sabato 19 dicembre 2020

 In tanti anni di portierato alberghiero mi è capitato di incontrare anche i calciatori. Due, a essere precisi. Entrambi avevano giocato negli stessi anni di Maradona e Paolo Rossi. Per questo mi sono tornati in mente.

Ovviamente non hanno soggiornato in albergo quando erano ancora professionisti. Perchè quando sono in attività, se giocano nella Fiorentina hanno casa qui, se invece giocano contro la Viola soggiornano, con tutta la squadra, in un albergo lontano dal centro, dove può posteggiare il pullman della società.

Passarono da dove lavoro da ex professionisti.

1: Uno famoso. Uno bravo. Uno che vinse. 

Era con una ragazza con vent'anni di meno e venti centimetri in più. Dormirono -eufemisticamente, immagino- in albergo. Ero di turno il pomeriggio del loro arrivo e la mattina dopo, alla partenza.

Lui: elegante, rasato, curato. Lei: faceva voltare la testa anche alle statuine del presepe.

Arrivano in auto. Lui un macchinone che avrebbe ripianato il mutuo del sottoscritto e di tutto il condominio, lei in smart.

Mi chiedono, dopo accurata reciproca ispezione laringoiatrica lì, davanti al bancone in attesa del loro turno, se alla partenza possono pagare in assegno. No, mi spiace, non accettiamo pagamenti con tale metodo, peraltro ben indicato da apposito cartello proprio al bancone, davanti a me. E il garage? Stessa cosa, non lo accettano. Contanti o carta.

La mattina dopo, dopo colazione, scendono per il check-out e, come mi immaginavo, tirano fuori il libretto degli assegni. E pretendono di pagare con quello.

Fu una dura mattinata. Di litigo. Di arroganza. Di presunzione. Come successo con tanti altri clienti non vip. Ma questo me lo ricordo bene perchè è, appunto, uno che ha giocato nel calcio professionistico.

Ovviamente sia io che il garagista tenemmo il punto: carta o contanti. Era ovvio che non gli avremmo fatto un favore solo perchè da giovane aveva fatto sfracelli con la palla. Pagarono e andarono via sbraitando. 

2: venti anni fa, come allenatore della Fiorentina, arrivò il turco Terim. Vennero a vedere una partita due suoi connazionali, che, mi dissero, giocavano a calcio nel Galatasaray proprio con Terim, quando erano giovani. Quindi anche loro ex professionisti e, indubbiamente, riconosciuti da tutta la Turchia -il calcio turco degli anni '70 non era decisamente così famoso, qui- Gentilissimi, nessun problema, nessuna arroganza, alla partenza lasciarono al bancone una maglia del Galatasaray per un altro ex calciatore, che fa collezione. Costui, vincente, famoso e che vive a Firenze, passò in albergo qualche ora dopo:

-Buongiorno, sono venuto per...

-La maglietta, certo, eccola qui (l'avevo appoggiata sotto al bancone)

-Grazie, grazie, gentilissimo.

Due battute due, ma simpatico, affabile, cortese.

Se mi dovesse capitare un altro ex calciatore, spero sia del tipo 2.


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