venerdì 26 maggio 2023

Non voglio assolutamente fare retorica.

Non mi va di cercare il pelo nell'uovo, di essere puntiglioso, di evidenziare banalità. O forse si. E comunque, io faccio le riflessioni che mi pare. Aprire un blog e/o una pagina è gratuito, lo possono fare tutti.

L'altro giorno trovai il blog di un tizio. Uno dei tanti blog/pagine fb esistenti. Diceva qualcosa di, a mio parere, profondamente condivisibile: che tutti coloro che si lamentano di questa nazione e dei suoi perenni, assidui, continui problemi, dovrebbero stare zitti quando, ad esempio, aprono il rubinetto e fanno uscire acqua potabile: una cosa che la maggioranza degli abitanti del pianeta non può fare. Lo stesso blogger evidenziava come tutte queste lamentele, che finivano sempre e inevitabilmente con l'etichettare l'Italia come "paese di m..." vengono fatte tramite costosi telefonini. Da persone stravaccate su un divano e di fronte a una tv a schermo piatto.

E' vero, ha ragione. Ma credo comunque che le cose siano sempre relative.

Turno di mattina. Due clienti italiani in partenza.

Prima scende lei, abbigliata come l'ultima comparsa di Romanzo Criminale, che senza neanche dire buongiorno esce per fumare sulla soglia dell'albergo.

Poi arrivò il maschio alfa.

Posò i bagagli accanto al bancone e, indemoniato che Pazuzu scapperebbe scandalizzato, se ne uscì fuori così:

 "Paese di m....!!!! Paese di m....!!!!!"

Sul banco, con rabbia, sbattè i palmi delle mani.

"Ma se io mi rifiuto di pagare questa tassa di soggiorno che succede? Mi mandano qui la polizia? E io non la pago, voglio proprio vedere!" con un'arroganza che non ritrovi neanche tweet di selfini.

Come dicevo, le cose sono sempre relative. Costui aveva soggiornato in un albergo nel centro di Firenze, pagando una fispola di camera perchè siamo a maggio, piena stagione turistica. Con uno sproposito di parcheggio perchè nel centro di una città vecchia di secoli, se vuoi la libertà del muoverti come ti pare, i pochi posti auto disponibili si pagano. Molto. Significa che aveva la disponibilità economica per permettersi tutto ciò. Che ha potuto prendersi i giorni liberi per muoversi attraverso questa penisola e soggiornare in una struttura ricettiva. E malgrado ciò, si lamentava di una tassa di soggiorno.

Ora, al di là del fatto che ci sono popoli, nel pianeta, che tutto ciò se lo sognano soltanto, sono ben altri gli italiani che potrebbero affermare, con ragione, che questo è un paese di m.

Nadia e Caterina, ad esempio.

Esattamente 30 anni, ad appena un paio di chilometri da dove scrivo e poco meno di 100 metri da dove lavoro, una bomba piazzata da italiani uccise queste due bambine, rispettivamente di 9 anni e 50 giorni.

Loro si, avrebbero tutte le ragioni di dire che questo è un paese di m. E così i loro genitori e lo studente 22enne che era in un altro appartamento del palazzo completamente distrutto dall'esplosione.

Ma questo essere che avevo davanti, questa medaglia d'oro della lamentosità, ecco: lui proprio no. Lui dovrebbe baciare il suolo del paese dove è nato e cresciuto, tutti i giorni, e ringraziare. Perchè può permettersi un sacco di cose che altri non possono fare.

E non parlo solo della mera disponibilità economica.

Spiegai, al minus haben, che la tassa la pagherebbe il portiere, cioè io. Perchè all'istat, a cui mandiamo giornalmente i dati delle presenze, non importa niente di quel che fa un cliente al check-out. In questo mese risultano tot clienti? L'istat richiede tot importo di tassa. E l'azienda, se mancano dei soldi, li chiede a chi era in turno quel giorno. In quel caso, io.

L'omuncolo rimase lì a bocca aperta, sorpreso, come se fosse la prima volta che sente parlare di responsabilità, di ripianare buchi di bilancio commessi da chi non paga le tasse, di doveri a cui non ci si può sottrarre. Potrei semplicemente bollare la cosa come "è il mio lavoro" ma è anche una questione di privilegi: in questo paese ce ne sono ancora tanti. E non sto dicendo che sia una cosa sbagliata: se ci sono persone che possono godere di privilegi, è anche perchè ci sono state donne e uomini, in passato, che hanno combattuto per questo.

Quindi lamentarsi per qualche euro di tassa quando c'è chi non ha neanche vissuto la sua vita lo trovo profondamente offensivo.

L'omuncolo tirò fuori i soldi e pagò la tassa, continuando a infarcire il discorso di "paese di m..." e altri termini che dimostrarono come questo, oramai, non sia più un paese cristiano. Io mi limitai a stampargli la ricevuta e dargli un arrivederci. Dopo di che, mi dedicai ai clienti successivi, che almeno erano americani sorridenti, felici di fare i turisti e consapevoli che, se c’è da pagare qualcosa, si paga.

Però ripeto: se avete tanto da lamentarvi di questo paese, stasera pensate a loro. All'una di stanotte saranno esattamente 30 anni dalla loro morte:

Fabrizio, 39 anni

Angela, 36 anni

Nadia, 9 anni

Caterina, 50 giorni

Dario, 22 anni

martedì 16 maggio 2023

Noi portieri di notte siamo un pò dei confidenti. Dobbiamo saper ascoltare. Sentire quel che le persone vogliono dirci, che siano i loro problemi di vita o momenti di felicità. Ovviamente, preferiamo di gran lunga i secondi ai primi, ma comunque occorre avere soprattutto un fattore: la pazienza.

Ore 4 del mattino. Scende, puntualissimo, questo ometto che più americano non si può, più basso di me ma atletico, sulla sessantina, una spruzzata di capelli bianchi in testa e un sorrisone stampato sulla faccia. Saluta con un buongiorno decisamente sonoro e chiede due caffè americani.

Sono lì apposta. Lo faccio accomodare poi vado a preparagli quanto richiesto. Lui è felice. Si gusta i caffè mentre guarda video del tennis al telefono, poi chiama negli States. Parenti? Amici? Cerco di non ascoltare, non sono affari miei, anche se spesso la gente parla a voce così alta che si sente tutto. Torno al bancone a continuare il mio lavoro.

Sennonchè, finiti i caffè, l'americano viene al bancone. Evidentemente vuole fare due chiacchiere. Volentieri, noi notturni siamo tipi che, a furia di stare da soli, potremmo dipingere una faccina su un pallone, se ce ne capitasse uno. Quindi un pò di compagnia è bene accetta.

Solo che costui vuole attenzione al 100%.

Mi dice che ha due figlie, al che replico "anche io!". Oh, ganzo, ma a lui interessa meno di zero. Basta che stia zitto e ascolti. Mi mostra, sul cellulare, le foto di queste due belle ragazze, una delle quali è su in camera con la moglie. In effetti lui e la signora partiranno, mentre la figlia resterà qui a Firenze per studiare. In un appartamento che gli ha comprato.

Aspetta, cosa?

Comincio a pensare che il tipo sia decisamente ben messo, economicamente. In effetti soggiorna in una camera il cui costo dimezzerebbe il mio mutuo. Nell'ordine mi mostra:

-la foto di lui e il direttore della compagnia aerea, lo conosce personalmente; ha diversi milioni di miglia all'attivo e se deve prenotare un volo, chiama direttamente lui, che gli riserva i posti migliori, quelli in classe ultra business, dove ci sono gli schiav.. i paggetti che gli sventolano le foglie di palma;

-le foto delle partite di pallacanestro dei Miami Heat. Fatte dal suo esclusivo posto a sedere, quello a bordo campo. A due metri dai giocatori;

-il video della sua casa, fatta come nei filmati sulle ristrutturazioni che danno su real time. Ma chiamarla casa è eufemistico: 3 piani, doppia cifra di camere, una sala da pranzo che ci potrebbe giocare a calcetto e bagni per lavarci un battaglione. E sull'esterno, un pratino che gli inglesi si mordono le mani, affacciato il canale dotato di attracco per la barca. Mancava solo il ponte levatoio e i balestrieri sulla terrazza panoramica.

-Le immagini del mar Egeo riprese dalla terrazza della cabina su cui è stato in crociera l'estate scorsa. Praticamente la suite in cima alla nave. Io potrei permettermi, a malapena, una brandina in sala motori.

A un certo punto, accortosi che erano le 5 passate, è dovuto tornare in camera, ma sono quasi certo che, se avesse avuto ancora un pò di tempo, mi avrebbe mostrato il deposito dove tiene i dollari.

Insomma, con pazienza, mi sono sorbito il suo entusiasmo e la sua felicità nel possedere così tanto e nel goderselo, questo tanto. Una discreta sboronaggine, scusate il termine.

Ma, mentre ero all'ascolto e alla visione, sul suo telefono, di tutto quel che possiede costui, dentro di me pensavo: 

quanto mi piacerebbe venire a farti un bell'esproprio proletario!

venerdì 5 maggio 2023

Io, quella notte, la ricordo come se fosse ieri. Avevo 26 anni. Almeno, li stavo per compiere.

La città era un delirio unico. Alle 3 di notte -ancora non lavoravo in albergo- riempimmo lo stadio per festeggiare la Coppa Italia, con la squadra appena rientrata da Bergamo, dove avevamo battuto gli orobici nella partita di ritorno.

Gol, manco a dirlo, di Batistuta.

A Firenze si vince poco, ma quel poco rimane memorabile. Ricordi indelebili, unici, eterni. Perchè a vincere tanto subentra la noia, ma quando i trofei sono rari, soprattutto se intervallati da parecchi anni, sono di un'emozione a livello parossistico.


Ieri sera, albergo. Un ragazzone americano scende le scale, saluta e si avvia fuori. Dove c'è un sacco di gente che sta urlando sguaiatamente.

Rientra. Biascica nel suo linguaggio astruso, ma sono ancora capace, malgrado l'età, di reggere un dialogo in quello strano inglese:

"Ma.... il Napoli ha vinto il campionato?"

"Proprio così"

"E quando hanno giocato?"

"Poco fa"

"Ma... le partite non sono il fine settimana?"

"Le fanno anche infrasettimanali. Ma non lo stesso giorno. Noi, ad esempio, abbiamo giocato ieri"

"Che strano, io pensavo che ci fosse la Champions league"

"Non sempre, questa settimana fanno il campionato. Ormai giocano sempre e, per le televisioni, spezzettano le partite in più giorni"

"Già, è vero". Cerca sul suo telefono e vede un risultato: "Udainis...."

"Udinese. Udine è in Friuli, nord Italia"

"Oh, si, ho capito. Pareggio con il Napoli, 1-1. Ma anche voi dovete giocare a Napoli, giusto? Domenica?"

"Si" (in realtà non ricordo, lo scoprirò successivamente)

"Ma tutti questi che festeggiano qui fuori..."

"Sono napoletani"

"Si, l'avevo capito. Ma non dovrebbero essere a Napoli? Sono venuti a Firenze per festeggiare?"

"Noooo, certo. Sono quelli che vivono e lavorano qui e si sono dati appuntamento in centro. I napoletani si trovano ovunque"

"E' vero, ne abbiamo tanti anche noi" Ribatte lui ridendo. "Mi unisco anch'io alla festa"

E mentre il ragazzone americano esce a guardare i napoletani sventolare le loro bandiere azzurre -e magari buttare l'occhio su qualche bella guagliona napoletana- penso che anche noi stiamo coltivando il nostro sogno. E far garrire al vento il nostro labaro Viola.

Chissà.


mercoledì 3 maggio 2023

Da quando ho cominciato a lavorare in albergo, ho rivalutato enormemente gli americani e ho sviluppato, verso di loro, una discreta ammirazione. Coloro che viaggiano sono persone particolarmente acculturate, amanti dei viaggi -soprattutto dello spendere nel farlo- e colme di curiosità. Non hanno assolutamente niente da spartire con lo stereotipo dello yankee ignorantone a cui, se gli si chiede dove si trova Parigi, rispondono “Beh, in Texas, no? Paris, Texas”. Gente che assalta il campidoglio con le corna di bufalo in testa e convinti che il David sia un’opera “pornografica”. Ebbene, quelli che vengono qui sono istruiti come l’insegnante che mostrò l’immortale opera di Michelangelo ai suoi studenti. Tutto un altro tipo di persone.

Solo che, di tanto in tanto, capitano anche gli svampiti. Perché gli americani non hanno mezze misure: o bene bene o male male.

Coppia di amiche over 70 ed over truccate. Molto over truccate. Modello 5 cm di spessore di fondotinta e labbra rosso fuoco. Mantengono sul mercato una mezza dozzina di negozi di cosmetici (e di edilizia). Innalzano a defcon 5 la disperazione della cameriera e del lavandaio: la prima deve cambiare le lenzuola tutti i giorni perchè irrimediabilmente macchiate di fard e/o rossetto, il secondo perchè non manda via le suddette macchie neanche con lavaggio a temperatura da altoforno.

Il problema è che sono anche irrimediabilmente distratte. O forse sarebbe meglio dire decisamente anziane. Esempio: arrivano al ricevimento per chiedere orari di treni e/o bus da Firenze per qualche dozzina di cittadine (Siena, Pisa, Novosibirsk...), di solito accompagnando la richiesta da vezzeggitivi tipo “Honey” “Sweetie” “Darling” se c’è una donna, in portineria; ma è il nostro lavoro: si trovano e stampano gli orari richiesti in 10'' 42, record mondiale tra i professionisti del bancone. Solo che, una volta fatto ciò, le signore si sono volatilizzate. Distratte dall'età avanzata, o semplicemente dall'assenza di materia grigia, sono uscite dimenticandosi della richiesta che avevano fatto, lasciando l'addetta/o al ricevimento con i fogli stampati in mano, che resta lì ammutolito e con la domanda “Ma perchè non ho accettato quel lavoro nella miniera di amianto del Congo Belga?”.

Ovviamente quando le signore tornano in albergo, la persona al ricevimento gli darà i fogli stampati precedentemente “Ecco gli orari dell'astronave per Omicron Persei 8 che mi avevate chiesto”, ma le signore replicheranno “Ah, ma noi non le volevamo! Noi vogliamo andare a ….” (inserite una località a caso). In totale passano al ricevimento ¾ del loro intero soggiorno. Ok, è un bellissimo ricevimento, ma se sei venuta a Firenze, visita Firenze, no?

Dopo due giorni di questa tiritera, scendono al bancone a chiedere informazioni: vogliono andare in gita a Capri. Una giornata.

Prima di perdere tempo a cercare i dati che servono sul motore di ricerca, si chiede una conferma alle signore: siete sicure? Sapete che dovrete partire molto presto? Si tratta di passare ben 3 ore di treno fino a Napoli sola andata, poi in bus dalla stazione fino al porto della città partenopea (non ci siamo mai stati, ma ne deduciamo sia così) e poi in traghetto fino a Capri. E poi c'è tutto il viaggio di ritorno, in totale sono più di 8 ore solo su mezzi di trasporto, e...

… le signore non comprendono...

…...

… perché una barca?

….

VERAMENTE? CAPRI È UN’ISOLA? OH MIO DIOOOOO!