martedì 29 giugno 2021

 Ovviamente la mia risposta, in spagnolo, è stata:

"Gentile ...... la ringraziamo della Sua informazione. provvederemo a informare i colleghi della colazione e bla bla bla"

Però mi sarebbe tanto piaciuto scrivere:

SI, MA STAI CALMO!

(ma esiste ancora qualcuno che usa il "buongiorno", in qualsiasi lingua scriva?)




lunedì 14 giugno 2021

 "I toscani hanno devastato questo paese" Piccola rubrica di storie toscane.

Parte quarta.

Matilde


C'era una volta una bambina, terza figlia con un fratello e una sorella maggiori, che deve seguire la madre perchè enormi eventi politici, che lei non capisce, le costringono a essere ostaggio. E lasciare i possedimenti di famiglia, in particolare un luogo che ama molto: Canossa.

Una bambina che non rivedrà più i maggiori perchè moriranno presto, ancora adolescenti, come capitava nel passato, quando non esistevano le cure adeguate. E vedrà anche la madre soffrire atrocemente per questo.

Da ragazza sarà costretta a sposare Goffredo il "Gobbo". Non sappiamo se costui fosse comunque una brava persona o un antipaticone, ma certo lei, che si aspettava un bel principe, ci rimase malissimo. Purtroppo per Matilde, quelli erano i tempi dove i matrimoni erano decisi a tavolino. Dovrà farci un figlio, che morirà ancora in fasce. Tra l'altro Goffredo, oltre alla disabilità, era anche un fedelissimo dell'Imperatore, proprio quello che prende ostaggio madre e figlia. Mentre la famiglia di Matilde è seguace del Papa. E che Papa. Uno di quelli veramente agguerriti. Uno che davvero non ci mette due minuti ad assegnarti la punizione peggiore: la scomunica e la condanna alle pene eterne. Uno che fa davvero politica e, a confronto, Giovanni Paolo II era una mammoletta: Gregorio VII.

Dovete sapere che a quei tempi i vescovi erano nominati anche dall'Imperatore o dal Re d'Italia. Dai laici, per dirla semplice. Gregorio VII se ne viene fuori che questo è solo ed esclusivamente un privilegio papale. Che solo il Papa può nominare i vescovi. E quindi tutti a menarsi, perchè io sono l'Imperatore, ma io sono il Papa, io so' io e tu non sei un .... La guerra delle investiture, così viene detta. Quello però che rende confusione, di quel periodo, è che non ci sono mai parti precise. Perchè a parte i pochi fedelissimi, la maggioranza cambia continuamente di partito, a seconda delle convenienze. Ad esempio: quando Gregorio VII scomunica Enrico IV tutti sono, improvvisamente, gregoriani. Pure nel cuore dell'Impero ci sono duchi tedeschi che si ribellano a Enrico e gli muovono guerra. Non se la passa proprio bene, no.

In quegli anni Matilde è ormai una donna adulta. Ha lasciato la "Germania", e Goffredo con la sua gobba, per tornare, con la madre, nel suo territorio. Sugli appennini. Sulla "Lombardia". Sulla Tuscia.

Enrico IV, quando arriva al castello della Marchesa -perchè tale è ormai definita da tutti, visto che guida la Marca di Tuscia che fu del padre Bonifacio II- deve umiliarsi verso Gregorio VII. Attendere 3 giorni all'addiaccio, e siamo in inverno in un mondo dove l'unica forma di riscaldamento è il braciere, che il Papa gli conceda il perdono. E questi lo fa pure malvolentieri e solo perchè è la Marchesa stessa a dirgli "Nini, abbozzala di fare il duro, che Enri ha sofferto abbastanza. Eddai, su". Almeno, così mi piace pensare, visto che lei è toscana, anche se probabilmente non lo parlava. Ma il detto "andare a Canossa" è rimasto nella storia. E nella testa di Enrico IV, che se la lega al dito di brutto.

Matilde deve barcamenarsi in questa guerra tremenda. Sostanzialmente fedele al papato, tenterà comunque di mediare tra le due parti e, quando proprio non ci riesce, scende in armi lei stessa. E i suoi soldati, sia toscani che emiliani, veneti e lombardi, non si peritano a farsi guidare da una donna. Magari a qualcuno non piace, ma la maggioranza è fedelissima. E probabilmente entusiasta.

La Toscana, in quegli anni, cambia abitualmente parte. Quando Enrico IV cala in Italia, ecco che tutti gli tributano onori e ragioni, e Matilde deve chiudersi a Canossa. Quando entra sulla scena Urbano II, le città ricambiano fazione, è tutto un cambio di casacca che neanche i parlamentari odierni. D'altra parte il commercio e l'artigianato hanno ormai raggiunto livelli ragguardevoli, in quegli anni, e cominciano a nascere i primi comuni: i cittadini vogliono avere potere decisionale. Nominano consoli. Chiedono di avere voce in capitolo. Sono i sovranisti di allora, per dirla in parole povere. E come tutti i sovranisti, entrano in contrasto con quelli delle altre città.

Matilde ci prova, a essere accondiscendente. Darà tanto potere all'unica città che resiste a Enrico IV. Si, proprio quella: Firenze. I fiorentini che restano, almeno in quegli anni, fedeli papalisti quando le altre invece acclamano ora uno ora l'altro a seconda di come tira il vento. Ma cominciano già a muoversi guerre feroci, questi toscanacci. Come gli Alberti, che si chiudono dentro al castello di Prato perchè sono imperiali, e allora Matilde, alla testa dei fiorentini e, soprattutto, dei pistoiesi, assalta e fa distruggere tutto. Ma i pratesi, che sono ostinati, lo ricostruiscono in parte (poi lo farà completare Federico II di Svevia, lo Stupor Mundi). E i pistoiesi che s'inca**ano, e le *alle ancora gli girano.

Insomma, Matilde era un tipino deciso. Forse proprio le profonde delusioni, amarezze e dolori avevano temprato una "iron lady", una signora di ferro, decisa a far valere le proprie ragioni e perfettamente alla pari con i maschiacci di allora. Tant'è che qualche cronista dell'epoca, maschio ovviamente, la addita come "virago catholica". Tutta invidia, lei ci sapeva fare.

Per la Marca però, sta per calare il tramonto. Ci saranno ancora grandi imprese, illustri personaggi, eventi gloriosi e tragici, ma anche un enorme cambiamento: la sua fine e l'avvento dei comuni. E delle loro lotte rissose. Quel tutti contro tutti -città contro città e guelfi contro ghibellini all'interno di una stessa città- che caratterizzerà per qualche secolo la storia toscana, e, col suo eterno campanilismo, anche oggi. Matilde assaggerà un pò di quest'amara medicina, prima di morire nel 1115: Pisa e Pistoia erano già comuni, con la prima che ebbe una vera guerra aperta con Lucca nel 1110, fermatasi solo con l'intervento di Enrico V, il successore di quello umiliato a Canossa. Ma è solo l'inizio. E mi piace immaginare che, dal letto di morte, gli abbia detto: "Voialtri 'un vu capite nulla. Mi dovevate dà retta, invece vu volete fa di testa vostra. Bravi bischeri!"

Bella Mati. Baciapile, ma con un cuore grande così.

sabato 5 giugno 2021

Ci sono dei casi in cui rimango senza parole. Stupefatto da cotanta faccia tosta.

Abbiamo una piccola terrazza. E' disponibile anche per gli esterni.

Coppia di mezza età con figlio ventenne e dialetto che non nominerò per non alimentare razzismo intranazionale. Anche se siamo uno stato che è nato con questo tipo di razzismo e, anche se in tanti non lo ammettono per motivi elettorali, lo coltiva ancora.

Mi chiedono se possono salire in terrazza. Risposta affermativa, basta che scrivano nome, cognome, cellulare e firma su apposito foglio. L'uomo adulto lo fa, un pò pensieroso. Poi si avvia, con moglie e figlio, verso l'ascensore. Ma ci ripensa, torna al bancone e mi chiede, indicando il foglio che ha compilato:

"Ma questi dati li mandate in questura?"

"No.... cioè, non in questura. Alla asl, ma solo se scopriamo che c'era un asintomatico, o comunque qualcuno infetto, nella terrazza"

"Ah.... e loro che ne fanno?"

"Immagino chiamare tutti quelli presenti a quell'ora per metterli in quarantena"

"Ah, ecco.... senta, va bene uguale se invece del mio nome, mia moglie ci mette il suo?"

"Beh, a noi non cambia niente, basta sia una persona del nucleo familiare"

Lui cancella, molto scrupolosamente, il suo nome e numero di telefono, e mentre la moglie scrive i suoi dati, lui mi guarda e, bello sorridente come se fosse la cosa più naturale del mondo, mi fa:

"No, sai, è che ho l'obbligo di residenza a Scandicci"

....

Lui ride, e bello tranquillo, scherzando con moglie e figlio, sale in ascensore.

Io sono rimasto come congelato. Decisamente sorpreso per questa violazione della legge così clamorosa certo, ma soprattutto per il modo naturale con cui me l'ha riferito. Come se fosse solo una sciocchezza, una banalità, una piccolezza di cui vantarsi con uno sconosciuto. Il quale sconosciuto avrebbe dovuto fare il proprio dovere e chiamare le forze dell'ordine per segnalare questa illegalità. Invece non ho fatto niente. Un pò perchè sul momento non ci ho pensato, un pò perchè mi sono arrivati altri clienti e telefonate, un pò perchè c'è da avere paura di certa gente e come potrebbe reagire.

Come ho detto all'inizio: stupefatto da cotanta faccia tosta.


martedì 1 giugno 2021

Stavo per combinarla grossa. Ma a mia discolpa posso dire che non ero informato.

Ho un arrivo di una coppia anziana proveniente da località toscana sul mare. La moglie, un'allegra signora vispa e leggermente agitata, provvede al check-in mentre il marito attende un pò spaesato in disparte. Alla mia richiesta di indicare un orario per le colazioni (necessario al distanziamento in sala) la signora mi dice l'ora e poi indica il numero 6 con le dita.

Io, scioccamente, dico a voce alta "6 persone".

Il marito, alle spalle della moglie, ribadisce -Non 6, solo due persone-

Manca poco quindi facevo scoprire tutto.

Perchè dopo che la coppia è scesa dalla camera e uscita dall'albergo per mangiare qualcosa a pranzo, arrivano i clienti per una camera quadrupla, provenienti invece da una città del nord: la figlia della coppia con il marito e i due figli, due ragazzi di 12 e 8 anni. La sorpresa per il nonno, il signore a cui avevo fatto il check-in e che non sapeva niente, tutto organizzato dagli altri familiari. Perchè proprio in questi giorni di riapertura lui compiva 80 anni. Un '41. Come mio padre, anche lui arrivato a 80 (a Gennaio). E quindi avevano preparato questa improvvisata che manca poco che facevo scoprire tutto dicendo "6 persone a colazione". Per tutti noi erano 6, ma per lui, che non sapeva niente, solo 2.

Di lì a poco lui e la moglie organizzatrice della cospirazione rientrano, e rimane a bocca aperta -aveva la mascherina, ma si capiva benissimo- quando si vede i nipoti, che immaginava a casa loro su al nord a centinaia di chilometri di distanza, che gli vanno incontro per dagli il gomito, anche se ci scappa un abbraccio, e per una volta va bene, dai. E questa scena accade proprio davanti al bancone. E lui si commuove tantissimo, fino alle lacrime. Come accade quando i nipoti abbracciano i nonni. Soprattutto in gorni come questi, quando stiamo per tornare alla socialità dopo la puntura necessariia per iniettarci l'antidoto (il vaccino).

E pure io non riesco a staccare gli occhi da quell'immagine. E mi commuovo tantissimo. 

E niente, che altro dovrei aggiungere?