lunedì 22 gennaio 2018

A volte un pò d'umorismo ci vuole. E' necessario, vitale, indispensabile come l'ossigeno.

Un paio d'anni fa, cliente proveniente dai territori del mai indimenticato impero sovietico (indimenticato solo perchè ci permette di giocare a capolavori da tavolo come Twlight Struggle o lo scenario Barbarossa a World in Flames): la ricordo perchè lei e amica erano le classiche russe con pelle e sguardo tirato fin dietro le orecchie. L'espressione talmente altezzosa che non avrebbe avuto neanche la modella della statua della Grande Madre Russia a Volvograd. I tacchi da trampoliere che le issavano ad altezza tale che, lassù in cima, cambia l'ossigenazione. Il rientro in albergo con le immancabili borse di uno dei tanti outlet del Valdarno, e dal contenuto che ha un costo pari ad un paio di manovre economiche.

Partono. E lasciano dei gioielli in camera.

In realtà ci sembra più bigiotteria che altro ma sono comunque oggetti della cliente e che i colleghi ai piani, giustamente, ci portano al banco per la registrazione nel registo degli oggetti smarriti. Finiranno nel deposito, insieme ad altra roba tipo parti di vestiario e gli immancabili caricabatterie.

Sennonchè, lei ci scrive.

Ci attiviamo per chiamare la ditta di spedizioni con cui lavoriamo per farci fare un preventivo. Ovviamente, anche se si tratta di oggetti poco voluminosi, visto il paese extracomunitario verso cui vanno, il costo è una discreta sassata. Praticamente più del costo della bigiotteria.

La sua risposta è, come spesso ci capita, sul piccato andante: com'è possibile che costi così tanto? E, immancabile, la chiosa finale: non potete mettere tutto in una busta e via?

Sono in tanti a farci questa domanda, e la risposta è sempre no. Una busta con dentro roba, anche le classiche con l'interno foderato con la plastica a bolle, potrebbe "perdersi". La sicurezza per la posta, specialmente all'interno degli italici confini, è altamente labile. E non è che ci vada giù un cliente che si lamenta che "non mi è arrivato niente": vogliamo essere sicuri che la roba arrivi, e quindi cosa c'è di meglio di un corriere? Ed è chiaro che il cliente se lo deve pagare: mica l'abbiamo lasciata noi, la roba in camera.

Ma per la signora è comunque troppo. Ci chiede di tenergli i suoi oggetti. E vabbè, teniamo 'sta roba.

Un anno dopo ci scrive: un suo amico passerà da Firenze, e prenderebbe i suoi oggetti. Se glieli possiamo dare quando arriva.

Mi appresto a rispondere alla tipa che non c'è nessun problema, basta solo che ci dica nome e cognome del suo amico che fa da corriere, e che lo stesso si presenti al bancone, come poi effettivamente successe -un faccione rubicondo e sorridente- a ritirare gli oggetti.

Poi, all'improvviso, l'ispirazione.

E gli rispondo così.

Sono un pò bastardo, lo so.
 


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