Al bar c’è un’allegra comitiva di statunitensi.
Ridono e urlano sguaiatamente come solo loro sanno fare quando hanno
assaggiato il miglior liquido alcolico del mondo, prodotto nelle colline poco
più a sud di questa città. Saranno felici di essere in vacanza? Magari
festeggiano la fortuna di essersi mossi lontano dal loro presidente #edo#ilo e
soprattutto i suoi fanatici tirapiedi? Chissà. Tutto quel che so di certo è che
noi dipendenti siamo praticamente assordati da questa ventina di urlatori, in
particolare una signora con una voce stridente che, di tanto in tanto, lancia
gridolini di approvazione e risata a 300 decibel.
Le mie colleghe del bar sono letteralmente esauste, hanno preparato
bevande per ore e addebitato una quantità di conti che basterebbero per
finanziare un altro paio di linee del tram o la difesa aerea ucraina per il
prossimo anno. Smollano praticamente tutto nel lavello della cucina e filano
via senza lavare perché questi entrano pure dentro a chiedere ulteriori
liquidi.
Trovatisi improvvisamente con il bar chiuso, l’allegra comitiva decide
di uscire per cercare altri locali e proseguire nel supporto all’economia
toscana di alcolici. Perciò mi affaccio all’ingresso per avvertirli di suonami
il campanello perché il portiere di notte chiude a chiave e isola il mondo
esterno. Ma non faccio in tempo a spiegare che una signora americana, appena
uscita con gli amici, si gira e mi dice:
«Oh, ma che bell’uomo. Come ti chiami?»
Ecco, ora sono confuso. Ma giusto per un attimo, proprio il tempo di
rendermi conto che costei si è appena scolata la produzione annuale di una
fattoria di Greve in Chianti e quindi vede come “bell’uomo” qualsiasi essere
bipede.
«Ehm, io sono Marcello»
«Oh, Marrrciiieeeellllo!»
Quindi allarga le braccia e punta decisa su di me.
Solito mio piccolo momento di panico, mi fa sempre un certo effetto
essere abbracciato da sconosciuti, qualsiasi sia la specie animale. Tengo le
braccia allargate per non toccarla, lascio che sia lei sola a stringere. Gli
altri amici, attorno, se la ridono. Se uno degli uomini è il marito, o non è
affatto geloso oppure anche lui è troppo brillo per capire che la signora
stringe uno sconosciuto portiere notturno fiorentino con un’enfasi
particolarmente accentuata. Peraltro, è veramente una bella donna: mora con i
capelli a caschetto e probabilmente anche lei sulla cinquantina.
Finalmente libero dalla presa dell’allegra sbevazzona, devo rispondere
alle classiche domande che un americano medio rivolge a un fiorentino: ma lei è
veramente di qui? Respira storia ogni giorno? Noi siamo così nuovi, è mai
venuto negli Usa?
Mi verrebbe tanto da fare battutacce sul loro come “paese nuovo” che
ricicla vecchie ideologie dittatoriali europee, ma ovviamente lascio perdere.
Rispondo solo “Non ancora”, sorrido di circostanza, gli ricordo di suonare il
campanello, saluto, rientro e chiudo a chiave.
Dopo circa un quarto d’ora riappare la ‘mbriachella, stavolta
accompagnata da una ragazza giovane. La smolla a un tavolino della hall, di
fronte al bar ed esce.
La signora mora ride da sola, poi alza le braccia in alto declamando
«Vino, per favore!» con quel tipico accento americano. Ho appena richiuso la
porta e mi avvicino.
«Vino! Rosso!» insiste lei.
«Mi dispiace, il bar è chiuso»
Osserva, con sorpresa, le luci spente della zona bar, poi si fa tornare
il sorriso e tenta la strada lasciva e seducente. Alza la mano e mi accarezza
il viso. O almeno tenta, perché dopo il primo contatto, scanso la guancia sul
lato opposto.
«Ha bevuto troppo signora, ora basta.»
Stavolta la sua delusione è palese. Indica la sedia e chiede se può
aspettare lì la sua amica. Ovviamente rispondo di sì, quindi mi allontano. Se
ne sta ferma seduta, la vedo dal bancone del ricevimento ma non so capire se
sta al telefono o, come immagino, si sia addormentata. L’importante è che stia
al suo posto e soprattutto l’abbia capito.
Dopo una decina di minuti la ragazza giovane torna ed entrambe si
avviano verso l’ascensore. Spero le sia piaciuto il tocco con la mia guancia
finemente rasata. Ma soprattutto abbia imparato a non fare provocazioni futili
per elemosinare un po' di alcool in più.
Comunque, la presenza di certi turisti, per quanto spendano diversi
dollaroni per la camera e le bevande, possono rappresentare un discreto
problema, per il portiere. Soprattutto quando vogliono toccarlo. Perché le more
cinquantenni sono il suo tipo.
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