Ricordo che una volta, tanti e tanti anni fa che ancora neppure lavoravo, ero un semplice studentello e non sono neanche sicuro che fossero le superiori, una volta, dicevo, morì una persona che i miei conoscevano.
«Bene che è schiattato! Ha fatto passare una vita d'inferno, a quella
povera donna!»
Questa era la frase che sentii dire. Che mi colpì. Oltre a tutta una
serie di epiteti nei confronti del deceduto. Credo che sia l'unica forma di
vera rivalsa che possiamo permetterci nei confronti dei violenti, delle persone
cattive, degli autori di insopportabili soprusi: essere contenti del loro
decesso. Perché è bene non essere ipocriti: se lo meritano, di schiattare. In
questi anni ho assistito ad altri casi simili, tra cui due ragazze giovani
aggredite da “bestie” che vivono a poca distanza. Ho dovuto ricorrere a un avvocato,
ma la tentazione di scendere di casa con un paio di coltelli e infilzarli come
tordi allo spiedo ce l’ho ancora.
Episodio lavorativo di diversi anni fa, tornatomi alla mente proprio oggi,
25 Novembre.
Ero di notte quando vidi piombare giù dalle scale, come una furia, una
ragazza abbastanza giovane. Era letteralmente sconvolta. Fece praticamente
volare giù la valigia dalla rampa. Ma quel che mi colpì fu un ben altro
particolare: un forte rossore su una delle guance.
Mi disse che doveva andare via subito.
Io le proposi di chiamare la polizia, ma lei disse subito di no. Voleva
solo scappare, fuggire lontano.
Le proposi la stazione, dove avrebbe potuto prendere un treno, benché al
momento ancora fosse notte fonda e il primo treno del giorno non ci sarebbe
stato per almeno un'ora. Lei disse di no: se lui esce e mi cerca? Aveva una
paura folle. Il terrore puro dipinto negli occhi.
Allora vada alla stazione di Campo di Marte. Dalle 5 in poi ci sono
treni che vanno a Roma. O Arezzo. O comunque a sud. È lontana, le chiamo il
taxi.
Mi chiese la conferma, titubante e sospettosa, e non potevo darle torto.
Uscì e aspettò, un po’ tranquillizzata. Chiami subito il taxi sperando che lui
non scendesse proprio in quel momento. Mi preparai anche a un eventuale scontro
fisico, non avevo intenzione di farlo avvicinare a lei. Ma il taxi arrivò
prima. Usciì e spiegai la destinazione al tassista -la ragazza parlava solo la
sua lingua- poi le augurai buona fortuna. Non potei non notare le lacrime che
le scorrevano, solo in quel momento, lungo le guance. La tensione stava
sparendo, cominciava a sentirsi al sicuro; soprattutto comprese che poteva
fidarsi di quello sconosciuto portiere notturno
Pochi minuti e scese lui. Con la valigia.
Non ricordo neanche la faccia, poteva avere l'espressione e i tratti
delicati di Jake Gyllenhaal in Brokeback Mountain, gli avrei comunque offerto
la mia accoglienza più gelida. Non mi alzai neanche in piedi, stavo seduto sul
panchetto con il ginocchio appoggiato al bancone, digitando distrattamente sul
computer e dandogli la minima attenzione. Stavo tentando di resistere alla
tentazione di saltare il bancone e dargliene tante. Ma tante.
Chiese se una ragazza era passata di lì, come se io, in portineria, ci
stessi per caso. Risposi di si, senza neanche guardarlo in faccia. Alla
stazione, 5 minuti a piedi, poco più avanti dell'hotel.
Mi dette la chiave e stava per andare via, al che lo bloccai e,
piuttosto rudemente, gli chiesi se avesse intenzione di restare ancora, visto
che aveva comunque un'altra notte già pagata. Lui mi confermò che non sarebbe
tornato. Io neanche risposi; presi la chiave e stavo per rimetterla a posto, al
che lui mi chiese una conferma: questa stazione qui?
Gli risposi che Firenze è piccola, e non ci sono altre stazioni. E lei
aveva detto che voleva andare a Milano, c'è un treno alle 6.
Se ne andò definitivamente, quasi di corsa, per una ricerca inutile.
Addebitai una notte ulteriore, feci uscire il conto -non c'era ancora la tassa
di soggiorno, erano davvero tanti anni fa- e lasciai la nota ai colleghi del
giorno che la camera era partita in anticipo. Nel frattempo, speravo che,
mentre correva da una piattaforma all'altra cercando lei, cascasse sul binario
proprio quando stava sopraggiungendo il regionale da Empoli.
Perché se lo meritava tutto, di essere tagliato in vari pezzi sulle
rotaie.
Buon 25 Novembre e buone scarpette rosse a tutte.
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