domenica 17 gennaio 2021

 Un'altra storia di quando si poteva lavorare. Di quando il turismo era tutto, di questa città. E di noi portieri.

La ditta fornì, a noi dipendenti, la divisa da lavoro. Per essere belli, eleganti, curati e fregarsene che lo si noti, come direbbe Marlowe. In venti anni posso affermare di aver avuto buona cura di questi dispositivi. Certo, giacche e pantaloni si sono un pò lisi, col tempo, ma ancora più che validi. 

Una cosa smisi di usare, di quello avuto dai capi: le cravatte. Perchè sono di colore rosso-oro. E non potevo non approfittare di questa combinazione di colori.

Mi comprai la mia personale cravatta rosso-oro, e la indossavo sempre, al bancone. Faceva una grandissima figura. E la notavano in tanti. Ne avrei dozzine, di storie sulla cravatta. 

Ne racconto 3:


a) 3 ragazze russe con l'espressione di Putin quando qualcuno gli fa una domanda non gradita, e quel qualcuno sa che è bene non bere tè, per un pò.

Volevano una camera con 3 letti separati, cosa che non potevo proprio dargli perchè in turno di notte e avevano prenotato una camera tripla appena una quarto d'ora prima. Le uniche due disponibili erano entrambe con letto matrimoniale + letto singolo. Scendono sbraitando che è uno scandalo e se non gli dò ciò che chiedono se ne vanno. In questi casi è inutile fare polemiche: preferisco fargli cancellare gratuitamente la prenotazione purchè se ne vadano, se non che una di loro nota la cravatta e sottovoce, ma sento chiaramente, dice alle amiche: "Gryffindor". E magicamente -è proprio il caso di dire- cambiano espressione. Sei occhi azzurri che si illuminano, stavo poco maschiamente per svenire. Ma riesco a restare abbastanza lucido da provare a giocare le mie carte:

-Sono davvero spiacente, ma non posso proprio accontentarvi. Ho due camere triple libere, e nessuna ha 3 letti separati. Posso farvi vedere l'altra. E' la migliore, con un bagno nuovo.

Vanno su, vedono questa altra camera, cambiano e tornano a portarmi la chiave di quella precedente. E sorridono. E guardano la cravatta. Come ipnotizzate. Sembra che non gli importi più di avere una camera diversa da quella desiderata. Camera bellissima, certo, ma mi piace pensare che sia stato tutto merito della cravatta. Che volessero solo fare polemica ma poi si siano lasciate convincere a lasciar perdere perchè il portiere è anche lui appassionato di Harry Potter.


b) Signora inglese sessantenne con figlio trentenne. 

Io già a vent'anni non volevo andare in vacanza con i miei, figuriamoci solo con mia madre, ma il mondo è vario; o avariato, a seconda dei punti di vista.

Lei è sorridente e gioviale, lui ha l'espressione di un brexiter duro e puro: sempre incacchiato. Brutti e cattivi europei, vi isoliamo! Vedremo come ve la caverete, senza di noi!

Ma poi osserva la mia cravatta. 

Mi squadra, con occhio perfido. Sardonico, ma quasi di odio. Lo noto, e sono alquanto interdetto. Cala un momento di silenzio nella hall.

Poi punta il pollice verso sè stesso.

"Slytherin"

Rido. Non posso non essere colpito dalla sua espressione, perfetta per un Serpeverde. Però mi dà il cinque (era un periodo che si poteva). E la madre che mi squadra come un alieno, probabilmente sono la prima persona in anni a cui il figlio dà una certa confidenza.

Ma anche con quest'espressione di solidarietà tra lettori del maghetto, mantiene lo sguardo da Piton.

ps. Hogwarts è in Scozia. Prendete questo, brexiters!


c) Ragazzino italiano iperattivo. Scende le scale e viene al banco a chiedere una piantina, come gli hanno chiesto di fare i genitori. Ma vede la cravatta. Resta un paio di secondi in silenzio con la bocca aperta. Lì per lì non capisco, poi lui prorompe in un urlo:

-Grifondoro!

-Eh, si, piace anche a me, anche se poi il cappello parlante mi mise in I^ B.

-Dove l'hai comprata?

-Ah, eh... Stratagemma, un negozio di giochi qui a Firen...

-Dov'è? Dov'è?

Così, sulla piantina, gli indico l'indirizzo del negozio (Via dei Servi, nda. Ci ho speso un patrimonio in giochi, in questi decenni). E il ragazzo si fa portare dai genitori al negozio -ma comunque dopo la visita agli Uffizi- e lui entra entusiasta urlando "il negozio dove il portiere ha comprato la cravatta di Grifondoro!"

Credo che i genitori mi abbiano odiato. Ma se avevano un ragazzino così curioso e, soprattutto, appassionato lettore, sono sicuro che erano più che contenti di comprargli gadget di Harry Potter. Come ho fatto io per le mie figlie. E me stesso.

Perchè se proprio uno deve lavorare, tanto vale farlo con stile.




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