In occasione dell'immancabile, puntalissima, irrefenabile maratona di Firenze e della meravigliosa disponibilità che indica "zeru camere" perchè abbiamo venduto tutto già da eoni a prezzi che rasentano il reato di concussione, riscriverò uno dei miei racconti più vecchi, nati dall'incredibile, assurda, pazzesca domanda rivoltami da una cliente argentina anni fa. E che stavolta riscriverò in italiano e non in spagnolo.
Portiere d'albergo. Vorace lettore. Scrittore a tempo perso. Giocatore da tavolo. Nemico di un gatto. Depresso cronico. Attendo l'arrivo dei Vogon o, in subordine, il ritorno di Vladimir Ilic Ulianov.
sabato 25 novembre 2023
mercoledì 22 novembre 2023
A me piace ricordare soprattutto i clienti scherzoni. In particolare se sono coppie affiatate e propense al gioco, alla battuta, allo scherzo appunto.
Scende le scale questa coppia americana, mezza età, ben vestiti e non i soliti “impigiamati” che capitano a certi orari notturni.
Lui, alto e massiccio, sta per pormi una domanda ma lei lo stoppa subito: “Silenzio!” se ne esce imperiosa. Al che lui, buono buono, si mette in disparte, con le braccia appoggiate sul bancone.
La signora mi presenta un bigliettino. Ci sono scritti sopra alcuni nomi di ristoranti. Lei punta il dito, lungo e affusolato, su uno di questi.
«Cosa c’è scritto qui?»
La calligrafia mi sembra ottima, ma evidentemente per loro non lo è. Pronuncio il nome.
Lui scoppia in una risata, lei ha un’espressione che passa dalla sorpresa al disappunto. È chiaro che avevano scommesso su cosa c’era scritto, e lui aveva detto giusto. Il marito alza il palmo della mano verso di me, non posso che contraccambiare dandogli il cinque.
La signora, risalendo le scale, ci mostra il dito medio, lui assume una faccia finto-sorpresa e dice “Uuuhhh” agitando le mani in alto, con un sarcasmo evidentissimo e un palese sguardo di complicità verso di me.
Ovviamente ho riso con lui: per una volta il genere maschile ha vinto.
Preso dalla curiosità, faccio un rapido controllo: hanno una camera con salottino e divano. E so già chi avrebbe dormito lì sopra, quella notte.
Ma ne sarà valsa la pena.
mercoledì 8 novembre 2023
Due ragazze, con le loro amiche, che decidono di fare qualcosa. Di essere d'aiuto. Di impegnarsi. Di rimboccarsi le maniche. Perché la protezione civile non è infinita, per quanto piacerebbe a tutti. Perché in certi disastri non basta neanche l'esercito. Occorre impegnarsi veramente. A lamentarsi sono bravi tutti, soprattutto da queste parti del pianeta. A esprimere solidarietà anche. Non costa niente. Ma essere lì, sul posto, e fare davvero qualcosa, in quanti l'hanno fatto?
Arrivano verso Campi la mattina presto. Un signore sta vuotando la cantina, che ha ancora 20 cm di fango. Cominciano. Svuotano. Ci vuole tempo, pazienza, ma si fa. La parte dolorosa è portare fuori mobili ormai marci. Elettrodomestici inutilizzabili. Fumetti storici, intere collezioni che hanno dato piacere nella lettura. Videocassette anni '90 con filmati preziosi: feste familiari, matrimoni, battesimi. Piccoli episodi di vita familiare. Andati. E poi c'è il dolore di chi tutto ciò l'ha perso. Ma anche gli occhi lucidi verso chi, sconosciuto, è venuto a fare qualcosa.
Come si fa a non essere orgoglioso di loro?
(Sarei andato anche io, se non fosse per uno stupidissimo incidente autoinflitto che mi costringe in casa. Ma sono bischero)
venerdì 3 novembre 2023
Rispetto a certe tragedie, sono un tipo fortunato.
Antefatto:
Ero pulito, rasato e sobrio, come Marlowe.
Ferie prese per l'occasione.
La magliettina gialla e il pass.
E primo pomeriggio di dimostrazione di giochi impegnativo e divertente in quel di Lucca.
Poi, a chiusura, riprendo il treno per il ritorno a Firenze.
Solo che il treno non passa. Si ferma a Pistoia perché la linea è bloccata.
Sono fortunato perché ho fatto una cosa che mi piace e perché a Pistoia ho altolocate conoscenze che mi hanno ospitato -e c'è chi scriveva che è una città di crucci- ma parecchi, nel disastro, hanno perso tutto.
Lo so, non è carino allegare una foto di me che si divertiva, quando c'era chi pativa, ma in quel momento io e tutti i partecipanti della fiera mica ce ne accorgevamo.
Che amarezza.