venerdì 8 agosto 2025

Piccola disavventura di una cliente conclusasi bene.

Alle 03.45 il collega sale a prendere i bagagli a una cliente. Costei, americana dell’età di mia madre, è una signora molto sveglia e attiva. Aveva già saldato i conti nel pomeriggio e, mentre aspetta l’autista, chiacchiera amabilmente decantando sia l’albergo che la cortesia e l’efficienza del personale. Prova anche, in maniera tenera, a dire qualche parola in italiano. Il mio collega le chiede come sia il tempo a Philadelphia, la sua città, in questo periodo. Lei risponde con i gradi Fahrenheit. Diciamo che, vista la canicola a cui è sottoposta Firenze -ogni anno peggiora- si deve stare decisamente bene. Si sopporterebbe quasi Tacoman.

L’autista però non dà segno di sé.

La signora ha un numero: si tratta di un fisso di Firenze. Provo a chiamare e una voce registrata fornisce un cellulare per le emergenze. Chiamo quindi questo numero, a cui risponde una voce cavernosa appena svegliata. Lo informo della situazione e lui mi dice che effettua un controllo e attendere in linea. Dopo un paio di minuti se ne esce così:

«Senta, le chiami un taxi»

Meravigliosa efficienza italica.

Provo quindi a chiamare un taxi, sia con l’applicazione che telefonando direttamente, ma non c’è verso di avere una macchina. Al telefono rispondono che cercano, ma poi arriva la voce registrata che “non ci sono auto disponibili”.

La signora comincia a preoccuparsi, benché siano le 04.20 e il volo due ore dopo. Ma ho un piano B: tra poco parte un’altra camera, una coppia di suoi connazionali. Loro hanno chiesto il taxi già nel pomeriggio e i miei colleghi hanno effettuato una prenotazione. I taxi prenotati non vengono cancellati, devono essere sempre garantiti. Posso chiedere a questi clienti se lei può unirsi a loro. La signora si sente rincuorata e si mette a sedere sul sofà accanto al bancone.

Di lì a poco scendono i clienti di questa camera per saldare il conto e prepararsi a prendere il taxi. Gli spiego subito la situazione della loro connazionale e se costei può condividere il taxi con loro.

«Ma certo, nessun problema» rispondono. La signora si alza dal sofà, ringrazia sentitamente e si presenta. Cominciano quindi a chiacchierare e, come tutti gli americani quando s’incontrano, iniziano a chiedere di dove sono. «Philadelphia» dice la signora, e gli altri due «Philly! Nostro figlio vive lì, noi siamo del Delaware» (Philly è il soprannome della città).

Già amiconi. Tanto che, all’arrivo del taxi, le signore si accomodano dietro per chiacchierare meglio, il marito va davanti lato passeggero.

Mi viene da pensare che noi italiani non abbiamo questa facilità di comunicazione, ma probabilmente mi faccio influenzare dalle vis comiche di Aldo, Giovanni e Giacomo: L’inganno della cadrega o le battute sull’origine meridionale di Aldo.

Vedrai che è così.

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