lunedì 12 maggio 2014



Un paio di sabati fa entrarono in albergo una coppia di tedeschi di mezza età. Parlavano solo crucco, e quello mi fa pentire di essermi scelto una lingua orientale in luogo dell'idioma di Goethe, ma i tedeschi da questo punto di vista hanno, nei confronti di noi portieri, uno svantaggio enorme: non si fanno prendere dal panico o dall'irritazione. Con calma, infarcendo il discorso di parole prese in prestito da altre lingue, ci si capisce. Sempre col sorriso, assorbono il costo della camera, la tassa di soggiorno e la tariffa del garage; ed una volta fatto ciò, carta di credito e voilà il pagamento. E mi fanno dimenticare quel che combinarono durante la IIGM, chiedendomi perchè non ne hanno vinta neanche una, di guerre (specialmente se il sottoscritto manovra il Reich quando gioco a World in Flames). Certo, mio zio non avrebbe approvato, dato che li dovette combattere, ma io mi ci trovo così bene. Come soldati sono sicuramente da evitare, ma come clienti è dura trovare di meglio.


Il problema, aimè, non sono i crucchi.


Perchè lavorare in albergo al ricevimento, significa spesso e malvolentieri dover ingoiare parecchia merda. Perchè purtroppo non tutti sono carini e gentili come quei tedeschi.
Ma ormai sono abituato, e passo sopra a tutto.


Passi che tu, cliente della mia età, entri in albergo senza un buonasera e mi chiedi di settare il cellulare tuo e di tua figlia sul wifi dell'albergo, e non dici grazie.

Passi che tu scendi dalla camera dopo 3 nanosecondi che ci sei andata e sbraiti, letteralmente sbraiti, che è orribile e pretendi che te la cambi.

Passi che tu mi infami se ti dico che non ci sono camere migliori; essendo già le 10 di sera di sabato, ed avendo già fatto il 99% dei check-in della giornata, è estremamente dura mettersi a fare il tetris con le camere in assegnazione per trovare qualcosa che ti aggradi.

Passi che tu non accetti di essere paziente mentre cerco una soluzione adeguata, e continui ad infamarmi. Mi tocca di sopportare e non arrabbiarmi, quando vorrei sbattere la mano sul tavolo ed urlarti in faccia “Nein! Nein! Nein! Nein! Nein!”. E poi lavorarti la fronte con un coltello.

Passi se aumenti le infamature quando ti dico che, no, se te ne vai non c'è rimborso. E' inutile che pretendi che ti dia i soldi della camera. A parte che qui non hai pagato niente (hai fatto tutto con agenzia), e passi anche la menzogna che hai pagato qui alla collega della mattina sperando che il sottoscritto ci caschi e ti smolli degli € dalla cassa, anche fosse il denaro non te lo renderei neanche avessi con me quello di Puerto Rico (e mi riferisco al gioco di Seyfarth, ovviamente). Hai pagato per una doppia ed hai avuto una doppia. Non siamo al Baglioni, siamo in un semplice 3 stelle, decoroso e pulito ma sempre semplice, proprio non comprendo perchè ti aspetti la suite imperiale, principessina sul ca**o. Tanto stai una notte sola, ma che problemi ti fai? Ma sei in vacanza, rilassati, che ca**o!

Passi che tu mi urli in faccia che internet in camera non fa e devi lavorare. Ma lavorare cosa, che sei a xxxx km di distanza da casa con una bambina al seguito? Ma chi vuoi prendere per il c**o? Ma se stai calma ti mando su il ragazzo e sistema il problema come te l'ho sistemato io qui al ricevimento. Che non avevo ancora finito che ti eri fiondata su un social network. Ah, ora si chiama lavorare. Ma passi anche questa merda.

Passi che tu chieda al ragazzo che ti ha appena fatto vedere un'altra camera di “dire al portiere che la luce qui non fa, così me ne fa vedere un'altra”. A parte che ti avevo detto, poco prima, che all'infuori di questa nuova camera non c'era nient'altro, tu pensi davvero che Niccolò direbbe una bugia per far contenta una che neanche conosce, ed ispira la stessa simpatia di una SS che entra nel ghetto di Varsavia? Oltre al fatto che insieme io e Nicco condividiamo anni di lavoro ed una sconfitta a calcetto. Non lo farebbe neanche se tu fossi Salma Hayek, e gliel'avessi appena data. E tra te e la Hayek ci sono diversi quadranti stellari di distanza.

Passi che tu non chieda per favore quando vieni a chiedere un adattatore, e ti metti a ridacchiare sarcastica che “in questo hotel non funziona niente”; se l'adattatore funziona col cellulare di tua figlia, e non col tuo, forse non è un problema di adattatore, ma del tuo cervello, che non si è mai acceso. E passi pure che dopo 20 minuti che sono lì che impazzisco con tutti gli adattatori dell'albergo, tu te ne esca fuori che “ah, ma il mio cellulare è un apple, la carica comincia con un ritardo di 30 secondi”. Ed ovviamente non ti scusi, è chiaro. Nella mia mente ti sto seviziando in un modo che neanche in un western di Sergio Questi, che la fantasia è l'unico modo per mandare giù questa merda. Ma passi anche tutto ciò.

Quel che mi sconvolge è ben altro.

Lì per lì non ci faccio caso perchè 1) hai provocato una cagnara che la curva del tifo partenopeo in confronto è il coro delle orsoline, e 2) tua figlia si faceva bellamente gli affari suoi, in particolare inviando la disinfestazione negli uffici del reparto olfattivo.

Solo che poi realizzo.

9 anni.

Cellulare ultimo modello e, non appena glielo setto sul wifi, si fionda sui social network.

Minchia, a 18 cosa fa, si sposa con il figlio di Genny la carogna? Esordisce nella scuderia di Rocco? Si fionda nella cabina di un comandante crocieristico? Diventa un'adoratrice di Manson? (e non mi riferisco al cantante)

Mia figlia grande ha la stessa età, ma non ha un cellulare. Nessuno di classe sua ha un cellulare. Ed anche internet non lo sa usare. Non l'abbiamo neanche, a casa.

No, non sono antiquato. E' che

Tu

Non

Sei

Una

Buona

madre.

E sei capitata qui, proprio quando ho un turno pomeridiano. Lo odio, il calcolo delle probabilità.

Scusami zio, ma Deutschland uber alles.


O, se preferite, aridateme li crucchi.

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