domenica 30 marzo 2014

Il problema, alla fine, è sempre quello:
la gente, semplicemente, non legge.

Posso capire che non gli piacciano letture tipo A.J.Taylor, Preston e Liddell Hart; no, davvero, lo capisco. Sul serio. Non è che siamo in molti, su questo pianeta, ad interessarci di letture del genere. Effettivamente, molto pochi.
Per non parlare del regolamento di World in Flames. Od anche solo di quello di Caylus.
Posso persino ad arrivare a capire che a qualcuno possa non piacere Bryson. Anche se faccio fatica. Molta fatica. Non amare Bryson significa essere analfabeti. O bischeri. E questo è uno dei miei grandi riproveri verso i comunisti e la loro delirante mania di alfabetizzare le masse. Sforzo inutile. E’ meglio sapere che qualcuno è analfabeta, che scoprire, dopo, che è un  bischero.

Solo che qui non si parla di gusti letterari. Si parla di vita quotidiana.
E’ qui che sorge il dramma.

Turno di notte, arrivo alle ore 4.30.

Coppia del nord italia.

Capita, di dover arrivare a quest’ora. Ma la camera è pagata, per noi tutto ok. Check-in ed eccovi le chiavi, potete salire in camera.

Visto che sono arrivati a quest’ora, chiedono se possono dormire due ore in più rispetto all’orario del check-out, le 10.

Le 10 lo dice la cliente.

In realtà da noi il check-out è a mezzogiorno.

-Ah, bene, allora nessun problema-

Pare proprio di no. Una cosa che fila liscia. E vai!

See, te piacerebbe.

Hanno l’auto.

Gli spiego il problema dell’auto. Non possono lasciarmela davanti all’albergo. Non nel nostro posto, delimitato dalle righe gialle (che paghiamo profumatamente al ren… no, al nardella).

Mi possono lasciare le chiavi e domani mattina chiamo il garage. E c’è il costo del garage da pagare. Perché non è compreso nel costo della camera.

Sorpresa. Amara sorpresa.

Nessuno ci aveva detto niente.
Nessuno ci aveva informati.

Mentre sto per prendere la pratica della loro prenotazione e vedere qualche dei miei colleghi ha mancato di scrivergli della questione garage (questione iperfondamentale, in un albergo come questo) i clienti mi pongono questa strabiliante, ma più volte sentita, ipotesi:

E se la lasciamo lì?

Gli spiego pazientemente che non si può. Lo spazio serve anche agli altri clienti. Se uno vuole partire e caricare i bagagli in auto, come fa? Quindi lo spazio deve essere libero.

Ok, è vero che in questo momento, nella strada, ci sono auto su auto. E’ sabato notte. Se ne strabattono tutti della ztl e del permesso di parcheggio per residenti: la gente viene qui e si dà al parcheggio selvaggio, tanto domani è domenica ed i vigili dovrebbero dormirsela e fregarsene pure loro. Quindi gli spiego che, se vuole, può fare questa manovra: parcheggia in altro punto della strada, anche sulle strisce se gli va. Ma il nostro spazio deve essere libero.

Non sono affatto contenti. Lui mi dice che viene da una città 3 volte Firenze, ed i costi non sono così alti. Che il garage a tali prezzi è una follia e fa scappare i turisti.

Mi verrebbe da dirgli: magari. Ce ne sono troppi. Od almeno, ce ne sono troppi con l’auto. Bastiamo già noi fiorentini, con l’auto, i turisti farebbero meglio ad usare il treno.

Non posso dirgli una cosa del genere, è ovvio. È indecoroso. Non si fa, semplicemente. Mi spiace, ma questa è una città rinascimentale. Medioevale. I fiorentini di millenni fa furono alquanto imprevidenti a costruire stradine così piccole e non prevedere megaspazi con parcheggi. E’ così. Ci sono pochi garage, tutti privati e tutti carissimi.

Sono molto, molto scocciati. Dato che sono stanchi, vista l’ora, e non hanno voglia di cercare un posto selvaggio altrove, mi lasciano le chiavi. Domani mattina chiamo il garage ed un addetto verrà a prendere l’auto. Poi i clienti pagheranno al momento di partire. Dopodichè salgono in camera.

Lasciato solo, nella semioscurità in cui mi piace piombare in questo momento del turno di notte, registro i nomi dei clienti sul programma, stampo la schedina di notifica ed effettuo l’addebito. Poi prendo la pratica della prenotazione.
La copia del bonifico della cliente.
La caparra.
La conferma della prenotazione.
Gentile signora xxx
Siamo lieti di confermaLe una camera blablabla
Al costo di blablabla
Colazione blabla

 “Per quanto riguarda il parcheggio, La informiamo che siamo convenzionati con un garage privato situato vicino al ns. hotel. Il costo varia da…”

Poi prosegue.
Tutte le informazioni dettagliate. Su costi ed orari.
Ho semplicemente copia-incollato.

“Nessuno di ha detto niente.”

Ripeto: il dramma è che la gente non legge.



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