lunedì 27 ottobre 2014

Giuro, di storie ne avrei a dozzine. Ogni giorno ce n'è qualcuna, anche in questo fine settimana potrei scrivere pagine su pagine. Ma sono un tipo pigro. Indolente. Poi stasera mi tocca la notte e sono già in modalità Sid.
Perciò proseguo con una mia vecchia iniziativa: postare le storie in appalto. Cioè scritte da altri colleghi. Che prelevo da quella miniera di chicche che è la pagina feisbuk "Crazy Hotel".
E questa è speciale. Unica. E non solo perchè coinvolge un collega.
Un grazie a Viviana per avermi dato il permesso di postarla, e tutta la mia solidarietà per la mattinata di check-out che si è sciroppata, sia da parte mia che di mia moglie. Che ci abbiamo riso, ma comunque è stata anche abbastanza drammatica.


Questa è successa due settimane fa, non riguarda un cliente, ma un collega. Ed è crazy, sicuramente crazy.

Avete presente quando qualcosa si mette in moto e innescherà una serie di eventi che andranno tutti storti? Eventi come quelli che il Dottor Emmett Brown definisce paradossi, che interrompono il continuo tempo - spazio e distruggono l'intero universo. Beh, l'universo non si è autodistrutto, ma abbiamo fornito valide prove della veridicità di quanto affermò Mr Murphy nella sua prima legge.

Sabato mattina, in turno il mio collega. Io ero di riposo, ma due giorni prima, rendendosi conto che quel giorno ci sarebbero state 64 partenze, ho proposto di fare un paio d'ore per non lasciarlo in difficoltà. Ottimo, dice il capo reparto, va benissimo dalle 8 alle 10. Alle 7.30 varco la soglia dell'hotel, ancora non c'era stato nessun check out. Mi sistemo, controllo i conti, scambio quattro parole. Verso le 8.30 inizia il primo esodo, in due gestiamo abbastanza velocemente. I check out sono abbastanza rapidi, solo due clienti mi chiedono di fargli il check in on line e stampare la carta d'imbarco. Fin qui tutto ok.
Verso le 10 si avvicina al bancone una signora, vuole un passaggio in centro. Sono quattro minuti di macchina, a piedi un dodici minuti, ma si deve attraversare un tratto trafficato e poco sicuro. Il collega mi guarda: il boss è ad una fiera, il manutentore è impegnato.... Vado io, mi dice. Vado e torno. Mmm, anche no, replico io, mancano circa 40 check out e mi servi qui, c'è molto movimento. Ma sì dai, mi dice, vado e torno. Prendo la Peugeot (un'auto che viene usata per lo più dal manutentore per spostamenti per commissioni dell'hotel).
Va e torna, così ha detto. Ma non torna.
Si fanno le 10.05.
Le 10.15.
Le 10.30.
Le 10.45.....
Nel frattempo scende un check out dopo l'altro, ma non come i primi, noooooo. Questi vogliono una ricevuta per i pernotti, una ricevuta diversa per ogni pasto e pure copia del DURC (i miei peli del culo invece non li volete?).
Suona il telefono. Sono anche tentata di ignorarlo visto il caos, ma rispondo. È lui, il collega ormai dato per sequestrato ed in attesa di richiesta riscatto. Ma non l'hanno rapito.
L'hanno arrestato.
"Cosa significa che ti hanno arrestato???", gli tuono in risposta, rendendomi conto troppo tardi di averlo proprio gridato e di avere gli occhi di tutti i clienti puntati con sguardi sconcertati.
L'hanno davvero arrestato, gli hanno concesso di telefonare. Col cellulare della cliente, perché il suo è rimasto in hotel. Insieme pure al portafogli contenente patente e carta d'identità. E al cervello.
Lo ho fermato una pattuglia, nemmeno una pattuglia di zona, forze dell'ordine di non ho nemmeno capito dove. Non aveva patente, nessun documento. La macchina non aveva assicurazione e non era revisionata. Quando gli hanno chiesto di chi fosse l'automobile, il povero ignaro ha fatto il nome del boss, non sapendo che fosse in realtà intestata al manutentore. Non sapeva nemmeno che non fosse revisionata e priva di assicurazione. E la donna con lui? Una cliente a cui dava un passaggio. Avrei voluto vedere la faccia dei carabinieri.... Il malcapitato cerca di spiegare che lavora poco distante. Certo, come no, gli dicono.
Comunque avviso il boss che tra una bestemmia e l'altra va a recuperare il suo dipendente.
Li ho rivisti verso le 12.00.
I check out sono ormai finiti.
Meno male che sei venuta tu ad aiutarmi, mi dice poi.
Meno male? Meno male che c'ero io, con me.

Prossima volta, a casa.

Nessun commento:

Posta un commento