domenica 13 novembre 2022

 I clienti esuberanti sono qualcosa di speciale. Di divertente, nella loro ingenuità.

Coppia brasiliana sulla sessantina, lui è un omone grande e grosso con la faccia bonaria e la barba bianca, come il nuovo presidente -meno male per loro- che parla solo portoghese.

Arriva al banco con la classica espressione cordiale brasiliana “Eu, amigu!” a cui noi possiamo solo rispondere con il lei, doverosamente. La conversazione, in questi casi, è sempre infarcita di parole prese da tutte le lingue possibili, ma alla fine ci si capisce.

Capiamo che non riesce a ricaricare i cellulari in camera. Ah, questo preziosissimo strumento di comunicazione moderno, assolutamente indispensabile. Alessandro, che io ho ribattezzato Paul Giamatti per la somiglianza, mi chiede di salire su a controllare. Ok, andiamo con i clienti in camera.

Arrivati, mi faccio dare cellulare e caricabatterie. Il brasiliano si mette a sedere su una delle poltrone della camera -una suite non male- come a dire “voglio proprio vedere cosa combina questo italiano” mentre la moglie si mette silenziosa in disparte.

Attacco il caricabatterie alla presa del comodino ed effettivamente, non si carica. Provo anche a staccare il filo dal caricabatterie e collegare direttamente alla presa usb al muro. Niente neanche lì.

Le luci della camera però funzionano. E quindi? Proviamo a vedere direttamente il quadro elettrico della camera. E infatti noto subito che una levetta è abbassata. La alzo.

Voltiamo tutti la testa verso i cellulari che, potere dell’energia elettrica e degli elettroni, si sono accesi e messi in ricarica.

Il cliente sala su dalla poltrona, manco avesse appena vinto la sesta coppa del mondo, declamando “Magnifico, bravissimo!”

“Ma no, ho solo alzato la levetta”

“Te sei un genio! Bravo! Sei… Marconi! Guglielmo Marconi!”

Sorrido. Non credo che Marconi avesse molto a che fare con la semplice corrente elettrica -giusto quella pochina per far funzionare la sua radio- ma posso dire di essere contento per aver risolto il problema. Decisamente di più quando il brasiliano estrae delle banconote dalla tasca, prende un foglio grigio, poi ci ripensa e me ne dà uno rosa.

Che posso fare, se non ringraziare sentitamente e farmi stringere la mano che, come sempre, in questi casi, mi stritola frantumando tutti i metacarpi? Saluto, torno al bancone e deposito i 10 € nella busta delle mance. Alla via così.

Dopo una mezz’oretta l’amico brasiliano scende con la moglie per andare al bar, e indicandomi, parla con i miei colleghi della mia magistrale e superba abilità con l’energia elettrica ribadendo ancora il nome di Marconi. Poi fa:

“E l’altro, come si chiamava l’altro?”

“Alessandro Volta?”

“Si, lui! Volta! E poi anche Leonardo da Vinci!”

Dopo che è andato a bersi il suo aperitivo al bar, ridiamo pensando che Da Vinci non ha avuto proprio niente a che fare, con l’energia elettrica -anche se costruisce una locomotiva-

Bevuto il suo aperitivo, il brasiliano si avvicina al bancone e se ne esce così:

“Senti, Leonardo di Caprio -si, dice proprio così- voglio andare a questo ristorante”

“Lo chiamiamo subito”

E tutto contento, esce con la consorte per andare al posto appena prenotato.

A me sono venuti in mente tutti i meme possibili con Di Caprio, ma quando si trovano questi clienti ingenui ma felici di queste piccole cose, è sempre un bel lavorare.

E comunque, io sulla zatterina con Rose ci sarei salito.

Nessun commento:

Posta un commento