martedì 5 novembre 2019

Non so da dove cominciare, in questa vicenda. Quindi inizierò dalla parte più semplice e banale, per un portiere d'albergo: il check-in.

E' una tripla dall'isoletta che non si decide a staccarsi dall'Europa: nonna settantenne arzilla e scattante, figlia 45 enne dall'aspetto decisamente anonimo e sullo sciatto andante e ragazzino di 9 anni dall'espressione dolcissima e tenera. A cui piace parlare. Quello a cui dò le chiavi e le spiegazioni sulla mappa della città, a cui madre e nonna sembrano decisamente meno interessate. Perchè cercano ben altro, che non i monumenti fiorentini.

Il giorno dopo ho il turno di notte. Mezzanotte passata e, dalla cima delle scale, si palesa il ragazzino.

-Mia nonna è caduta. Sta male-

In un nanosecondo ho già chiuso il portone d'ingresso e sto correndo su per le scale, alle calcagna del piccolo inglese. Entro in camera e trovo la nonna distesa a terra. Bocca aperta, occhi chiusi, un rivolo violaceo sulla guancia. Dire che m'è preso male è poco. Temevo davvero il peggio. Tocco il collo della donna con due dita e sento il battito. Respira anche.

La figlia è davanti a lei con sguardo inebetito. Pronuncia improperi irriferibili, esortando la madre ad alzarsi. Mi rendo conto che è totalmente fuori di testa. L'unico sano sembra il ragazzino. Gli dico che la signora non deve assolutamente rialzarsi e muoversi. Quindi mi attacco al telefono e chiamo il 118. L'operatrice mi ordina di controllare che resipiri e far si che stia ferma nel caso si riprendesse. Cosa non facile da effettuare perchè devo tornare alla reception.

In pochi secondi arrivano i paramedici, auto e ambulanza. Salgono in camera. Una decina di minuti e scendono con la vecchia, che pare abbia ripreso conoscenza. L'hanno messa su una sedia apposita da usare per l'ascensore e poi, una volta nella hall, la poggiano sulla lettiga.

Durante questa operazione la paramedica mi chiede i dati della signora. Sono così agitato che gli dò quelli della figlia, la quale è lì e mi corregge. Mi rendo conto che, se poco prima ero lucido e fermo, con l'arrivo dei paramedici ho cominciato a tremare come una foglia.

Chiedo alla paramedica cosa ha avuto la signora, e lei se ne esce con un laconico -Niente che si possa riferire- che lì per lì non capisco. Il ragazzino invece, ancora spaventato ma lucido, mi chiede se cose del genere sono già successe. E a me viene da dare una risposta stupidissima e pure sbagliata -A me no, non era mai successo- di notte no, ma di giorno eccome.

La paramedica dice che se vogliono, figlia e nipote possono andare in ambulanza con la vecchia, e glielo traduco. Ovviamente accettano. Salgono su e vanno a Santa Maria Nuova, proprio qui dietro.

Un pò mi tranqullizzo, perchè ora la donna è sotto il controllo di professionisti della salute, ma una certa inquietudine resta. Solo che poi arriva una telefonata. Da un numero fisso. Uno 055.

-La chiamo dal pronto soccorso. Lo sa chi ci ha mandato lei?-

La domanda mi lascia interdetto. Io mandato chi? Cosa?

-Ma... perchè?-

-Perchè le signore sono ubriache-

Rimango così, a bocca aperta. Forse costei pensa che glielo abbia venduto io, il vino.

-Le donne hanno un minore. Adesso io che faccio? Chiamo la forza pubblica?-

Rimango basito.

-Allora? Che devo fare? Chiamo la polizia affinchè porti via il ragazzo alla madre ubriaca?-

-Va bene, la chiami-

Adesso è il suo turno di rimanere zitta. Ma poi riprende, più veemente di prima.

-Ma si rende conto che le donne sono ubriache e hanno con sè un ragazzino?-

-Senta, io sono un portiere. La paramedica mi ha detto che la figlia della donna e il nipote potevano andare con lei in ambulanza. Glielo ho riferito in inglese e queste sono salite sul mezzo. Dovevo impedirglielo? Ho in struttura una persona che sta male e chiamo voi, che altro posso fare? Non sono il loro tutore. Se bevono avendo con sè un ragazzo di 9 anni che posso farci? Da qualche parte l'hanno comprato perchè io di sicuro non lo vendo-

-E ora, di questi due, che ne faccio?-

-Li metta su un taxi e me li rimandi-

E così madre e figlio sono tornati in taxi. Ma rimane il mio stupore per la chiamata dell'addetta del pronto soccorso. Adesso è vietato chiamare l'ambulanza per gli ubriachi? Lasciamo che muoiano così imparano ad andare in coma etilico? Se non hai voglia di fare la paramedica e assistere a queste cose, cambia mestiere, diamine! Anche a me hanno dato fastidio due donne che si ubriacano avendo con sè un ragazzo di 9 anni, ma che posso farci? Chiamala dunque, questa forza pubblica con gli assistenti sociali.

La vecchia si riprese e il giorno dopo tornò in albergo. Ma i colleghi mi riferirono che sia lei che la figlia continuavano a darci dentro di rosso.

Una situazione a dir poco triste. Che lascia noi portieri interdetti. Che fare? Non certo fregarcene, perchè abbiamo delle responsabilità. Purtroppo non possiamo fare molto altro. Ma il ragazzo non veniva certo picchiato o costretto a bere. Li vedevo, dei gesti d'affetto tra lui e le due donne. Non era certo una situazione estrema. Penosa, si.

Ma se tu, addetta al pronto soccorso, non ha più voglia di vedere scene del genere -e sono sicuro ne vedi più di me portiere d'albergo- credo ti convenga cercarti un altro lavoro. O, in subordine, non chiamare me incolpandomi delle situazioni in cui vengono a trovarsi gli altri solo perchè miei clienti.

Che diamine.

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