Qualcuno può pensare che la gratificazione maggiore, per chi lavora al pubblico nel settore dell’accoglienza, siano le mance. E senza dubbio per molti miei colleghi è così. Ecco, per me lo è fino a un certo punto. Perché 5 o financo 10 € non cambiano la vita. Ma certi oggetti sì.
Era un turno di mattina, di molti anni fa. Arriva
questa famiglia guatemalteca. Moglie, marito e due figli (maschio e femmina)
adolescenti. Sorridenti e felici di stare in vacanza. Camera quadrupla che
hanno la fortuna essere già pronta perché gli occupanti erano partiti presto e
la cameriera l'aveva rifatta subito, appena entrata in turno. Sono appena le 10
del mattino e li posso mandare su.
Sono sorpresi. Piacevolmente. Mi chiedono come sia
possibile, visto che il check-in è alle 14. Controbatto che "se è
possibile fare un favore, lo si fa". E volentieri. Ovviamente non è la
norma. Chiaramente è questione di fortuna; se i clienti precedenti fossero
partiti proprio alle 12, voi avreste dovuto lasciare i bagagli in deposito e
tornare dopo. Camere con 4 posti letto -in questo caso matrimoniale più due
letti singoli- non ne abbiamo molte. Ma questa è pronta. Perché farvi
aspettare? Approfittate.
In fondo era un check-in normale, come tanti altri,
con la stessa tecnica, lo stesso stile, lo stesso modus operandi: orario
colazione, mappa della città con indicazioni su dove si trovano gli Uffizi e
l'Accademia... il mio solito lavoro, insomma. Dove la maggior parte dei clienti
ascolta distrattamente, o non ascolta proprio. Loro no. Loro ascoltano. Se ne
stanno lì a sentire attentamente quel che dico, tutti e quattro. Genitori della
mia età e figli con l'età delle mie -oggi saranno maggiorenni anche loro-
assorbono ogni mia informazione su come muoversi nel centro di Firenze. Che può
sembrare anche facile ma se non la conosci, rischi di perderti. Specialmente se
finisci nei chiassi.
Scendono dopo una mezz'ora e mi fanno questo
stupendo regalo: un segnalibro in stoffa. Non un cartoncino che si sgualcisce.
Non un oggettino che poi finisce nella pattumiera della carta causa l'usura,
come hanno rischiato quelli creati da Camilla e Gaia alla materna (e che
infatti conservo gelosamente intatti). Questo è un vero segnalibro di
stoffa con tanto di omino stilizzato e la scritta "Guatemala". Io,
che amo la storia e ho studiato le terribili sofferenze patite dai
guatemaltechi quando al potere avevano gente che da noi fa il “sovranista” duro
e puro, vedo il Guatemala sotto una nuova luce. Un luogo bellissimo dove la
gente sorride sempre e si regala segnalibri in stoffa perché, a furia di
leggere, gli si consumano pure quelli.
Ecco, quel segnalibro è tutt’ora al lavoro. Che
svolge egregiamente. Avrà cambiato un centinaio di libri, in questi anni, ma
c’è. E per sempre, nella mia memoria, rimarrà quella bellissima e sorridente
famiglia. Ricordi che valgono più delle mance.
Il mondo, quando si impegna, sa essere bellissimo.
Anche dietro il banco di una reception.
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