sabato 24 novembre 2018

Devastanti.

Non per il fisico. Quello sopporta molto bene le 8 ore di turno alberghiero. Coloro che si lamentano della stanchezza fisica, che se ne escono fuori che "sono stanco", della spossatezza e dell'esuarimento, dovrebbero lavorare una dozzina di ore a raccogliere pomodori alla temperatura di trenta gradi. O tornare indietro nel tempo al medioevo, quando si zappava la terra e ci si cibava solo di quel che spuntava fuori, a parte la quota da consegnare al signore feudale che si prendeva sia il grano sia lo Ius Primae Noctis. Oppure in una fabbrica inglese dell'ottocento, a filare tessuti per 12 ore consecutive senza altro cibo di una ciotola di zuppa d'avena, con il perenne rischio di finire stritolati dalla macchina tessitrice. Per la gioia di un Dickens ispirato.

No, il problema è mentale.

Perchè in albergo, quando si è al banco, niente devasta i cuori e le menti peggio di una comitiva di indiani.

Gli indiani sono la distruzione del senso del lavoro d'albergo. Gli indiani sono la morte dell'accoglienza turistica. Gli indiani sono martellate nelle parti sacre del corpo. Gli indiani sono il desiderio di vedere il futuro re Giorgio comandare nuovamente sull'impero coloniale.

Gli indiani pretendono sevizi da 5 stelle anche se sono in una pensioncina. Chiedono informazioni sulla città anche se non gli servirà a niente solo perchè pagano e quindi vogliono comunque usufruire del servizio. Ti tengono delle mezz'ore a fornirgli assistenza anche se dietro di loro c'è una fila chilometrica, ma se sono loro in attesa cominciano a tamburellare nervosi le dita sul bancone.

Il primo gruppo sono 3 camere, tutte di donne. Che entrano nella hall con la delicatezza di un livornese sulla curva dell'Ardenza quando gli amaranto giocano contro i nerazzurri. E no, non mi riferisco alle due squadre lombarde.

Prima ancora che possa azzardare un buongiorno, pongono le seguenti domande:

-se le camere sono già pronte (sono le 9 del mattino);

-se sono sullo stesso piano;

-a che ora è la colazione;

-se c'è l'ascensore;

-se abbiamo una piantina della città;

-gli orari per andare a Pisa (per l'appunto);

-L'immancabile, onnnipresente, eterna password del wi-fi.

E le pongono tutte in contemporanea.

Se obbiettate che sono 6 donne e pongono 7 domande vi rispondo che non lo so. Non ho la più pallida idea di come facciano, ma ci riescono. Ci sono persone che hanno "gli occhi dietro le testa". Le donne indiane hanno un'altra bocca.

In questi casi non c'è risposta da dare. Non bisogna sforzarsi a rispondere. Perchè chi pone tutta quella sequela di domande a raffica, senza preoccuparsi di dare una priorità e, soprattutto, dare il tempo al portiere di rispondere una ad una, non vuole neanche saperle, le risposte. Deve solo dimostrare l'arroganza di essere cliente. Di aver pagato e pretendere un servizio.

Fornisco 6 bigliettini dell'albergo con orari, 6 piantine (dovete morire, stupidi alberi!) e gli faccio mettere i bagagli in deposito. E comincio a spiegare che, dato che l'albergo è pieno, finchè non parte qualche cliente e non puliamo la camera, dovranno aspettare. E sale subito una protesta modello '68. Mi salva, da questo massacro, proprio una partenza. Perchè la mattina la priorità sono i check-out, così possiamo tenere sott'occhio la situazione e, a seconda di quale camera è partita, poterla far pulire subito. Su questo gli indiani ci arrivano: la possibilità di entrare in camera già la mattina e, soprattutto, che gli affari sono affari, e il guadagno viene prima. Difatti si scansano per far affluire al bancone il cliente in partenza, affinchè paghi la camera. Una volta fatto ciò, faccio mandare la cameriera a pulire con priorità questa camera, così almeno una su 3 l'hanno disponibile in mattinata. Glielo spiego e sembrano capirlo, perchè mi dicono "torniamo tra mezz'ora".

Invece si ripresentano alle 14.

Oh, chiaramente, una volta salite, tempestano di chiamate il ricevimento per problemi di ogni tipo. Ad esempio:

-Abbiamo richiesto di avere almeno due camere comunicanti.

-E come vi abbiamo risposto due mesi fa via mail, non le abbiamo. Vi abbiamo messo più vicino possibile, sullo stesso piano.

-Ma noi siamo cugine, non vogliamo andare da una camera all'altra passando dal corridoio.

-Avevate letto la mail, quindi lo sapevate.

-Quindi dobbiamo passare dal corridoio?

-Immagino di si.

-Ma perchè non avete camere comunicanti?

-in Italia ci piacciono i muri.

....silenzio...

(Io): - Signora?

Riattacca.

Anche se la risposta era da "risorsa salviniana", ci stava tutta.

Ovviamente, delle 3 camere, una non va bene. Piccola, scura, sporca, orribile.... tutti gli aggettivi inglesi conosciuti da una donna indiana possibili su "brutto brutto brutto" mi piovono dalla cornetta.

Mando su il facchino per accompagnarle a vedere un'altra camera. Come mi immaginavo, mi chiama subito:

-Marce, le signore vogliono una camera allo stesso piano delle loro amiche.

-Non le abbiamo più. C'è rimasta solo questa.

Lui riferisce, poi dice che -Le clienti tornano giù, e ci faranno sapere.

Io rimango basito. Come "ci faranno sapere?" Devono decidere subito. I clienti arrivano, vogliono le camere. Non possono mica bloccarmene due a loro piacimento. Non esiste che debba dire alla gente "dovete aspettare perchè delle indiane stanno decidendo quale camera prendere e a voi toccherà quella che resta". Se cambiano subito, bene, altrimenti restano dove sono.

Di lì a pochi minuti, per l'appunto, arrivano i clienti da mandare in questa camera. E, ovviamente, li mando su senza remore. E poichè sono iberici, e come quasi tutti gli iberici, adorabili, li accolgo col mio miglior sorriso, ci metto qualche battuta nel mio miglior spagnolo e questi quasi mi abbracciano.

Del cambio camera non sento minimamente. Alla fine le indiane sono restate nella prima loro assegnatagli.

Altro gruppo di indiani: ben 5 camere doppie. Una roba da suicidio. L'arma di distruzione di massa dell'intera penisola indiana: 10 persone che parlano contemporaneamente. Da ammattire.

Le domande che mi pongono durante tutto un pomeriggio di lavoro, costantemente e insistentemente, è di organizzargli un tour prvato di qualsiasi città della Toscana: Pisa, Lucca, Siena, Volterra, San Gimignano, persino Massa, che ancora mi domando come facciano, in India, ad aver saputo che qui esiste una cittadina chiamata in questo modo.
 
In tutti i casi la risposta è una e una sola: se volete fare un tour solo voi (in modo da non essere mischiati con altri esseri umani di sicura casta inferiore) sappiate che comunque il bus necessario ad accogliervi tutti è comunque un 16 posti, e dovete pagare anche l'autista e la guida. Inoltre no, per questione geografiche il tour NON fa tutte le città da voi elencate. In un paio di giorni, forse.

Insistono. Glielo rispiego. Mi chiedono di chiamare l'agenzia per chiedere. E chiamiamo, se non vi fidate del portiere. E con loro piena indifferenza, una volta ricevuta l'ennesima risposta uguale, pongono altre domande. Il massimo arriva quando mi chiedono, per il giorno della loro partenza, due taxi per andare a Milano. Me lo faccio ripetere perchè credo di non aver capito bene: voi volete due taxi per andare a Malpensa? Si, proprio così. Se proprio volete sapere, non c'è problema. Chiamo. E mentre sono in attesa, costoro mi girano le spalle e escono dall'albergo. Tutti e 10.

Rimango lì, basito, mentre questi se ne vanno senza neanche aspettare la risposta alla domanda. Senza nemmeno attendere che porti a fondo la consegna e gli riferisca il costo per due taxi da Firenze a Malpensa. Sono letteralmente furioso, e ho come l'impressione di essere preso in giro, che mi abbiano fatto fare un qualcosa a cui non erano minimamente interessati ma che bastava facessi perchè loro lo chiedevano. Ma ormai che ero in collegamento con una delle due compagnie taxi della città chiedo, ricevo la tariffa (650 € a macchina, e probabilmente non sarebbero bastati perchè, benchè ci siano taxi per 5 persone, spesso non contengono anche le tante valigie che gli indiani si portano appresso, quindi molto probabilmente gliene servivano 3) e la riporto su un bigliettino che metto nella casella di una delle 5 camere. Anche se poi, come mi ha riferito il collega di notte, lo avrebbero stracciato senza neanche leggerlo. Il giorno della partenza sono andati in stazione a prendere il treno.

Tanto per non farsi mancare niente, ho un'altra coppia di indiani: moglie e marito di un'altezza tale che anche l'ex ministro Brunetta fa la figura di un giocatore di pallacanestro.

Costoro sono vegetariani e si lamentano che, sul buffet, ci sono pochi alimenti adatti a loro.

Non so a che livello di vegetarianesimo siano costoro. Se arrivano comunque a mangiare il formaggio oppure evitano anche i latticini e, come un personaggio dei Simpson "non mangio niente che proietti ombra". Vengono al bancone e, con fare pietoso, chiedono di avere cibo adatto a loro.

Non so proprio cosa rispondergli. Abbiamo un buffet, offriamo un sacco di prodotti, devono solo scegliere. Se non volete la carne, basta che evitiate gli affettati. E le uova, immagino. Sicuramente ci sono alberghi che offrono maggiore scelta, ma hanno anche una se non due stelle in più di noi, oltre a un costo decisamente maggiore. Loro insistono e io posso solo rispondere allo stesso modo. E così via, in un "loop" infinito. Questo avvenne la mattina.

Io giorno dopo ero di pomeriggio. Avevo appena riattaccato la consegna dei taxi per Malpensa e scritto il costo sul bigliettino quando mi vedo apparire la signora con un sacco. Chiede di riscaldare questo cibo che si erano comprati. Apre il sacco e mi mostra un cartone della pizza. Ma non di una pizzeria. Di un supermercato. Si erano presi una pizza surgelata.

Gli spiego che non posso fare niente perchè a) assolutamente non mettere nel forno cibo dei clienti: per ragioni di igene ci possiamo mettere solo i cibi nostri; b) il forno è accesso solo durante il servizio di colazioni e c) non posso accedere nella caffetteria. Lo può fare solo il personale addetto quando è in servizio.

E la signora, con tutta la naturalezza di questo mondo, mi chiede di chiamare una delle ragazze affinchè venga ad aprirle....

Chiaramente, mi rifiuto. Queste si alzano alle 5 del mattino per essere lì alle 6 a prepapare il buffet, e dovrebbe pure venire alle 20 per fare una cosa vietata? Come minimo mi "terminerebbe" anche solo per averglielo accennato. L'unica cosa che posso fare è prendere un piatto dal buffet, metterci la pizza e posarla sulla macchina del caffè, che almeno un pò di calore lo emana. Tocca spostare le tazzine ma alla fine mi arrendo e gli faccio questo favore. Gli indiani sono così: insistono, insistono e continuano finchè non ti prendono per sfinimento. Dopo mezz'ora la signora scende e prende questa pizza ancora fredda ma abbastanza scongelata da essere consumata.

Ma per lo meno la signora, almeno lei, ringrazia sentitamente. Quindi la proporzione è di un indiano che dice grazie ogni 16. Ma il 100% di domande insistenti.