martedì 11 novembre 2014

Lavorando al bancone di un 3 stelle a due passi dalla Stazione, sono abituato alle persone che entrano e mi chiedono informazioni.

 

Intendiamoci, non mi lamento della cosa. Sono turisti nella mia città, aiutarli per me è quasi un dovere civico. Certo, dicessero “buonasera” e “mi può aiutare per favore” sarei più contento. A parte gli anglosassoni ed alcuni europei, tutti gli altri entrano e chiedono senza una forma qualsiasi di cortesia. A volte senza neanche tenere conto del fatto che sto parlando ad altra gente.

 

Ma il brutto è che non ci sono solo gli stranieri. Ci sono anche gli italiani.

 

Anzi, i miei concittadini.

 

Ed a volte uno si chiede cosa s'è fatto per meritarsi di vince' 4-2.

 

7 del mattino, finisco il turno e mi appresto a tornare a casa. C'è gente che la mattina tira su la saracinesca ed apre il negozio; io non devo aprire e chiudere niente, solo andare a casina, dove le lenzuola mi attendono. Perciò una bella mattina primaverile fresca e serena (sono otto mesi che ho scritto 'sta storia ed ancora non l'avevo pubblicata, scusate, ma lo sapete che sono bradipo in tutto) mi si avvicina 'sto tizio che sembra Crozza truccato da Briatore, con tanto di occhiali a specchio, ma anche un impermiabile da maniaco e sacchetto con dicitura “Ipercoop Ponte a Buggiano”:

 

-Lei lavora qui?-

 

A partre la mancanza di un "Buondì messere,  mi perdon l'ardire, ma poscia gradirei porle una questione" sono appena uscito da un albergo, in giacca e cravatta che si capisce benissimo essere parte di una divisa aziendale, ed ho appena appoggiato, sul selciato della strada, due paletti bianco-rossi collegati da catenella di egual colore, a delimitare il posto auto davanti all'ingresso. Ma non ho la prontezza di spirito di dirgli che sono la guardia del corpo di Obama che ha dovuto soggiornare qui perchè non c'era posto al Villa Medici di Fiesole, e domani incontra i'Matte a Palazzo Vecchio. Un giorno lo devo fare.

 

-Per oggi ho finito di lavorare, ora vado a nanna. Ma dica pure-

 

-Ah, lei fa la notte?-

 

Alle 7 del mattino l'ultima cosa che voglio fare è parlare con un elemento del genere sulle problematiche della mia vita, magari pure dovergli spiegare la differenza tra notturno e turnante, perchè non lo conosco, perchè sono stanco morto e perchè molto probabilmente non capirebbe, sia per mancanza di lucidità mia dopo 8 ore di turno notturno sia per mancanza di materia cerebrale sua. Perciò lascio perdere.

 

-Quando proprio non se ne può fare a meno. Mi dica-

 

-Ehhh... sentà, una 'uriosità, ma qui, più avanti, 'un c'era un elettrodomestici?-

 

Dice proprio così, “un elettrodomestici”. Il termine negozio è dato per non pervenuto. E comunque “elettrodomestici” è un tantino aggressivo; da che mi ricordo non gli ho mai visto in vetrina roba più grande di un tostapane. Il nome corretto sarebbe “casalinghi”.

 

-Si, me lo ricordo. C'era, ha chiuso. Da un bel po', anche-

 

Incassa il colpo. E non sembra affatto contento.

 

-Ma è sihuro?-

 

-Eccome. Ora c'è un negozio di abbigliamento-

 

Viene giù tutto il cielo. E non c'è l'ombra di una nuvola. Una sequela di bestemmie che mi rievoca pessimi e tristi momenti: tiri di dado notevolmente disastrosi, la tipa che mi mollò al telefono, lo 0-5.

 

-Abbigliamento- Ripete un paio di volte compulsivamente.

 

-Si, uno di quelli gestiti dai cinesi-

 

Parte una serie di epiteti verso il popolo asiatico davanti al quale pure un ufficiale delle SS avrebbe detto – No, dai, così esageri, basta con questo razzismo gratuito-

 

Agita le mani davanti a sé: -Mi garbava tanto, c'andavo spesso, C'HO PURE HOMPRATO UN FRULLATORE POHO TEMPO FA- Ed alza il sacchetto della coop, che intuisco contenere l'artefatto.

 

-Poco tempo fa-

 

-Si, sarà APPENA UN ANNO FA-

 

-E ne voleva comprare un altro?-

 

-No, mi s'era guastato e volevo chiedigni se me lo hambiavano, SONO UN CLIENTE-

 

-Alle 7 del mattino!-

 

-Noooo, gli'è che... e passavo di qui... tanto quanto ci metteranno ad aprire, via... TRENTA MINUTI, NO?-

 

-Assolutamente! Ma io adesso vado a dormire, arrivederci-

 

-Mi garbava tanto qui'negozio, CI PASSAVO SEMPRE, è proprio sihuro che è chiuso?-

 

-Sicuro come il fatto che casco dal sonno, buona notte-

 

Mi allontano e proseguo verso casa, passando proprio davanti a questo negozio di abbigliamento che ha preso il posto dell'”elettrodomestici” di cui il tipo era tanto affezionato.

 

Di cui lui è cliente.

 

Che un anno fa ci ha comprato un frullatore.

 

E ci passava sempre.

 

Quel casalinghi chiuse più o meno nell'anno in cui nacque Gaia.

 

Che ora ha 7 anni.

 

Ci passavo sempre”. Si, 7 anni fa.

 

Forse.


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