Forse, più che sfaticata, è annoiata.

Sempre più clienti, piuttosto che scendere di camera e andare a mangiare qualcosa per cena, si fa portare il cibo direttamente in albergo.

Dato che la stragrande maggioranza delle strutture ricettive in zona non ha ristorante ma solo caffetteria, pur di non vestirsi, scendere e uscire, usa il telefono per scegliere, ordinare, e pagare, pietanze.

Non so, io sono diverso. Io scendo. Sento la necessità di muovermi. Un pò perchè mi scoccia farmi recapitare il cibo a casa. E poi, avendo la fortuna di avere, in prossimità, due ottime pizzerie, non mi faccio remore a infilare giacca e scarpe per andare io stesso a prendere la succulenta pietanza direttamente dove la fanno. Da asporto. Diamine, non sono neanche 100 metri.

I clienti degli alberghi invece, sempre meno. E capita spesso di vedersi arrivare, alla reception, una persona con l'immancabile zaino a forma cubica di uno dei tanti servizi di recapito a domicilio. Magari di posti che sono praticamente di fronte all'albergo. Ormai il cliente neanche ci avverte, a noi portieri. Il tipo col cubo si presenta e riferisce il nome del cliente. Lo chiamiamo in camera e costui scende (almeno quello) a prenderselo. Qualcuno ci prova anche a farselo portare su, ma noi non facciamo salire proprio nessuno che non sia cliente e non ci dia un documento (e io non lascio certo il bancone). Così capita pure di veder uscire dall'ascensore, sbuffando, un bolso cinquantenne -ma spesso pure ventenne- in pigiama. E scalzo. Che magari è in una camera al primo piano.

Superfluo dirlo, i residui di tali pasti sono lasciati direttamente in stanza.

Qualche giorno fa la cameriera, in procinto di rifare una stanza, trova delle confezioni di cibo nel frigo bar.

Normalmente è roba che va direttamente nella spazzatura.

Questi, invece, erano perfettamente sigillati nel cellophane.

I clienti, la sera prima, avevano ordinato roba da mangiare via internet. Erano addirittura arrivati in due, di fattorini, a portarla. Da tanta che era.

Molte di queste confezioni le avevano aperte, assaggiato il contenuto e poi gettato. Un monte di roba, ci avrebbero mangiato in 10. Ma ben 3 confezioni, ancora intatte, le avevano messe nel frigo bar. Quando pensavano di consumarle, visto che il giorno dopo partivano presto, non si sa. E non parliamo di una famiglia numerosa: una coppia. Solo due persone. Presi dalla fame, avevano cominciato a mettere spunte su spunte al cibo che vedevano dalle foto sul cellulare.

Gli occhi sono sempre più grandi dello stomaco. Si fossero presi la briga di scendere a una pizzeria nei pressi dell'albergo, avrebbero speso la metà, anche facendosi servire al tavolo.

Le confezioni sono sigillatissime. Come appena uscite dal ristorante. Ce le siamo portate a casa, aperte, messe nel piatto, riscaldate rapidamente al microonde e pappate. Abbiamo forse fatto male?

Come dicono i delfini: "Addio, e grazie di tutto il pesce" (cit.)



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