venerdì 10 gennaio 2014

Quando cominciai il mio lavoro in albergo, nel lontano ’97, avevo l’idea stereotipata che gli americani fossero i clienti peggiori, o quanto meno quelli con le idee più strane ed ignoranti per quel che concerne l’Italia. Prendete ad esempio “Only you”, filmettino hollywoodiano del ’94, conosciuto in Italia con il nome di “Amore a prima vista”. Non starò a dirvi la trama: sappiate solo che le protagoniste del film sono due tizie che arrivano a Venezia. Già alla prima scena si deve trattenere la bocca per non vomitare: si vede il Canal Grande con sottofondo… una musica napoletana. Come se girassimo un film a Los Angeles e di sottofondo mettessimo Sinatra che canta “New York New York”. Perché per certi registi e scrittori made in Usa è un po’ la stessa cosa; è Italia, stai a guardare il capello… magari la prossima volta ne girano uno su Napoli con sottofondo “O mia bela madunina”. Un obbrobrio sceneggiativo che però potrebbe avere un gran pregio: far morire di crepacuore i leghisti in sala. Effettivamente potrebbe essere una buona idea: immaginate la città vista con il golfo e Vesuvio in fondo, o magari il maschio Angioino; poi parte la nenia milanese e… argh! Attacco cardiaco dei rappresentanti della lega. Da mostrare subito alla prossima adunata di Pontida.
Ma il film non si ferma con questo sfondone: le tizie vogliono andare a Roma ma non possono perché è sciopero di qualsiasi mezzo di trasporto. E qui effettivamente hanno ragione, siamo cronicamente soggetti a queste difficoltà, e me ne rendo conto quando vi sono scioperi ed ho clienti che vanno nel panico e non sanno come raggiungere la loro prossima destinazione del viaggio, o magari i musei che tanto agognavano vedere da tempo sono chiusi, o peggio ancora non possono tornare a casa perché non c’è neanche l’aereo. Ma le tipe non si danno per vinte e noleggiano un’auto… una vecchia fiat 500. Non il modello attuale, non quello degli anni 80. No, sto proprio parlando di quello degli anni 50, quella scatoletta da sardine di latta. Vi pare che un autonoleggio moderno avrebbe un’auto del genere nel suo parco macchine? Chi mai la prenderebbe? Al di là del fascino di guidare un’auto storica, non la vorrebbe nessuno perché non ha le comodità delle auto moderne, oltre a difettare di aria condizionata, servosterzo e velocità adeguata; è già tanto se cammina. Come se io andassi negli Usa e noleggiassi una Ford modello T. Ma tant’è, le tipe noleggiano l’auto ed imboccano l’autostrada. E’ facile, no? Basta andare sempre dritto, passare Bologna e Firenze e s’arriva a Roma. Voglio dire: come fai a sbagliarti? Basta che rimani sull’autostrada, non si deve uscire. Solo che ad un certo punto si vede “uscita Poggibonsi”. Il che significa che sono sull’autopalio, la Firenze-Siena. Come ca**o fai a sbagliare così? Devi uscire allo svincolo, devi essere proprio tonto ad uscire invece di seguire per Roma. Ma non è finita, perché sul cartello di uscita a Poggibonsi si evince bene che continuando dritto si arriva a Firenze… quindi vengono da Siena, e non stanno andando a sud ma a nord. Dopodichè le tizie si ritrovano in mezzo alla campagna. Cioè: non paghe di essere uscite dall’autostrada per Roma ed essere finite su un’altra autostrada, sono pure uscite da lì per andare in mezzo alla campagna, dove rimangono senza benzina. Ma lì sono fortunate perché incontrano delle suore che gli riempiono l’auto gratuitamente e gli regalano pure un santino. Giuro, è proprio così. Poi non so altro perché dopo quella scena cambiai canale disgustato.
Ora, noi italiani ci ridiamo su, ma per gli americani intelligenti è una roba abbastanza degradante. Ce ne sono alcuni (come la mia amica Regina) che vengono qui tutti gli anni, e conoscono a menadito ogni angolo di questa città, e molto meglio di me che ci vivo. Sto parlando di persone che sanno che la Venere è nella sala 10 ed il Tondo Doni nella sala 34, probabilmente conoscono pure gli impiegati degli Uffizi, personalmente; io lì ed all’Accademia ci sono stato una sola volta, e vivo a Firenze da 43 anni. Sono stato più volte al Kinkaku-ji di Kyoto che a vedere la Primavera del Botticelli. Ho visto il David per 5 minuti 5. All’Imperial War Museum di Londra passai almeno 20 minuti davanti al Jagdpanther, in totale adorazione. La Sara era disgustata. Santa donna che mi sopporta.
Quindi ho imparato che gli americani non sono come gli sceneggiatori di Hollywood. Ho avuto la fortuna di conoscere molte persone intelligenti e grandi conoscitori dello Stivale. E’ da non credere che abbiano avuto per 8 anni un presidente come George W. Bush (anche se, la prima volta, avevano votato quell'altro).
Perciò mi stupisco molto quando degli americani mi pongono domande strane.
Coppia 70enne di nazionalità statunitense ma origine centroamericana. Arrivano al bancone per chiedere informazioni. Mi mandano un po’ in confusione perché parlano due lingue e non so quale usare: gli do una spiegazione in inglese e mi rispondono in spagnolo; passo anch’io allo spagnolo e mi riparlano in inglese; finisco che faccio un mix di spanglish che se mi sentisse Jennifer Lopez mi salterebbe addosso qui, sul bancone. Ok, mi rendo perfettamente conto che è altamente improbabile che JLo venga in questo albergo, ma se proprio si deve sognare, perché non farlo in grande stile?
Dispiego la mappa sul banco e via con le spiegazioni: noi siamo qui, gli Uffizi, l’Accademia, il Duomo, orari di apertura, ecc ecc. In più la locazione degli uffici della Hertz, perché hanno prenotato un auto.
Attimi di pausa.
Dove sono gli Uffizi? Dov’è Palazzo Pitti? Dov’è la Hertz?
Riparto con le spiegazioni.
Non la farò tanto lunga, sappiate che per mezz’ora, oltre a ripetere dove stava l’albergo, l’autonoleggio ed i musei, ho spiegato anche la direzione per Siena, Assisi e Pisa. Con relativo chilometraggio ed autostrade da prendere.
3 volte.
Quando sembra che abbiano assimilato la notevole mole di informazioni che gli ho sciorinato, la signora parte con la domanda topica:
Dove sta la piazza con la fontana del film?
Non credo di aver capito bene (cioè, ho capito benissimo, ma provo a vedere se la signora si ravvede): domando di che piazza sta parlando (notare che non mi ha detto nessun titolo di film, ma si capiva benissimo di quale pellicola voleva andare a parare).
Lei insiste: massì che hai capito, quella con la donna che va nella fontana e l’attore tuo omonimo (rip, grande Mastroianni, come mi piacciono i clienti stranieri che mi chiamano così. E come mi brucia ancora quando quegli italiani che mi dissero “Ah, lei si chiama come Dell’Utri”…).
Io ed il marito correggiamo la signora sull’esatta locazione di Fontana di Trevi, al che lei si riprende dal torpore:
I know is in Rome! I’m talking about the town where they eat the ice-cream”.
No, non ci siamo. Non mi ricordo di Mastroianni e la Ekberg che addentano un cono. Non è che sta parlando di “Under the Tuscan sun”? Infatti è proprio quello; e notare come il personaggio italiano del film si chiama come me, e non poteva essere altrimenti, anche se sono moooolto più figo dell’attore che lo interpreta.
Come sarebbe a dire che non lo sono?
Va bene, vado avanti, ma non finisce qui.
Ok, signora, la cittadina si chiama Cortona (in realtà è stato girato anche a Montepulciano, ma ometto la cosa, non abbiano a chiedermi informazioni anche su quella), ed è in direzione Assisi. Siete fortunati, quando prenderete l’auto non dovrete fare altro che fermarvici mentre andate ad Assisi.
Ora, tralasciamo lo sfondone sulla fontana (che non è a Firenze ma a Roma) che poi diventa una piazza per lo struscio con cono incorporato: questi clienti che hanno (più o meno) un percorso stabilito. Un bel giretto: Cortona, Assisi e poi tutto dritto per Roma.
E loro: e poi dovremo andare a Siena e San Gimignano.
Fermi, un momento.
Ripasso mentalmente ciò che mi hanno detto.
Volete fare, tutto in un giorno, Siena, San Gimignano, Cortona, Assisi e poi arrivare a Roma?
Mi confermano tutto e, accortisi della mia forte perplessità, mi chiedono se c’è qualche problema. Al che mi toccò spiegargli bene dove si trovano di preciso le 4 cittadine, e che è un po’ difficile farsele tutte in un giorno, calcolando che l’autostrada da Firenze a Roma non ci passa attraverso. Neanche tanto vicino. Quindi: altro quarto d’ora di spiegazioni attente sulla vera distanza e sulle strade da percorrere. Ma alla fine la signora se ne esce con un: “Oh, the agency told us it is possible”.
La volontà di fargli un facepalm davanti a loro è forte, fortissima. Resisto alla tentazione, il mio braccio destro penzola inerte lungo il fianco.
The agency was totally wrong”.
Silenzio assoluto. I due si guardano schoccati. Io, che un po’, lo ammetto, ci godo anche, butto giù il carico da 10:
“Believe me: no way”. A meno che non decidano di fare una sosta di 10 minuti 10 in ogni posto. Ma se vai a visitare una cittadina non ci vuoi passare almeno un’oretta? Specialmente dei luoghi così belli. Diamine, stiamo parlando di 4 tra i migliori borghi di questo quadrante stellare.
I due coniugi parlottano tra loro, e cominciano a realizzare che l’agenzia ha toppato (non ci vuole molto, se uno usa un po' di logica). Nel frattempo io mi metto a servire altri clienti, ma ho come un tarlo che mi rode in testa. Poi realizzo. Prendono l’auto dalla Hertz domani, ma partono tra 4 giorni.
Gli chiedo se hanno già prenotato un garage per parcheggiare l’auto.
E qui arriva la dichiarazione suprema.
Mi dicono che metteranno l’auto nel parcheggio gratuito.
Giuro, dissero proprio così: free parking.
Free parking.
A Firenze.
In centro.
JLo entrerà veramente da quel portone, mi verrà accanto e dirà: “You are mi hombre. Take me now, sobre este desk! Take my coño!”
Raul Bova varcherà questa soglia e mi tenderà la mano: “Volevo conoscere il quarantenne più figo di questo settore della galassia; sono lieto di essere il numero due, ma ora ti lascio, vedo che sei impegnato con la Lopez, tieni alto l'onore, bravo!”
Sono eventi molto più probabili che non il free parking a Firenze.
La signora, timidamente, azzarda: “The agency told us there is free parking in Firenze”.
A quel punto non potevo non farlo.
Mi è venuto spontaneo, naturale.
La mano sinistra prende gli occhiali e li posa sul banco.
La mano destra sale dal basso; scorre lungo il mio fianco, inesorabile, e si accosta al mio viso. Le dita si aprono e coprono per intero la mia faccia.
Un facepalm unico nelle sue dimensioni.
I due clienti mi guardano sempre più allarmati. Hanno realizzato che l’agenzia gli ha rifilato un pacco unico. Quelli che fanno i giochetti delle 3 carte sarebbero stati più onesti.
Pazientemente gli spiego che nelle città italiane, soprattutto i centri storici, il free parking è un sogno pornografico con JLo che si realizza, è la mia squadra di calcetto che vince la Champions perché io paro il rigore decisivo a Cristiano Ronaldo, è il parlamento che decide all’unanimità di dequartarsi lo stipendio, è silvio che annuncia il ritiro dalla politica, è la juve che ci rende lo scudetto dell’82 e la ‘oppa uefa del ’90 e chiedono pure scusa.
A quel punto mi viene spontaneo suggerirgli la soluzione: voi ora uscite dall’albergo (che siete davanti a ‘sto bancone da ¾ d’ora, ma siete venuti a visitare Firenze o vedere il marce perché è figo sul serio?) ed andate dritti alla Hertz a cambiare la prenotazione, e ritirare l’auto il giorno della vostra partenza. Qui in città non vi serve perchè siamo a piedi da tutti i punti più importanti, e se volete andare in qualche città vicina tipo Pisa o Siena, ci sono treno e/o autobus. Ad esempio lunedì (avevano di mezzo un lunedì nel loro soggiorno) perchè i musei a Fi sono chiusi.
Con questa affermazione, li faccio praticamente miei. Non sapevano che Uffizi ed Accademia sono chiusi il lunedì, quindi, letteralmente, li conquisto. Sono ai miei piedi, potrei ordinargli di praticare un sacrificio azteco sul primo tizio che entra in albergo e lo metterebbero in atto con entusiasmo. Così gli trovo gli orari del treno per Pisa la mattina, poi Pisa-Lucca nel primo pomeriggio; già, perchè nel frattempo era apparsa pure Lucca, che volevano pure vedere il fine settimana, e non mi pareva il caso visto che erano i giorni di Lucca Games & Comics (che non conoscevano, ovviamente) e durante il quale è più affollata delle coste della Normandia il 6 Giugno del '44. Infine stampo gli orari per il ritorno a Firenze nel tardo pomeriggio. Gli programmo l'intera giornata di visite. Ci prendo letteralmente gusto e li inchiodo su orari e piantine: mi ascoltano adoranti come le ss a Norimberga durante il discorso del fuhrer.
Non pago, gli faccio cancellare pure una notte a Roma: gli prenoto un albergo ad Assisi (trovo su booking e poi chiamo per prenotargli). Così alla partenza prendono l’auto e si fanno i loro giri per la Toscana e l’Umbria. E partiti da Assisi gli suggerisco anche la visita a Spoleto e le cascate delle Marmore. Od in alternativa (anche se più lunga) Orvieto. Infine gli suggerisco un buon ristorante dalle parti dell'ufficio della Hertz; segno tutto sulla mappa.
Mi ringraziano fino alle lacrime. Gli ricordo (3 volte) che devono scrivermi per dirmi com’è andato il loro giro.
Tornano la sera dopo cena, poco prima che stacchi il turno. Hanno modificato la prenotazione Hertz, prenderanno l'auto quando partono da Firenze, tra 4 giorni. Ma al ristorante non ci sono stati, si sono persi.
Ma come, era la cosa più facile di questo mondo, bastava andare sempre dritto per 200 metri lungo via Palazzuolo e...
Lascio perdere, non voglio sprecare altro fiato. Sono contenti di essersi risparmiati 4 giorni di spesa per un mezzo di trasporto che non gli serviva, basta così. E poi prima di salire in camera mi richiedono di nuovo gli orari Pisa e... Siena.
Lucca, signora, Lucca.
Ah, era Lucca?
Ristampo gi orari, li metto direttamente tra i preferiti, tanto li richiederanno oggi o domani. Gli ricordo un'altra volta che devono scrivermi. Gli do un altro bigliettino dell'albergo, ma comincio a nutrire forti dubbi.
Non li ho più sentiti.
Spero che sia perché hanno perso la mail dell’albergo, ma non mi stupirei se fossero ancora a giro per l’Umbria, l'altro Lazio o tutto il centro Italia....

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