venerdì 26 agosto 2016

Il risparmio è un fattore bello, importante, nobile. Risparmiare significa tenere da parte denaro da spendere per momenti, oggetti, cose e svaghi migliori; raccogliere soldini da utilizzare in qualcosa per cui valga davvero la pena di aprire i cordoni della borsa, e dia vera soddisfazione, piacere, godimento.

 

Sono fattori soggettivi, me ne rendo conto. Per me, ad esempio, risparmiare significa andare a lavoro a piedi per risparmiare sul biglietto dell'Ataf, e fa pure bene alla salute (poi, con il morbo tranviario che imperversa allo Statuto, ci metto lo stesso tempo). Mi sottopongo ad una dieta per cui un vegano mi abbraccerebbe chiamandomi "fratello", ma al solo scopo di gustarmi, minimo una volta a settimana, una bistecca del peso di un tir e del costo di uno di quei blocchi di oro che si appende al collo un trafficante colombiano. Non ho la tv a pagamento perchè preferisco enormemente il piacere di stare seduto in una sala cinematografica e godermi uno schermo vero, gigante ed avvolgente, fosse anche soltanto una volta ogni due mesi. Continuo ad usare t-shirt vecchie di vent'anni, con grande riprovazione da parte di mia moglie, o comprare calzature prodotte dai moderni neo schiavi in squallidi capannoni del Quandong, ma al solo scopo di dare alle mie figlie prodotti di qualità.

 

Quando viaggiavo da solo, in tempi che oggi verrebbero definiti "archeologia post-moderna", con sulle spalle uno zaino della grandezza (e peso) di un'utilitaria, ero solito soggiornare in strutture che i NAS non bollerebbero con il termine "chiusura" ma bensì "radere al suolo e bonificare con sale ed una colata di cemento": ostelli con materassi dove non avrebbe dormito neanche un rifugiato siriano, un albergo di Seoul dove le pantegane pagavano anche la tassa di soggiorno... non dico altro perchè mia madre legge il blog, e probabilmente sarà sul punto di svenire, quindi meglio non infierire e fermarsi qui. Comunque, devo dire una cosa: ero totalmente, sinceramente e seriamente consapevole dei luoghi dove soggiornavo, e che quei pochi soldi che spendevo valevano il soggiorno in quelle topaie. E' ovvio che ora, con una famiglia completa e ragazze ormai in dirittura preadolescenziale, spendo una cifra consona allo scopo di ottenere pulizia adeguata e numero sufficente di posti letto.

Se poi le ragazze, tra qualche anno, vorranno provare lo stesso brivido del soggiorno in luoghi che farebbero la felicità di un batteriologo, sarà una loro libera scelta. Basta che non lo scrivano su un blog dove abbia libero accesso di lettura, perchè so che ci svenirei. Ma al momento, quando la famiglia si sposta, la spesa è quella giusta: 4 persone = 4 posti letto. Così è; e così deve essere.

 
Quando trovi i clienti che non considerano minimamente questa semplice e banale equazione, e per i quali il risparmio deve avvenire sempre e comunque, anche sopportando incredibili disagi, rischi e patimenti, per noi portieri d'albergo sono sempre insormontabili problemi e solenni scocciature.

 

1. Quelli che te lo chiedono spudoratamente.

Mi capitano almeno una volta l'anno.

Entrano in albergo coperti di zaini, davanti e dietro. Abbigliati con indumenti che, a vederli, pensi stiano girando una fiction sui magnifici '70. Viaggiano per l'Europa con l'Europass, sopportando percorsi di ore su espressi lenti come lumache pur di risparmiare anche sui supplementi dei treni veloci.

E si presentano in albergo in alta stagione (perchè poi vogliono pure evitare la brutta stagione, 'sti furboni), e poichè trovano gli ostelli al totale completo, si ripassano tutti gli alberghi della zona a chiedere il costo di una camera doppia.

Io li guardo, con notevole stupore (ma senza tremori) perchè sono in 4. A volte anche in 5.

Provo ad obbiettare: in una doppia si sta in due, quindi chi di voi sta in albergo e chi altrove?

Ed il capofamiglia, nella sua lingua, che può essere inglese yankee, ma anche aussie, così come spagnolo sudamericano, inglese cinesizzato od indianizzato, o romulano o klingoniano, se ne esce fuori con questa stupefacente, pazzesca, assurda affermazione:

"Tutti e 4. Loro (ed indica i figli) possono dormire per terra, abbiamo il sacco a pelo"

E mentre io stubuzzo gli occhi (ed ogni anno strabuzzo gli occhi, perchè mi sembra così assurdo) lui ribatte "Va bene anche una singola".

E' ovvio che con costoro è inutile dire che no, quel che chiedete è assolutamente impossibile perchè in albergo ognuno deve avere il suo posto letto, quindi o vi comprate le camere adeguate e spendete la spesa necessaria o fuori di qui. Insistono e pretendono sia di sapere il prezzo che di stare in una doppia e far dormire i figli per terra. Specialmente gli indiani che si ostinano a non capire che un "no" non significa "trattiamo fino al si": è un no definitivo, punto. E' inutile che state lì a fare domande. Fuori. Andatevene. Sperdetevi a giro per Firenze, l'Italia ed il resto d'Europa.

Quando questo tipo di clienti stanno lì al banco per un'ora intera, come mi è successo, viene davvero da pensare che forse il mutuo non è poi una cosa così importante.

 

2. Quelli che ti mettono davanti al fatto compiuto.

Prenotano indirettamente. Via internet, chiaramente, perchè un agente di viaggio gli direbbe "Ma sei scemo? Che ti sei fumato?", domanda a cui si finisce per dare risposta affermativa. La preno è sempre di una camera per un numero x di persone. Solo che poi si presentano, immancabilmente, in numero x+1; oppure x+2.

Di solito si tratta di bambini. Con i cinesi è quasi la normalità, ma capitano tutte le nazionalità. Sul serio, tutte. Il che dà molte spiegazioni sulla considerazione che si hanno dei bambini. Tutti pronti a commuoversi per quelli bombardati in Siria, ma poi, quando arrivano in albergo con i loro, si stupiscono che "Eh, ma è solo un bambino, non occupa spazio!" (sul serio, l'ho sentito dire). E gli italiani non si portano mai le carte d'identità dei figli. "La tessera sanitaria va bene uguale? Tanto non dovevamo andare in aereo". Noi alberghi contiamo meno dell'aereo.

Ok, se sono piccoli piccoli, va bene, dormirà con voi nel matrimoniale. La culla è gratuita, bastava che ce lo diceva senza la paura di dover pagare un supplemento. C'è pure scritto, sui siti internet, se si fosse preso la briga di leggere. Ma se il bambino ha ormai dei brufoli grandi quanto un pallone medicinale, a questi bischeri si costringe a pagare un supplemento. Con l'x+1 si dà una camera con un letto in più. Oppure direttamente una nuova camera, ovviamente singola. Ma il punto focale è che devono pagare. Altrimenti la persona in più va fuori dall'albergo. La stessa cosa avviene quando capita l'x+2.

L'altra settimana, ai miei colleghi, è capitato un x+3. Una doppia, ma erano in 5.

Alle obiezioni dei miei colleghi, costoro se ne sono venuti fuori semplicemente che: eh, ma ci stiamo, che problema c'è? Tanto due di noi sono bambini (peraltro due biondini meravigliosi, un maschio ed una femmmina, che saltellavano allegramente da una parte all'altra, godendo di una discreta libertà, a tratti anche un pò eccessiva).

Il mio capo ricevimento, che io chiamo con l'eloquente soprannome di Eva Kant, se ne viene fuori furibonda come quando Ginko cattura Diabolik: ma come vi salta in mente una cosa del genere? Ma alla fine Eva è stata buona: gli ha dato una quadrupla con culla gratuita, e ci sono stati tutti e 5 con solo un supplemento. Discreto ma sempre supplemento. Ma alla fine ho fatto il calcolo, ed hanno pagato proprio come una quadrupla (con culla) prenotata direttamente come tale. Fave.

Ma c'è di peggio. Ci può essere davvero di peggio.

 

3.Quelli che tentano di farla sporca.

Capitata dove lavora mia moglie.

Prenotazione di due camere doppie, arrivano con auto a noleggio 5 brasiliani, che quando si impegnano sono medaglia d'oro nello stress alberghiero.

Quando la banconista fa notare che le camere sono per un totale di 4 persone e loro sono uno in più, ribattono tranquilli che uno di loro dorme altrove. Dove non si sa, ma non lì.

La banconista, al cambio turno, riferisce della cosa al portiere di notte, Fulvio. Ora, Fulvio, che conosco personalmente, ha il soprannome di "mastino napoletano". E non è affatto immeritato. A mezzanotte tempesta di chiamate la camera e costringe la quinta persona a scendere immediatamente al bancone, dopo di chè gli intima: o te ne vai o ti prendi un'altra camera.

Il brasileiro, intimorito ed ormai umiliato per essere stato colto in fragrante, prima chiede se può dormire in auto ("Sicuro! Apro il garage, esci e dormi. Ma fuori"), poi suggerisce se si possono spostare in tripla con un supplemento. Ma il mastino napoletano, da bravo mastino, ringhia: no, perchè la camera doppia l'avete usata tutto il giorno, ed ora, a mezzanotte, non ho la cameriera che la pulisce. Perciò lo costringe a prendere, e pagare, una camera singola. Che fave. Se costoro prenotavano direttamente una tripla non spendevano tanto di più e si risparmiavano una figuraccia.

Certo, è sempre possibile, se non altamente probabile, che il giochetto gli sia riuscito in strutture dove non c'era un portiere notturno dedito a meticolosa, furiosa, particolareggiata attenzione ai movimenti dei clienti, ma io mi chiedo, disperatamente me lo chiedo: ma perchè ti devi ridurre a questi giochetti e mezzucci per risparmiare qualche euro? Sei in vacanza, ma che problemi ti fai? Dov'è il relax del viaggio, della visita culturale, del trovarsi in un luogo diverso, nuovo eppure così storicamente rilevante, se poi passi quasi tutto il giorno a pensare a fregare il prossimo per pochi banali, miseri spiccioli?

Un ultimo episodio, uno dei più clamorosi, capitato alla Sara ormai da più di un anno, su cui volevo scrivere da tanto, ma poichè sono un cialtrone perditempo, l'avevo sempre rimandato:

camera doppia, spagnoli, si presentano in 3, ove il terzo è un ragazzone distante solo pochi mesi dalla maggiore età. Ma al check-in forniscono solo due passaporti, perchè dicono che il ragazzo dorme altrove, presso amici non ben identificati. La mia signora non ci fa poi tanto caso perchè queste cose possono avvenire, soprattutto in una città come questa dove tante persone aspirano a visitare in soggiorni di lunghezza molto maggiore di quelli riservati al semplice turismo: studenti di ogni età, dalle superiori alle più alte università, accorrono qui a vedere e studiare le glorie del Rinascimento; poi arrivano anche i genitori, per vedere dove si sono stabiliti i figli ed avere un'immaginario quanto futile tentativo di controllo della durata di qualche giorno; una volta ripartiti, i figli torneranno alle abitudini solite: feste e gite notturne nella Firenze by night, bevute esagerate, sballo, ogni tanto qualcuno studia pure.

Quindi, in occasioni come queste, non si fa molto caso se i figli salgono su in camera con i genitori, tanto dopo andranno a cena fuori per poi salutarsi: genitori in hotel, figli nei loro appartamenti fiorentini.

Invece, al turno di mattina del giorno dopo, la mia signora, confabulando con il portiere di notte, si rende conto che questo ragazzo non se ne è andato via, ed ovviamente diventa furente per l'imbrogliuccio da 4 soldi messo su da questi tipi. Quando il capofamiglia scende, si piazza nella hall facendo finta di niente, il che rende la Sara ancora più furibonda: solo a pensarci, mi provoca un leggero disagio.

Ovviamente lei lo mette davanti al problema: non potete stare in 3 in una camera doppia: perchè avete pagato per questo tipo di camera, perchè avete dato solo due documenti e durante la notte inviamo in dati dei presenti in questura -perciò suo figlio ha già creato un problema- e perchè se uno di voi cascava dal letto matrimoniale in cui domrivate in tre l'assicurazione non avrebbe coperto i danni.

E questo qui, come se fosse una cosa normalissima, agita la mano con fare annoiato e se ne viene fuori che "Es solo un chico". Come se non contasse, non esistesse, non avesse diritto -e dovere- ad esistenza e considerazione. Senza contare che era appena sceso al buffet delle colazioni, dove si era lanciato come farebbe un avvoltoio sulla carogna di gnu.

La Sara, infuriata, lo costringe a cambiare camera -una tripla- e pagare un supplemento. Senza avere neanche un ringrazimanto, perchè per queste persone il disagio di dormire in 3 -se non 4- persone in un letto da due è più accettabile che non avere un vero letto comodo, con una stanza delle dimensioni adeguate.

 
Ed ogni volta che, a me o ad altri colleghi, capitano queste persone, mi chiedo sempre, disperatamente: ma la gente... ma che problemi si fa?

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