sabato 18 aprile 2020

UNA FOTO DI QUANDO AVEVO VENT'ANNI, EH? PENSATE CHE NON OSI POSTARLA? EH? EH?

E quindi, ecco la storia di una bicicletta.

Mi ero già accorto, lavorando in albergo, che vendere camere potesse essere alquanto difficile, con rompiscatole vari. Clienti difficili che pretendono camere triple con vista avendo prenotato una singola. Gente che entra e, senza neanche un buongiorno o buonasera, comincia a trattare sul prezzo. Quelli che chiedono il servizio in camera alle 3 di notte, e si stupiscono quando gli dico che non lo abbiamo.

Ma non mi aspettavo che lo fosse anche quando si tratta di vendere oggetti privatamente. Eppure un mio caro amico, che chiamerò semplicemente Moronz, eccellentissimo chitarrista e appassionato creatore di superbe 6 corde elettrificate, mi aveva detto delle sue difficoltà nella vendita in rete delle sue creazioni.

Ma torniamo un attimo alla bici.

30 anni fa comprai una bici da corsa. Oddio, "comprai" è la persona verbale sbagliata. La comprò i' mi' babbo, per 700mila lirette. Per 15 anni macinai chilometri e senza neanche un minimo di doping. Semplicemente, viaggiavo piano.

Adoravo andare in bicicletta. Ho adorato tanti sport, ma la bici aveva quel vantaggio di non dover attendere amici disponibili per una partita. Certo, i primi tempi andavo fuori con il Copo e il P, soprattutto quest'ultimo, ma avevano un ritmo e una resistenza di cui io, abituato agli sport con la palla, ero assolutamente privo. Faticavo enormemente a stargli dietro. Quindi presi a uscire da solo.

Cominciavo a febbraio-marzo, due volte a settimana andavo alle Cascine a farmi un 3-400 chilometri in piano per prendere agilità alla gamba, quindi cominciavo le salite sulle colline intorno a Firenze. Il momento clou era in agosto quando andavo a Cetica scalando il passo della Consuma, poi, non contento, invece di fare Montemignaio, scendevo per Caiano e risalivo da Pagliericcio, tanto per farmela più lunga. Per chi non è del posto, sono una trentina di chilometri in più. Con pendenze del 10%.

Ricordo la prima volta quando apparii, salendo dalla parte dalla chiesa, al bar di Borgopiano. Quegl'omini, intenti a giocare a carte, alzarono un momento la testa da lisci e carichi e, osservandomi, se ne vennero fuori con il classico

-Bada, c'è i'figliolo di "sidoro" (isidoro, nda), da 'ndove tu vieni?-

-Da Firenze, no?-

A quel punto s'udì il bonk delle loro mascelle. E allora mi toccò mostrare il contachilometri elettronico della bici che indicava 90 chilometri. Non ci volevano credere.

Poi è arrivato il lavoro d'albergo, il matrimonio e due figliole, e il tempo libero è crollato come la borsa di wall street nel '29: fine di tante cose, come il calcetto, World in Flames e la bici, che è stata 10 anni ad ammuffire in cantina. Così, anche in previsione del futuro trasloco, 2013, decisi di venderla.

La tiro su dalla cantina, la ripulisco ben bene, la fotografo e la pubblico su internet. 50 €. Se può sembrare poco, per una bici del genere, devo dire che non era in condizioni ottimali, dopo tanti anni d'uso. La ruota posteriore era leggermente ovalizzata, i pedali erano del vecchio tipo a gabbietta e i cambi ancora sul telaio, invece che integrati con le leve dei freni come sono oggi.

Dopo neanche venti minuti che avevo chiuso il pc, arriva un sms di uno che ha visto l'annuncio e voleva avere informazioni. Il giorno stesso ho altre richieste di informazioni per posta elettronica. E dalle telefonate cominciano le richieste buffe.

-Chiamo per la bicicletta.
-Buongiorno a lei. Si, ho messo io l'annunc...
-Si può fare 40 €?
-Eh?
-Un pò di sconto, dai.
-Lei è la prima persona che chiama. Vorrei prima vedere se trovo qualcuno che la compra a 50 €.
-Ma dai, vengo lì, 40 € sicuri.
-Ci sentiamo tra un paio di giorni. Se non la vendo a 50, la venderò a lei.
-Ma vaff...

Oppure:

-Io visto bici, potere vedere?-
-Buongiorno a lei, c'è proprio l'inflazionamento dei saluti. Ovviamente si può vedere, sto in via blablabla-
-Ma io vengo da Santa Croce sull'Arno, potere fare sconto?-
-Co-come, scusi?
-Io dovere fare strada, quindi tu fare sconto, ok?
-Non è meglio se cerca una bici dove abita lei?
-Tu è uno stron....

E ancora:

-Ciao, per quella bicicletta...-
-Buongiorno. Se vuole vederla, io abito in via Pa...-
-Sono comprese le spese di spedizione, giusto?-
-Eh?-
-Dicevo: nel costo di 50 € sono comprese le spese di spedizione. Mi pare il minimo-
-Ehm... scusi, ma non è che ha sbagliato annuncio? Nel mio ho chiaramente scritto "solo cosegna a mano su Firenze"-
-Guarda che ci vuole un pò di elasticità, negli affari-
-Capisco...-
-Allora affare fatto?-
-Ho messo l'annuncio oggi, vorrei prima vedere se qualcuno la compra alle mie condizioni, le pare?-
-Così non farai mai strada. Hai il mio numero, richiamami quando cambi idea-
 
Buffa poi quella di chiamate di un singolo squillo. Col piffero che ti richiamo. Sei te che vuoi comprare? Sei te che devi chiamare.
 
Dopo due giorni di questo andazzo, arriva finalmente la giusta telefonata. Voce giovane, toscano. Abita vicino. Tempo 20 minuti e arriva. Vede la bici, gli spiego tutti i problemi. La controlla, l'esamina bene da cima a fondo. Ma è convinto. Mi paga e la porta via. Niente contrattazioni, niente richieste di ribassare il prezzo. Vedere merce, dare soldi, avere merce. Ci vuole così tanto?
 
La sera, a cena, scopro che strabocco letteralmente di tristezza. Si, quella bici è stata un pezzo della mia vita. E mi manca. Spero tanto che quel ragazzo ci abbia fatto e continui a farci tanti chilometri e si diverta come mi sono divertito io. E raggiunga un bar dove cazzeggiano gli amici del padre e non credano che abbia fatto tutti quei chilometri da solo.



1 commento:

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