venerdì 15 novembre 2013

Ci sono dei momenti durante i quali il comunismo mi manca. Ma non tanto a me personalmente, quanto vorrei rivederlo in russia (minuscolo intenzionale). Ma in generale, qualsiasi cosa che costringa i russi a starsene entro i confini del loro immenso paese, impedendogli di uscire a fare danni e soprattutto stracciare i maroni.

Turno di notte, ore 3. Aprono la porta. Cioè, tentano di aprire la porta, chiaramente chiusa per sicurezza. Il campanello, ovviamente, è un’opzione ininfluente, ma dato che non dormo sul lavoro e sono sempre al bancone, gli apro subito.
Entrano due russe, mezza età ma vestite molto appariscenti, con gonna sopra il ginocchio e stivaletto tacco 27, forse più. Soprattutto, moine da femme fatale modello “su 654 miliardi di donne di questo quadrante stellare, ce l’ho solo io”. In mano porta un cesto di rose delle dimensioni di un modellino dell’astronave Enteprise in scala 1:1.
Fuori, a salutarle, due italiani, gli acquirenti delle rose. Quasi certamente l’ambulante da cui le hanno acquistate avrà telefonato a sua moglie in Bangladesh “Mia adorata Viippura, sono tuo marito Kumar! Abbiamo i soldi per l’operazione alla bambina ed aprire la nostra rosticceria indiana, ti ho spedito i biglietti aerei, ci vediamo ad Amburgo tra due settimane, dove cominceremo la nostra nuova vita”. Spero che questa spesa ne sia valsa la pena, pensavo mentre richiudevo la porta d’ingresso lasciando fuori i due miei connazionali. Bona cisi, ma secondo me trovavate di meglio.
Le signore russe entrano nella hall chiacchierando nel loro idioma con fare civettuolo. A me importaunariccasegac’hodafare. Torno nell’ufficio nel retro a sbrigare le pratiche della notte: inserire prenotazioni, emettere fatture, fotocopiare, archiviare, ecc (alla faccia di chi pensa che di notte ‘un si lavora).
Ma le nipotine di Putin (anzi, le zie, data l’età) non salgono in camera a dormirsela. Girellano per la hall chiacchierando: TukachevskiRokossovksiComefosse’antanoskiScappellamentovadestroski… ci passano una buona mezz’ora, mentre io apro e chiudo faldoni. Finalmente la piantano e si levano dai 3 passi, e me le vedo passare davanti mentre vanno all’ascensore.
“Buonanotte”
Neanche esisto. In compenso la tipa con i fiori si appoggia sulla porta dell’ascensore e si mette in posa; l’amica la fotografa, ne viene fuori un’immagine da copertina del dvd “Rocco e la carica delle 101 milf russe”; ecco che facevano a giro della hall: si fotografano con il mazzone di rose. Evvabbè, ognuno a le sue manie, che male c’è? Poi la hall è bella, divani in pelle, pavimenti in marmo… gran gusto, diciamolo. Il portiere apprezza. Lavoro in un bel posticino.
Eppure c’è qualcosa che non capisco. Quel mazzo mi sembrava più grande, quando sono entrate….
E’ notte, sono stanco e cotto come un fegatello, sounasega.
Dopo qualche minuto che le signore sono salite, mi prendo una pausa per caldo e bollente liquido nero. Mi dirigo verso la macchina del caffè, passo per la hall e….
….
Ira funesta che mi sale al cervello.
Mi attacco al telefono. Mi passi la cancelleria di Berlino, ORA! Frau Merkel? Mi riattivi le fabbriche Krupp, all’istante, e metta in produzione carri Tigre, Panther ed pure i Maus. E riapra gli arruolamenti per la Wermacht, voglio 10 milioni di suoi concittadini per un altro Barbarossa, ma stavolta non ci si ferma che a Vladivostok, non fino a Stalingrado come la volta precedente. E si asfalta tutto quel che c’è nel mezzo!!!!

Sono in mezzo alla hall.
Ovunque, sia per terra che sui divani, dozzine di foglie e petali di rosa. A centinaia. Si sono fatte le foto con i petali.
Lascio perdere il caffè, sono già abbastanza nervoso. Sacco della spazzatura. Vuoto, ma dopo un venti minuti sarà pieno zeppo. Comincio la ripulitura. Anche questo è lavoro di notte, non posso mica lasciare questo zozzume russo a giro. Il facchino arriva alle 7 ed alle 7 c’è già chi scende per le colazioni. O per partenze. Che figura ci si farebbe? Quindi: il portiere di notte pulisce. Il portiere di notte maledice la russia. Il portiere di notte vorrebbe essere Obama per premere il bottone di attacco termonucleare globale, e la commissione di Oslo che assegna il premio nobel della pace comprenderebbe.

Poi mi passa, ma intanto per stasera il paese più grande del pianeta è stato polverizzato. Nella mia mente è terra bruciata, i suoi abitanti sterminati senza pietà. A cominciare dalle milf civettuole.
Portate rose sulle loro tombe. Un intero sacco.

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