Il bancone e altre storie.
Portiere d'albergo. Vorace lettore. Scrittore a tempo perso. Giocatore da tavolo. Nemico di un gatto. Depresso cronico. Attendo l'arrivo dei Vogon o, in subordine, il ritorno di Vladimir Ilic Ulianov.
giovedì 21 settembre 2023
sabato 16 settembre 2023
Telefonata interna:
Io, con voce squillante e decisa: “Ricevimento buonasera”
Tizio, in qualcosa che si suppone, con profondo ottimismo, essere inglese: “Il ricevimento?”
“Si, esatto, signor ******. Come posso aiutarla?”
“A che ora è la colazione?”
“Dalle 7 alle 10.30, secondo piano”
“Ed è compresa nel costo della camera?”
“Certamente”
“Se volessimo farla in camera?”
“Sul suo tavolino c’è un biglietto da riempire con l’ora a cui la vuole e quel che preferisce. Può lasciare il biglietto appeso fuori dalla porta”
“…. E… è compresa, giusto?”
“Ehm… per la colazione in camera c’è un supplemento”
“Ah, c’è un supplemento?”
“Ehm..Si. Il nostro personale prepara un vassoio con le vostre preferenze e ve lo porta all'ora rich....”
“Grazie, faremo la colazione in sala”
NON AVEVO DUBBI!
domenica 20 agosto 2023
I corsi di divinazione di Sibilla Cooman
Biff Tannen con il grande almanacco sportivo
Nosradamus che prevede sfighe imprevedibili per il pianeta
Dilettanti
Noi portieri dobbiamo essere più bravi
Noi portieri dobbiamo prevedere il futuro.
In un turno mattutino, mi si presentano al check-in madre e figlio dalla nazione che sforna meravigliosi calciatori, sanguinosissimi colpi di stato e sconfitte per tentare la conquista di remote isolette atlantiche.
La signora: è così anziana che non mi stupirei avesse visto Pedro de Mendoza in persona alla fondazione di Buenos Aires.
Il figlio: probabilmente il mediano di spinta della nazionale di rugby argentina; due metri per un quintale di maschio barbuto, il quintuplo della signora, si piazza a fianco della stessa in efficiente obbedienza della mammina e comincia le pulizie primaverili. No, non volete sapere dove.
“Abbiamo una prenotazione per una camera a due letti”
Immagino che sia così, anche se non mi stupirei di trovare madre e figlio che vogliono dormire assieme nello stesso letto. In realtà a me, prenotazione alla mano, risulta proprio matrimoniale. Una chiarissima informazione errata; ecco perchè noi portieri dovremmo prevedere il futuro. Anche una sbirciatina, ogni tanto.
Faccio finta di niente, e comincio il tetris tra le camere in assegnazione per trovargliela con due letti separati. Peraltro la camera loro assegnata, prima di scoprire che sono madre e figlio, è matrimoniale effettiva, cioè con vero materasso matrimoniale, e perciò neanche divisibile. Quindi è ovvio che devono assolutamente averne un’altra. Fosse stata divisibile e ancora da pulire, potevo avvertire la cameriera per tempo.
Riferisco quindi, ai clienti, che devono attendere perché la camera non è ancora pronta. Ma sono uno che finge male, mi sgamano subito tutti. La signora capisce che sto effettuando strane manovre sulla lista arrivi (utilizzando strumenti pericolosissimi: gomme da cancellare e matita H1).
E parte un dialogo che ha del surreale:
"Io ho chiesto una camera con due letti"
"Stia tranquilla: l'avrà"
"Ho fatto una richiesta specifica, all'agenzia"
"La sua agenzia ha toppato, ma rimedio io, nessun problema"
"Siamo madre e figlio, non possiamo dormire nello stesso letto"
"Ognuno di voi avrà il suo letto, si fidi di me"
"Mi sono ben raccomandata all'agenzia"
"Ha la fortuna di aver trovato me"
Niente affatto convinta delle mie rassicurazioni -che neanche ascoltava- estrae dalla borsa un voucher e mi mostra, ben indicato con un ditino scheletrico, l'indicazione "twin" scritta sopra. A quel punto mi viene proprio spontaneo dirlo:
"Eh, certo, è scritto qui, ma noi abbiamo ricevuto questo, come potevamo saperlo?"
E la vecchia struldbrug argentina se ne viene fuori così:
"È il vostro lavoro, mica il mio"
Si signora. È il mio lavoro, mi trabajo, e quello degli altri portieri d'albergo di questo quadrante stellare: prevedere un'informazione scritta su un voucher presente dentro alla sua borsa.
Ovviamente ho rimediato al tutto. Trovata la camera giusta, avvertito la cameriera di farla a due letti e assegnata a mamma e figlio. Non ho ricevuto neanche un grazie.
ps. immagino che, se questa preziosa e fondamentale informazione non sia mai stata prevista -anzi, divinizzata- da altri colleghe/i degli alberghi dove madre e figlio andarono a dormire nel loro giro turistico su e giù per la penisola, avranno trovato un letto matrimoniale. Non voglio neanche pensare ai problemi che avranno creato al ricevimento. Colleghe/i, è colpa vostra: non avete fatto bene il vostro lavoro.
Divinizzate, ragazzi. Divinizzate.
domenica 6 agosto 2023
Viviamo in un mondo libero.
Nessuno ci chiederà mai le ragioni per cui effettuiamo le nostre scelte. Sono nostre, personali, a volte intime, e possono essere palesi o segrete. E se qualcuno ce lo chiede, non ha il diritto a una risposta.E però, io sono un maledetto curiosone, e le domande me le pongo.
Turno di notte.
Ci sono tre cose da fare ed una da NON fare, quando si entra in turno.
La cosa da NON fare è chiedere, al collega, come va. Perchè sappiamo già la risposta: male, perchè ho passato 8 ore di lavoro di bancone con appena una pausa bagno e due per bere dell'acqua, il resto è stato un continuo di lavoro, con clienti che arrivano, partono se era un turno di mattina, chiamate di richiesta di disponibilità, quelli che chiedono cosa c'è da vedere a Firenze e prenotare tour, ingressi agli Uffizi, ristoranti. Quindi male perchè sono stanco morto. Ma al contempo bene, perchè ora che sei arrivato te, caro collega, ti dò le consegne e me la filo a casa a warp 9.
Le tre cose da fare sono:
timbrare l'ingresso
prendere le consegne al collega che stacca
controllare disponibilità e prezzi.
Perchè prima ancora di cominciare il vero lavoro del turno, di giorno o di notte che sia, verifico la quantità di camere libere e la tariffa che abbiamo. Perchè se abbiamo molte libere, volte si abbassa, un tantino, la tariffa. Per cercare di vendere il rimanente. Un buon prezzo può invogliare chi si trova, per qualsiasi motivo, a dover passare una notte nel centro di Firenze.
Il periodo comunque aiuta: solo una camera libera, e a prezzi sostenuti. Anche un paio di gradini di tariffa in meno è comunque una cifra di tutto rispetto. Se “entra”, come si diciamo noi in questi casi, anche tolte le spese “vive” (luce, acqua, cibo delle colazioni, eccetera) c'è il suo guadagno. Tutto fieno in cascina.
E a mezzanotte, eccola che entra: prenotazione di una camera doppia, una notte. Anche per stanotte l'albergo è al completo, la ditta può essere fiera dell'ottimo lavoro svolto dai suoi dipendenti. La stampo da gestionale in 3 secondi ed eccola lì, bella come il sole, tra le mie manine. Oltretutto, dal sito internet che l'ha venduta, arriva addirittura la “carta virtuale”. Perchè la maggior parte delle volte, quando qualcuno acquista una camera su internet, ci arriva la carta di credito di costui. E tocca a noi portieri verificare che sia valida e carica del denaro necessario a pagare la camera prendendo una preautorizzazione sulla stessa. Se, come purtroppo spesso accade, la carta è farlocca o non contiene il denaro, occorre segnalarla sul sito internet, ed eventualmente cancellare la prenotazione in modo da rimettere in vendita la camera. Il sito internet queste cose non le fa, per lui la camera è venduta, e a fine mese ci presenterà il conto della commissione, se non gli diciamo noi che la carta è farlocca.
In questo caso invece no. Il cliente ha scelto una forma di pagamento diversa e, per noi portieri, splendida: ha scelto di pagare al sito internet, e il sito internet questo fa: prende il pagamento dalla carta e poi gira a noi la prenotazione con una carta di credito virtuale carica dell'importo. Quindi si può star certi che il pagamento c'è ed è garantito al 100%. Se il cliente avesse avuto la carta farlocca, il sito internet non avrebbe potuto prendere soldi, e quindi avrebbe respinto la prenotazione.
A questo punto non devo fare altro che trascrivere, sulla lista arrivi del giorno, la nuova prenotazione. Poi, semplicemente, attendere che il tipo si palesi, mi presenti il documento per la registrazione sul nostro gestionale, si ricordi che alla partenza ci deve dare la tassa di soggiorno (che il magnifico comune di Firenze ha stabilito essere di 1 fiorin... ehm... alcuni eurini) e a quel punto gli consegnerò la chiave affinchè possa salire su e dormire, lavarsi, insomma, quel che gli pare. Basta non dia fuoco alle suppellettili. E non faccia chiasso tale da svegliare i clienti delle camere accanto.
Solo che, per tutta la notte, non si presenta nessuno.
Io proseguo, come è ovvio, nel mio lavoro notturno: stampe, riepiloghi, chiusura giornaliera, sospesi, scannerizzazioni, preautorizzazioni... tutto il cucuzzaro. Ma alle 6 del mattino, a parte i colleghi del reparto colazioni e i fornitori, non è arrivato nessun cliente.
Riprendo la prenotazione tra le mani e rileggo le date: si, sono quelle giuste: arrivo ieri giorno x, partenza oggi giorno x+1. Poso la prenotazione. La riprendo. Rileggo. La ripongo. La riprendo nuovamente. Tutto bene, le date sono quelle. Non sono rimbecillito di colpo, fattore che, conoscendomi, non posso assolutamente escludere.
Ok, bando alle perplessità: ho una prenotazione con carta di credito virtuale, e tutto quel che mi sento di fare è andare di addebito. E' sempre possibile che qualcuno si presenti a reclamare la camera entro poco. E' comunque sua fino alle 12, orario del check-out. Nel frattempo, per far risparmiare tempo alla collega che mi darà il cambio, prendo il pos, digito i 16 numeri, la scadenza e l'importo. E trattandosi di una carta di credito virtuale, caricata per quell'importo esatto e preciso al centesimo, la transazione non dà nessun problema.
Alle 7 arriva la collega e, tra le altre consegne, gli spiego anche questa: prenotazione, cedolino pos e nient'altro. Ok, staremo a vedere. Il timore, palese ed evidente, è che costui abbia completamente sca**ato i giorni e prenotato ieri. Ma in realtà si presenti oggi pensando di avere una camera. Non voglio essere al posto della collega non appena costui dovesse arrivare e pretendere una camera che in realtà non ha, quasi certamente lanciandosi in strali tipo “non è colpa mia ma del sito internet” come se un sito internet potesse prendere vita e modificare le date. O, peggio ancora, che è colpa nostra. Usare internet per prenotare è bello e comodo, ma occorre saperlo fare; la gente invece ci va dentro con enorme leggerezza finendo spesso per gettare soldi. E non è mai facile ammettere di aver sbagliato e aver sprecato il proprio denaro, così cerca capri espiatori. Che, puntualmente, siamo noi portieri. Faccio i miei migliori in bocca al lupo alla povera collega mentre lei mi augura, benchè siano le 7 del mattino, la buonanotte, e filo a casa a dormire saporitamente.
Ore 22.45
Arrivo in albergo per un secondo turno di notte. Come ho detto all'inizio, non pongo nessuna domanda alla collega in turno, che noi chiamiamo signorina Rottelmeier, la quale appare stravolta come dopo un'intera giornata passata a correre dietro ad Adelaide per tutta Francoforte. Filo nel retro a timbrare, mi aggiusto la cravatta, rapida occhiata alla posta per sapere quante prenotazioni dovrò stampare stanotte (una quantità industriale, come sempre in alta stagione) e quindi vado al banco a farmi dare le consegne e mandarla a casa. Poco prima che se ne vada a godersi il meritato riposo, una rapida domanda sulla misteriosa prenotazione della sera prima:
-Si, ho capito di cosa parli. No, non si è visto nessuno. La collega del giorno, alle 12, ha emesso la ricevuta come “no show”. Un mistero-
E così è rimasta, appunto, la strana questione di sapere perchè qualcuno, su questo pianeta, si sia preso la briga di spendere tempo e soldi per prenotare una camera e un servizio di cui mai usufruirà.
Lo so, voi potete giustamente farmi la ramanzina alla senatore Razzi: “fatti li ca**i tui!” in puro accento abruzzese, ma come ho detto all'inizio, sono un maledetto curiosone. Così ho estrapolato alcune ipotesi:
-il cliente ha sbagliato le date. Magari si presenta nei prossimi giorni, od il mese prossimo, seriamente convinto di aver fatto giusto. Come ho detto prima, spero di non essere presente quando ciò accadrà;
-il cliente è convinto di aver prenotato presso un'altra struttura con il nostro stesso nome ma in una località diversa. Esistono, ho controllato. Sito internet gli fa apparire noi invece che l'Hotel ***** di Milano, o Canicattì, ma quello se n'è fregato di controllare attentamente ed è andato avanti nella prenotazione per poi presentarsi nella struttura adducendo che “ho una prenotazione”, e darsi all'ira più invereconda quando il collega di tale struttura gli riferisce che “ma, veramente, qui non risulta nessuna prenotazione a suo nome”. Ovvio. Ha prenotato dove sono io, non dove sei te. Caro collega, ti ho nel cuore ma....
-il cliente ha prenotato da noi ma poi, quando ha voluto verificare le indicazioni stradali per raggiungerci, ha cliccato sul quartiere di Firenze in cui ci troviamo: San Lorenzo. Il problema è che google è tarato da fare schifo e se fai così, lui ti manda a Borgo San Lorenzo, omonimo comune del Mugello, una trentina di chilometri da Firenze. Una volta successe ad un cinese che aveva prenotato da noi: mi chiamò investendomi di improperi che imbrogliavamo, scrivendo sul sito che eravamo a Firenze ma in realtà stavamo altrove. Mi ci volle un monte di pazienza per farglielo capire mentre me ne diceva di tutti i colori che, se la cittadinanza dovesse basarsi sulla quantità di parolacce che si conoscono, come minimo lo facevano presidente della Repubblica. Realizzò solo quando fu davanti a me e gli feci vedere che era google a sbagliare. Non se ne capacitava. Quindi anche l'autore della prenotazione potrebbe essersi sbagliato, aver cliccato sul quartiere e seguito pidessiquamente le indicazioni andando fino in Mugello. Ipotesi difficile, visto che, almeno un paio di domande, mentre viaggiava verso l'uscita di Barberino, dovrebbe essersele poste. Poteva telefonarmi, visto che il numero dell'albergo, una volta prenotato, appare in tutto il suo splendore. Ma forse era un tipo particolarmente timido. O particolarmente convinto delle certezze di google. Spero che la visita di Borgo San Lorenzo by night sia stata interessante.
-E' uno a cui non interessa sprecare soldi. Può essere. Può essere benissimo. Ci sono stati alcuni concerti, alle Cascine, di gruppi musicali abbastanza noti. Forse costui è andato lì a godersi la serata musicale e ha pensato “faccio tardi, non ci sono treni per il ritorno a casa, prenoto in albergo e dormo, domani mattina torno”. Poi, finito il concerto, passa dalla stazione e vede che, anche all'una di notte, un treno c'è. E lo prende al volo. E pazienza per la prenotazione. Io, ormai che c'ero, avrei sfruttato i soldi spesi e passato la notte in albergo.
-l'ipotesi peggiore: il tipo conosce una tipa. Sembra simpatica, sbarazzina, socievole. Sembra starci. Prende il telefono e prenota. Dai, andiamo a passare la serata in albergo. Ci divertiamo. E invece lei, all'ultimo momento, si tira indietro. Lui si incacchia e se ne torna a casa, furioso per aver gettato i soldi. Per aver frainteso, o aver creduto, che lei fosse disponibile a una notte di passione.
Ma alla fin fine, qualsiasi sia la motivazione, costui ha pagato. Pagato per un servizio di cui non ha mai usufruito (a meno che non abbia una DeLorean con flusso canalizzatore) e quindi ci ha dato soldi gratis. Che serviranno per il fatturato dell'azienda e i nostri mutui.
l'unica cosa che mi sento di dirgli è “Addio. E grazie di tutto il pesce”.
mercoledì 26 luglio 2023
Verso mezzanotte rientra, in albergo, una coppia di mezza età. Lui, faccione bonario, sorridente e la serenità di chi ha avuto tutto . Lei, aspetto duro, accigliato, assolutamente inattaccabile di chi sa cosa volere, cosa pretendere.
Parlano uno strano inglese, ma riusciamo a capirci bene. La signora, totale padrona del campo, mi pone tal questione:
-Tra due giorni partiamo verso Como. Lui pensava di visitare Pisa. E’ nella stessa direzione di Como?- E indica, in maniera palese, il marito.
Chiaramente, la domanda mi lascia alquanto interdetto:
-Ehm… signora, no-
-No?-
-No, mi spiace. Como è a nord, sono più di 300 chilometri. Pisa è a est, circa 80 da Firenze. Con che mezzo ci andate?-
-In treno- Afferma lei dopo aver assorbito la botta.
-Quindi un treno veloce da Firenze a Milano-
-Ma non facciamo in tempo a visitare Pisa, prima di partire per Como?-
-A che ora avete il treno?-
Lei rimane un momento silenziosa, mentre le labbra di lui si increspano leggermente.
-Alle 8 e mezza di mattina-
Vorrei coprirmi la faccia con il palmo della mano. Resisto.
-Vede signora, per andare nelle grandi città c’è un treno veramente veloce, ma per collegare le più piccole, i treni viaggiano a velocità un po' più basse. Un’ora almeno di vuole, per andare-
Posso sentire un evidente “crash” provenire dalla sua testa.
-E quindi anche per tornare?-
-Già-
Silenzio. Bocca leggermente aperta dalla sorpresa. Lui invece, ha gli angoli delle labbra decisamente rivolti verso l’alto.
Poi lei riparte:
-Domani pensavamo di andare al [ODCC, outlet di cose costosissime], non è nella stessa direzione di Pisa?-
Non posso non notare l'uso della prima persona plurale, quando invece è una lampante prima persona singolare.
-Mi spiace, no. Pisa è a ovest, verso il mare, ODCC a sud-est-
-Si può fare, in un giorno?-
-Se partite presto si, ma dovete comunque tornare a Firenze-
Ancora silenzio; lei punta gli occhi su di lui, nota l’increspatura delle sue labbra e una lingua di fuoco parte dai suoi occhi a incenerirlo.
A quel punto decido di partire in quarta.
-Signora, lo shopping lo può fare ogni giorno. Gli oggetti si comprano anche a casa, gli outlet si trovano ovunque, sul pianeta. La Torre no. La Torre è solo lì, non esiste niente del genere da nessun’altra parte-
Lei tentenna. Barcolla sotto i diretti che gli ho appena inferto.
Lui è in procinto di aprire le braccia, stringermi maschiamente e piangermi sulla spalla. Di felicità.
Lei abbozza una difesa patetica, come mettere quella del Pizzighettone contro l’attacco Brasiliano del 1970:
-Però occorre pagare un biglietto?-
-Solo se volete salire in cima alla Torre. Io mi sono sempre rifiutato, ma vi assicuro che anche vederla da fuori è qualcosa di strabiliante. Veramente, si guarda e ci si domanda: “Ma come fa a stare su?”-
-Per l’inclinazione!- Dice lui, ormai completamente preso dall’entusiasmo e dalla gioia.
-Esatto! È qualcosa di…. Incredibile. Stupefacente- Ripeto più volte il termine “amazing”, ormai sono lanciatissimo.
Lei rimane in silenzio a osservare il marito, che sta letteralmente lievitando a mezzo metro da terra.
-Comunque, se volessimo andare al ODCC, non avremmo bisogno di tornare in albergo, giusto? Il bus è accanto alla stazione-
-È così, signora. Ma se dovete scegliere, la Torre di Pisa è la priorità assoluta-
Ancora silenzio, sta rimuginando sulla giornata di domani e calcolando le tempistiche dei vari trasferimenti per vedere l’incredibile monumento e successivamente svuotarsi la carta di credito per acquistare borsette. Lui invece sta mentalmente plasmando una statua. A mia immagine e somiglianza, da piazzare lì, al bancone. Poi salutano e salgono in camera.
A Livorno hanno perso il conto dei daspo che mi hanno affibbiato, ma non posso non decantare le lodi di cotanta meraviglia, ogni volta che mi capita di parlarne con i turisti.
Dico bene?
venerdì 21 luglio 2023
Sono sempre più convinto che noi italiani non sappiamo mangiare.
Possiamo farci vanto della nostra dieta mediterranea e dichiarare guerra a chi mette l’ananas sulla pizza, ma se non sappiamo regolarci e capire i nostri limiti, saremo sempre un popolo che, anche nelle scelte culinarie, potremmo fare molto di più ma ci limitiamo alla semplice sufficienza. Il 6 meno meno. Come in qualsiasi altro campo.
Vicino casa c’è un bar, dove ogni tanto mi reco per un caffè e due chiacchiere con la barista. È spazioso e ha due sale con tavoli per la pausa pranzo, perché ha anche la cucina dove preparano un paio di primi, altrettanti secondi e contorni. Molte persone che lavorano nei dintorni vanno a pranzare lì. Peraltro ci lavora, ogni tanto, una ragazzetta che conosco bene.
C’è un tipo che si limita a prendere solo la pasta al pomodoro, classica, senza tanti fronzoli e orpelli. Ma quel giorno c’è anche l’amatriciana. Preso dalla fame atavica e probabilmente suggestionato dalla tradizione culinaria dell’Italia centrale, opta per questo piatto. Consuma, paga, esce.
La ragazzetta va al tavolo per sparecchiare e rimane interdetta. Poi mi mostra il motivo: il tipo ha mangiato la pasta e la salsa, ma ha lasciato, sul bordo del piatto, i pezzi di carne. Tutti.
Devo aggiungere altro?
sabato 8 luglio 2023
"Tutti vogliono viaggiare in prima" (cit.)
Sono finito, per caso, in una polemica sul fatto che spesso, negli alberghi, i letti non sono con il materasso matrimoniale effettivo, ma con due singoli accoppiati. In particolare c’era chi si lamentava che questi due materassi sono uniti solo dal lenzuolo e che, spostandosi mentre si dorme, si finisca nel “solco”. Poi c’era chi polemizzava ferocemente che “se non c’hai il letto matrimoniale non lo devi neanche aprire, un albergo”. Classica affermazione da chi, questo mestiere, non l’ha mai fatto. Perché in Italia chi non sa le cose, le insegna.
Cominciamo a dare alcune spiegazioni:
Le camere con i letti matrimoniali effettivi sono circa un 30 %, in ogni struttura alberghiera. Spesso lo è il solo materasso, mentre le reti sono comunque singole, anche se non è affatto detto. Il restante sono letti separati ma unibili.
Si tratta di una questione di praticità. Ci sono giorni in cui siamo bombardati di richieste per camere con letti separati, ad esempio nei congressi. I congressisti, per risparmiare, prenotano una doppia con letti separati, così dividono la spesa e hanno ognuno il loro lettino singolo. Poi ci sono giornate, come i fine settimana, dove c’è un’elevata richiesta di letti matrimoniali. Perché la città si riempie di coppie in romantica gita fiorentina -ah, l’amour. E anche qualcos’altro-
In questi casi il problema si risolve facilmente mettendo, sopra i due materassi singoli, un “topper”, cioè un materasso matrimoniale sottile. Anche qui è una questione di praticità: ci sono giorni dove bisogna fare, o disfare, parecchie camere matrimoniali, molte più di quel 30% effettive che ha una struttura alberghiera. Fai il matrimoniale, fai i due letti, direbbe il maestro Miyagi. Il trasporto di veri materassi matrimoniali è impossibile -a meno che non siate convinti che i facchini degli alberghi siano tutti come Schwarznegger in “Commando”, che porta un tronco sulla spalla- mentre i topper si portano nelle camere in pochi minuti. Poi le cameriere provvedono a mettere i lenzuoli.
Comunque, per chi fosse problematico dormire anche in queste condizioni, consiglio di contattare la struttura dove volete soggiornare chiedendo un letto matrimoniale effettivo. Se noi addetti del settore riceviamo la richiesta con ragionevole preavviso, riusciamo a soddisfare la richiesta.
Se poi prenotate alla pensioncina d’infima categoria, vi beccate quel che trovate. Ma almeno avete pagato poco.
Baci baci.
marce