giovedì 20 marzo 2014

Firenze è una città che ne ha viste tante.


Barbari che stuprano e devastano
guerricciole tra concittadini divisi per una stupida diatriba politica e capaci di isolare il più grande poeta del mondo
la Wermacht, seconda per cattiveria solo alle divisioni orchesche di Sauron
eccessive quantità di h2o che dilagano per le strade
un migliaio di magrebini che festeggiano 5 gol.


Ma ci sono fiorentini che si meritano tutto questo. Se lo meritano eccome.


C'è una traversa della via ove si trovano gli alberghi per cui lavoro. E' una bella strada, rifatta da poco dal comune. Prima era un disastro di pietre sconnesse, ora è una piccola chicca. Ed è diventata zona pedonale.


Esco dall'albergo alle 7 del mattino, completamente fuso da 8 ore di turno di notte, il terzo di fila. Mi è pure cascata la testa sulla scirvania, per un'oretta circa ho sonnecchiato, e quando mi sono alzato ero un cencio: provateci voi a dormire seduti, con la testa in avanti. E' meglio cercare di stare svegli, datemi retta. Solo che non ce l'ho fatta, così stamani ero a livello zombie.

Attraverso l'incrocio con questa stradina pedonale. L'occhio cade sulle locandine del giornalaio, dove non si parla altro che dello scontro di stasera: la locale compagine di arte pallonara che gioca contro le forze del male, colei-che-non-può-essere-nominata. La frenesia si è impossessata di tutti, qui, ma a me importassai: prima c'ho da dormire e poi occuparmi della prole, con cui sono solo fino alle 22.30, ora a cui tornerà mia moglie dal lavoro. Ed a cui dovrò poi andare io, perchè ho un quarto turno di notte, questa settimana.

Improssivamente, clacson. Forte e potente.

Ora, io sono un tipo sensibile. Normalmente, quando mi sento un clacson a breve distanza, faccio un salto modello Shaq-attack.

Stamani non mi muovo neanche di un micron. Ruoto la testa di 180 gradi e lì si, rimango sorpreso.

Ho un'auto a due millimetri due dalla gamba.

Vuole entrare nella zona pedonale. Si è fermato poco prima di investirmi. Parecchio poco prima.
Dentro, due tizi. Il passeggero mi fa segno di levarmi dai tre passi. Con gesti molto decisi e labiale inconfondibile. Anche piuttosto colorito.

Per circa un paio di secondi, che per me sono durati due millenni, non capisco proprio che sta succedendo. Sia per il mio rincoglionimento totale, sia perchè non mi torna il senso di marcia dell'auto. Mi scanso, come un automa, poi realizzo e mi allibisco. Alzo il braccio con l'indice puntato.
 
Indico il divieto di accesso.
 
E quello dentro, mentre l'auto mi passa accanto e poi sgomma a tutta forza nella zona pedonale, mette la mano con il palmo in avanti. Anche qui il labiale è inconfondibile:

Stai calmo!”
 
Io?
 
Ma io sono calmissimo.
 
Ho appena finito un turno di notte, ho la stessa vitalità di un bradipo 80enne la mattina dopo una sbronza ed annessa notte di fuoco con la Lopez, più calmo di me non c'è proprio nessun altro su questo pianeta, a parte qualche altro collega. Siete voi due dentro che siete agitatissimi e vi state infilando, sapendo di compiere un atto illegale, nella zona pedonale.
 
Rimango lì come un idiota, a bocca aperta, ma sono troppo stanco per mandarli dove meritano.
 
Deficenti. Se stasera si perde, è colpa vostra.

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