venerdì 1 novembre 2024

A me piace lavorare con gli americani. La maggioranza di quelli che viene a Firenze sono persone curiose, intelligenti, empatiche. Ma devo ammettere che a volte danno prova di un’ingenuità che mi sorprende sempre. E sì che faccio questo lavoro da 25 anni.

1. Famiglia di quattro persone, genitori e figli. La signora è in sedia a rotelle. Cammina con molta difficoltà, ma comunque all’ascensore vuole andarci a piedi, ovviamente sostenuta dalla figlia, quindi si alza ed entrambe si avviano verso l’ascensore. Hanno anche affittato una sedia con motore elettrico, ma ha le ruotine troppo piccole, per poter girare agevolmente a Firenze.

«Perché in questa città ci sono tutte queste pietre, per terra?»

«A noi italiani piace la tradizione, manteniamo la pavimentazione in stile, come era in origine»

«E poi alcune strade sono strette, il marciapiede è impossibile, per una sedia a rotelle»

Allargo le braccia. Che altro posso fare? La città è fatta così, da millenni. E lui se ne esce con:

«Dovete metterci l’asfalto»

 

2. Poco prima della mezzanotte, ho il check-in di una signora con nome coreano e cognome anglosassone, americana fino al midollo, della mia età. Entra sola, senza bagagli.

«Buonasera e benvenuta al ******. È in auto, scommetto»

Rimane piacevolmente sorpresa; è sempre una buona cosa far capire, ai clienti, che abbiamo già notizie su di loro perché si sentono rassicurati. In realtà sapevamo -ce lo aveva detto lei, tramite messaggio- che sarebbe atterrata tardi, a Firenze, e dalla vetrata avevo visto che era scesa da un’auto fresca fresca di noleggio. Afferro la prenotazione, le confermo le date del soggiorno, le ricordo della tassa relativa e chiamo il collega che, celere, scende per andare all’auto a prendere i bagagli. La signora esce con lui, poi torna con la borsa e la figlia, una quattordicenne profondamente taciturna e introversa. Il mio collega porta dentro le valigie e poi va a parcheggiare l’auto nel nostro garage.

Afferro il foglio con le informazioni del garage e la ragguaglio su come funziona, in particolare sul pagamento.

«Per arrivare qui ci ho messo tanto tempo! Ma voi come fate, a guidare così? Le strade sono tutte strette…»

«Aspetti di guidare di giorno e vedrà»

Spalanca la bocca, in un misto di incredulità, terrore e raccapriccio. La rassicuro che, in centro, non le servirà. Alla partenza, col navigatore, potrà raggiungere la meta -un agriturismo da qualche parte del Chianti, con piscina, il fatto è avvenuto quest’estate- e aggiungo:

«Vedrete che sarà divertente e molto bello. La nostra campagna offre scenari incantevoli»

Cambia espressione in un bel sorriso colmo di grandi aspettative e si volta verso la figlia.

«Hai sentito? Sarà una bella vacanza!»

E la quattordicenne la osserva con una faccia che dice “Ma perché mi hai portato con te?”

 

3. Mi chiamano da una camera. Alzo la cornetta e chiedo cosa posso fare per loro.

«Avete dell’acqua calda? Vogliamo farci un tè»

«Ehm… signore, dovreste avere il bollitore, sul tavolino, con tanto di bustine per il tè»

«Si, ce lo abbiamo»

«Bene, potete utilizzare quello»

«Ma… dobbiamo riempirlo d’acqua?»

«…ehm… ovviamente. Noi forniamo due bottigline d’acqua gratuite, a tutti i clienti ogni giorno. Se le avete finite, ve ne posso far portare su un’altra» Dovrebbero pagarle, le bottiglie in più, ma per una volta evitiamo i troppi sbatti. E poi voglio fare il gentile, essere cordiale, tanto più che il bar è chiuso.

«Aspetti, chiedo a mia moglie» colei che comanda e decide, ovviamente. Ma gli rispondo subito:

«Comunque l’acqua del rubinetto è potabile»

«Veramente?» Con il tono da incredulo. Mi sembra impossibile che questi siano andati sulla Luna. Poi mi ricordo che sono pure stati capaci di votare Trump.

«Le assicuro di sì» gli rispondo.

«Aspetti un attimo, per cortesia» Quindi si mette a parlare con la moglie. E sento lei, incredula, che dice «really?», ma almeno si fidano. Il tipo riprende la cornetta e mi comunica che faranno così: l’acqua della cannella e il tè di cortesia, che abbiamo in tutte le camere.

Su fidatevi, che in questa penisola abbiamo costruito gli acquedotti quando gli inglesi andavano nudi a caccia di marmotte.

 

Comunque, quando s’impegnano, sono strani forte.

Però sempre simpatici.

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