mercoledì 10 giugno 2020

Cronache del portiere d'albergo in cassa integrazione.

Con la fine della chiusura ho smollato le donne a Firenze e sono filato in campagna dai miei genitori, nel ridente e prosperoso villaggio di Cetica, feudo dei Conti Guidi.

Girellando per il paese si ha la sensazione di potersi trovare di fronte, da un momento all'altro, il conte Guido Novello che chiede validi e coraggiosi vassalli da aggregare al suo drappello al fine di combattere quei bastardi de' fiorentini, appena calati giù dal passo della Consuma e in procinto di scontrarsi con i nostri amici d'Arezzo.

Ovviamente sto scherzando: una certa modernità è arrivata anche qui. La recente scoperta di un nuovo continente, di là dalle colonne d'Ercole, ha portato nuovi, sorprendenti prodotti agricoli. Queste "patate", ad esempio. Dovunque ti giri, per il paese, trovi campi coltivati con questi nuovi tuberi.

Ma non è sempre stato così.

Mio padre, di tanto in tanto, mi interrompe dal lavoro nell'orto e mi porta a cercare i funghi. Lui, 79 anni, che sgambetta su e giù per i pendii casentinesi senza colpo ferire, io, 29 anni di meno, che arranco pesantemente.

A un certo punto, salendo, trovo una cosa alquanto sorprendente: terrazzamenti. Separati da muretti a secco. E siamo nel bosco più fitto.

A domanda, mio padre risponde: "Eh, qui, tanti anni fa, ci si veniva con Vera, Silvana, Achille.... e si raccattava castagne e marroni. Vedi, quello è un castagno. Avrà più di 150 anni"

"Mi stai dicendo che quell'albero è nato prima dell'unità d'Italia?"

"Eh, possibile. Ma andava pulito, vedi che ora ha due altri alberi accanto. E lui è un albero morto, secco. Vanno puliti attorno"

"E questi terrazzamenti? Patate?"

"No. Segale"

"In mezzo al bosco?"

"Mica c'era, il bosco. Era tutto coltivato a segale. Più su ci sono i castagni, ma ne sono rimasti pochi, ora è tutto faggio o abeti"

"Ma in che anni?"

"Eh, all'inizio degli anni '50. Avevamo... neanche 10 anni"

Ragazzett* di neanche 10 anni o poco più mandati dalle famiglie per sentieri -perchè le strade ancora non c'erano- su in alto, una camminata di un 5-6 chilometri almeno, fino al limite dei campi strappati al bosco e al pendio, e lì raccattare castagne e funghi.

L'italietta di fine anni '40, inizio '50. Eravamo così: bimbi che diventano "risorse" già prima dei 10 anni, e spediti subito a lavorare. Contribuire, fin da subito, al mangiare della famiglia, manco si fosse in un gioco di Uwe Rosenberg.

Tranquilli, nessuna morale o paragone con il nostro tempo; solo ricordare come era allora quel "mondo piccolo", come avrebbe detto Guareschi. Bambini che raccolgono e adulti che si spaccano la schiena abbattendo alberi, sbancando parti di pendii, ammucchiando pietre in muretti e finalmente vangare fino alla semina del prezioso cereale. E poi, qualche anno dopo, abbandonare la montagna per tornare vicino al paese. E la natura che si riprende tutto.

Tutto qui. Mi faceva strano questa cosa, ecco. Ti rendi conto come siamo solo momentanei, per il pianeta.

La natura è più forte. Lo sarà sempre. E mi fa un gran piacere dirlo.

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