giovedì 2 aprile 2020

Cronache dalla Quarantena.

Mi si è rotto un paio di occhiali. Il mio paio più recente, che mi comprai una decina d'anni fa. In realtà non sono proprio rotti, si è solo svitata la piccola vite che tiene insieme la lente con la staghetta. E la vite ora chissà dov'è. Finchè non riapre l'ottico, non sono utilizzabili.

Ho preso gli occhiali precedenti, risalenti a venti anni fa, e che avevo messo da parte per una graffiatura. Solo che non li trovo più. Spariti, dispersi, volatilizzati. E' una di quelle cose che mi lascia sconcertato: mi alzo la mattina e non trovo più un deteminato oggetto. E finchè si tratta delle cuffie, posso anche sopravvivere. Ma senza occhiali vado a tastoni.

Quindi sono ridotto come Henry Bemis: ho il tempo di leggere ma non gli occhiali.

Ok, sto barando: sono miope. A venti metri di distanza non distinguerei un autobus da un elefante, ma per leggere non ne ho bisogno. Volevo solo citare un episodio della serie tv migliore di sempre.

Ho un ulteriore paio d'occhiali, dopo di che non mi rimane che il mio primo, di quando avevo 10 anni. Acquistati da mia madre con montatura in osso super solida e molto spessa, e con le lenti più grandi possibile, affinchè avessi una maggiore visuale. In pratica prima arrivavano i miei occhiali, e 5 minuti dopo arrivavo io. Li potete vedere in una delle foto che ho postato: l'unico paio di occhiali con dietro un bambino.

Un paio d'anni fa ho ritrovato una di quelle bambine che, come me, ha passato 5 anni nella sezione B, scuola elementare Howgart... ehm... Marconi. Lei si chiama Monica, e ci siamo ritrovati per caso, con le amicizie comuni presenti sul libro delle facce. Come me vive ancora a pochi passi dalle nostre elementari, e ci siamo visti per un tè.

Monica, in quinta, ebbe una brutta pleurite, e si sciroppò una quarantena personale ed esclusiva di 4 mesi. Tutti noi le scrivemmo. Per esprimerle la nostra solidarità, la nostra vicinanza, il nostro affetto. Come solo i bambini sanno fare. Ha fotografato la mia lettera. Quando ci siamo incontrati le aveva con sè, perchè le ha conservate tutte. Un ricordo bellissimo. Ero commosso. Io ho ritrovato le foto della classe. Con tutti. Anche quelli che, aimhè, non ci sono più. la povera Francesca, scomparsa anni dopo, e con cui giocavo da piccolo anche al di fuori dall'ambiente scolastico. La prima maestra, deceduta con la famiglia in un incidente stradale, ricordo il pianto disperato di tutta la classe e il funerale. Ma anche ricordi belli e speciali, come la gita al parco naturale della Maremma, con il maestro che suona la chitarra in fondo al bus e tutti noi a cantare.

Monica è un gran cervello. Ha studiato molto più di me, è il tipo di persona che gira per casa declamando i canti di Giacomino Leopardi. Sembra sia possibile, e ha tutta la mia ammirazione per ciò, come devono avere tutti quelli intellettualmente migliori. E' insegnante di lettere alle superiori. Ha tutta una sfilza di aneddoti sui suoi allievi e i loro sfondoni riguardo la letteratura italiana. Perchè insegna all'ITI Leonardo Da Vinci, da lei ribattezzata "leonardo da Frittole". Una di quelle scuole con l'enorme presenza di bestioni maschi 'gnorantoni. Parlo con cognizione di causa, sono le superiori che ho fatto anche io.

Di tanto in tanto, sul suo profilo, scrive aneddoti esemplari:

Monica: -Oggi vi descrivo l'immortalità della poesia?

Studente: -Icchè? Io c'ho un artr'anno e poi basta, prof.

La mia preferita è questa:

Studente: "Prof, sul libro ho letto che Foscolo su espulso dalla scuola per aver preso a botte il suo professore"

Monica: "Così racconta. E dunque?"

S: "Mettiamo che io la picchio. Vado in galera, lì non c'ho un cazzo da fare, mi metto a scrivere poesie e divento famoso come il Foscolo"

M: "Guarda, fatti sotto. Mi faccio prendere a botte volentieri per avere un nuovo Foscolo!"

S: "Ma.. ma prof, non mi permetterei mai...."

M: "Vedi? Siete sempre a lamentarvi che i poeti sono tutti "Buhi" "Frocetti" e ora che avete l'occasione di fare i duri vi tirate indietro"

Nella classe cala il gelo totale.

S: "Forse era meglio se me ne stavo zitto"

M: "Esattamente"

Game, set, match.

Io me la immagino -quando non è anche lei in quarantena- che salta sulla cattedra e incita i ragazzi a vedere le cose da un'altra prospettiva come da regolamento del bravo insegnante di letteratura e questi, una volta su, se ne vengono fuori che "Bada ganzo, sembra d'essè in curva. A proposito, ci s'ha da organizzare la coreografia di domeniha. E la trasferta di mercoledì a Parma per la 'oppa italia"

Ci sarebbe piaciuto fare una rimpatriata con quanti più possibile, di quella sezione B, ma non abbiamo più grandi contatti. Chissà dove saranno ora quei bambini oggi adulti, ognuno in fondo perso dietro ai fatti suoi. Mi piacerebbe ritrovarli e chiedere a ognuno di loro com'è stato il viaggio di una vita lì con te. Ho citato Vasco e Liga assieme, sono felice.

Ora che siamo in quarantena, io scrivo vicende del mio inutile passato, Monica invece dialoga con il caffè. Ogni mattina, puntuale, leggo le sue discussioni, fedelmente riportate sulla sua pagina, con il caldo liquido nero che sale dalla macchinetta.

Quello che mi preoccupa è che il caffè le risponde.

Ps. non ho volutamente indicato chi è la Monica nelle due foto. Ma è quella più carina. Ovviamente. Si vedeva già che sarebbe cresciuta bella come un'Emma Watson e intelligente come un'Hermione Granger.



 

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