mercoledì 10 ottobre 2018

Prenotare una camera non è affatto semplice come sembra.

Un telefono, per quanto "furbo" possa essere definito, non fa di noi degli agenti di viaggio. Non è che queste figure siano dei professionisti così, per sentito dire. Lo sono perchè sanno come muoversi, come prenotare nella giusta maniera seguendo le richieste del cliente e conoscendo le loro esigenze.

Quando non ci si affida ai professionisti e si vuole fare di testa propria, è estremamente probabile incappare nell'errore. E se ne esce solo con la fortuna.

Alle due di notte entrano in albergo due coniugi anziani, trainando le loro valigie, e chiedendo se parlo inglese.

-Lavoro qui, mi tocca (libera traduzione di "I have to")-

-Giusto! Giusto! Bravo! Noi abbiamo questo problema-

Mi porge un foglietto scritto a mano con il nome di un appartamento in città e una serie di numeri di telefono fisso. In pratica avevano affittato, tramite lo strumento ideato da Berners-Lee, questo posto. Non so se attratti da una tariffa più bassa di quelle applicate da un classico hotel, o dal fatto di preferire un appartamento, dove si ha a disposizione il proprio angolo cottura e non essere così obbligati a infilarsi in una sala colazioni che ha i suoi orari e può risultare decisamente caotica se i clienti dell'albergo scendono tutti in contemporanea per il pasto mattutino.

Ma questo tipo di posti ha degli orari rigidi, come ben spiegato ovunque, se qualcuno di prendesse la briga di leggerle, quelle benedette pagine web. La reception è aperta solo alcune ore del mattino per le partenze, e alcune il pomeriggio, per gli arrivi. Se si ha un imprevisto, tipo un treno in ritardo, si può star certi di arrivare dopo chiusura. A meno che non telefonare subito alla struttura specificando il problema e richiedendo un "late check-in" (arrivo in ritardo) con un conseguente supplemento.

Questi non avevano chiamato. Trovato il posto chiuso, avevano preso un taxi che li aveva portati qui in zona, dove gli alberghi sono numerosi come i sexy shop a Pigalle. Ed erano poi entrati nel primo albergo trovato. Qui dove lavoro io. Che a differenza degli appartamenti e dei B&B, hanno la portineria 24 ore su 24.

Ora, quando capitano situazioni del genere, è possibile che il cliente se la prenda con chiunque: la città, il monoteismo, il governo (ci sta sempre bene, soprattutto qui e ora), pure il portiere del nuovo posto trovato. Perchè prendersela con il prossimo piuttosto che con sè stessi e la propria dabbenaggine è facile e comodo.

Costoro, per fortuna loro e mia, no. Senza scoraggiarsi d'animo hanno cercato altrove. E la fortuna aveva ricompensato entrambi. Loro, bisognosi di una camera per la notte; noi, per vendere l'ultima disponibile.

Gli offro un giusto prezzo e loro, come immaginavo, accettano. E' inutile sparare più in alto solo per sfruttare la loro necessità. A che pro? Oltretutto mi forniscono subito la carta di credito, prima ancora che gli dica quanto costa la camera. Sono gentili, si rendono conto di aver sbagliato, sono in giusta e meritata vacanza nella mia città. Perchè approfittarsene? Perchè avvelenargli la visita agli Uffizi?Perchè passare come i soliti italiani che, nei bar dei centri, fanno pagare 20 € un cappuccino? No grazie, non sono il tipo. Lo facciano gli altri, gli sciacalli. Se proprio vogliono esserlo.

Registrazione, pagamento, chiave della camera e alla via così. Fornisco le solite, classiche informazioni (orario della colazione, del check-out e collegamento wi-fi) e loro ringraziano sentitamente. E mi chiedono:

-Domani partiamo alle 10, la vediamo qui?-

-Troverà qualcun altro. Io stacco alle 7-

-Ma noi vogliamo salutarla-

-Ma io voglio dormire-

Ridono. E salgono su in camera.

A volte ci vuole davvero poco a far felice la gente.

Anche al bancone di un albergo.

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