sabato 27 luglio 2019

Ieri ero in turno pomeridiano, e mi è successo un vecchio classico di questo lavoro:

lo scherzo telefonico.

La telefonata falsa, in un albergo, verte sempre sullo stesso tema: richieste assurde. Ad esempio se avevamo camere per un centinaio di persone. O altre amenità simili che non mi va di nominare perchè non ne vale la pena. Ma sono sempre richieste impossibili da accontentare. Non che alcune domande da clienti veri non siano altrettanto improbabili; tipo aggiungere un letto in più in una camera singola appena prenotata perchè "siamo in due", ma di solito si riconosce molto bene la voce adolescenziale dall'altro capo del telefono. Oltre al fatto che la chiamata, sul centralino, è sempre "anonima". Non appare mai il numero.

Il ragazzetto di ieri chiama e protesta per cose senza senso. Ovviamente, come sempre in questi casi, riattacco. Ma costui insiste: richiama furioso, mi dà dello stronzo e "ti denuncio!". Spera di trovare un portiere d'albergo nervoso, di quelli che urlano a loro volta con tanto di parolacce, magari pure bestemmie. Perchè starà registrando la telefonata da postare poi su qualche social.

Ma ha sbagliato bersaglio. Io alzo le spalle e riattacco.

Torna alla carica più volte fino a che, passata una mezz'ora, arriva un'altra voce (un suo compagno di merende) che si presenta urlando come "comando dei carabinieri, lei ha una denuncia" che è davvero di cattivo gusto, visto il lutto che ha colpito l'arma proprio ieri. Stavolta, perfidamente, metto la chiamata in attesa. E ce la lascio una decina di minuti fino a che non desistono e riattaccano loro. Chiameranno ancora almeno due volte, nel giro di un'ora, ma stavolta in completo silenzio sperando in una mia reazione. Che mi inalberi e urli. Ma anche in questo caso, alzata di spalle e riattacco. Come diceva un mio concittadino: "non ti curar di loro ma guarda e passa".

Gli adolescenti, ma pure ventenni, che si divertono così c'erano anche quando avevo quell'età. E anche allora non li capivo. Non riuscivo a comprendere, tanto per dire, la motivazione a scocciare gente che non conosciamo e potrebbero invece rivelarsi belle persone con cui vale la pena di parlare; soprattutto mi sembrava pazzesco perdere tempo in queste cose quando non ne avevo mai abbastanza per tutte le mie passioni: leggere, suonare la chitarra, giocare a pallone, combattere goblin e orchi in fantasiose battaglie a colpi di dadi da 20.

Eppure la maggior parte delle persone è così. Viviamo nel paese del "fatti i cazzi tuoi" ma poi non se li fa nessuno. Tutti a dare fastidio agli altri. E più lo fanno, e ci riescono, più si sentono ganzi e forti. E ammirati dai loro simili.

Che stress vivere in mezzo a costoro.

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