venerdì 30 luglio 2021

La cosa peggiore, per noi che amiamo rasarci tutti i giorni e sentire la pelle del viso liscia e morbida, non è il farci scorrere una tripla lama a contropelo.

La cosa peggiore è la goccia d'acqua.

Perchè la rasatura presuppone che si sciacqui frequentemente la lametta sotto il getto d'acqua a bollore, e poi si riporti il rasoio sulla parte del viso ancora coperta di schiuma bianca.

È in quel momento, qquando alzi la mano, che senti il liquido scorrere lungo il braccio e la fastidiosissima goccia che si forma all'estremità del gomito.

È tremenda, un fastidio enorme, un impatto psicologico profondo. Ti solletica la pelle e, soprattutto, sai che può cadere. E lo farà. Cadrà in terra. E la pesticcerai con le ciabatte, perchè hai dimenticato di mettere il tappetino. E anche se le ciabatte le usi solo in casa, lasceranno una macchia scura. E quindi dopo andrai in terrazzo, prenderai il cencio, lo bagnerai, lo strizzerai e lo passerai sul pavimento. Di praticamente tutta casa, perchè dal bagno sei dovuto andare in terrazza, e hai lasciato impronte ovunque. E allora sciacqui e molli le ciabatte a faccia in su nel piatto doccia, ma nel frattempo devi andare scalzo per casa. E anche in piena estate con 40° esterni, i pavimenti sembrano lastre di ghiaccio.

Una goccia d'acqua ti costringe a 20 minuti di pulizia di casa e inusitate sofferenze. Soprattutto perchè per andare in terrazzo hai aperto la zanzariera, e una squadriglia di tali insetti penetrerà all'interno, pronta ad assaltarti nella notte come i Mitsubishi Zero a Pearl Harbor.

Quindi chi porta la barba lo capisco.

Perchè noi che ci rasiamo tutti i giorni ci sottoponiamo a una tortura indicibile.


martedì 20 luglio 2021

Due anni fa, di questi giorni, nasceva Ray. Il gatto di casa. Salvato da morte certa da nonna e nipotine dopo le cure necessarie a disinfettargli le piaghe, è un micione felice con cui mi diverto a immaginarmi una guerra, un conflitto interanimale tra me e lui sul possesso delle cose di casa -in particolare le copertine invernali- e che mi struscia ruffianamente tra le gambe quando preparo i pasti. Perchè sa che qualcosa, dall'alto, arriva.

Qualche giorno fa, in albergo, prendemmo una cliente che non si rivelò proprio ideale: fumava in camera. Pur avendogli detto che non si può, lei continuava. Così, il giorno del check-out, insistemmo che se ne andasse, negandogli ulteriori notti. Eravamo comunque al completo, ma ci premunimmo di dirle che aveva violato le regole dell'albergo.

Si piazzò nella hall, tutto il giorno. Ogni 5 minuti usciva e fumava, probabilmente terminò due pacchetti. Ma quello era il meno, finchè fumava fuori non mi interessava; ormai il danno era fatto visto che la camera, quel giorno, venne rifiutata da altri clienti per via dell'odore di fumo. Era anche il meno il suo persistere a venire al bancone chiedendo di avere ancora una camera, perchè le avevamo detto chiaramente che non poteva restare. In particolare insisteva su di me, in turno pomeridiano, probabilmente pensando che fossi quello più malleabile. Dò quest'impressione, effettivamente.

Ma la mia preoccupazione non era per la sua presenza assillante. Era per il gatto.

Costei aveva, oltre a due valigie grandi quanto un'utilitaria, un trasportino per animali. Con dentro questo micio.

Tutto il giorno lì dentro, poverello. Stavo quasi per dirle "le dò una camera se mi dà il gatto, perchè si merita un altro umano". Invece non riuscii che a dirle "Ma il gatto non dovrà uscire da lì dentro, poverino?" E costei mi guardò un pò stupita della domanda dicendo solo "No, dorme, non vede?" A me sembrava più che altro rassegnato. Anche altri clienti, usciti e rientrati, erano rimasti a bocca aperta e, guardandomi con espressione scandalizzata, avevano espresso il loro biasimo per il povero felino ancora lì dentro.

Alla fine la convinsi ad andarsene e trovarsi un altro posto dove stare. Il che mi fece stare anche un pò male per lei, perchè si capiva che aveva dei problemi e se stava in giro così, senza una meta, dovevano essere piuttosto seri. Ma che potevo fare, io? Sono al lavoro, non mi occupo di assistenza sociale. Mi spiaceva. 

Per lei, ma soprattutto per il povero gatto.

E' tremendo, quando in albergo capitano queste persone.

giovedì 15 luglio 2021

 Cose che mi piacciono degli inglesi:


- I Rolling Stones, i Who, i Jethro Tull, i Queen, i Blair, gli Oasis, i Rootjoose e tutto il brit pop;

- il loro accento, così differente dall'inglese sguaiato delle ex colonie;

- i Remainers;

- l'Hard left del partito laburista;

- l'Imperial War Museum e la Belfast ancorata sul Tamigi;

- Sheakspeare, Conan Doyle, H.G. Wells, George Orwell, B.H. Liddell Hart, A.J.P. Taylor, e Douglas Adams;

- il loro umorismo;

- i pittori preraffaelliti;

- Gli autobus rossi a due piani;

- Harry Potter;

- I "Bobbies" che sorridevano quando chiedevo spiegazioni per strada a Londra;

- Peter Sellers, Michael Caine, Colin Firth, Kenneth Branagh, Hellen Mirren, Emma Thompson ed Helena Bonham Carter;

- Il museo di storia naturale;

- Mary Quant e l'invenzione della minigonna, che ha definitivamente messo in crisi i nostri mononeuroni maschili;

- "Mind the gap";

- La passione per i treni;

- Notthing Hill (il quartiere);

- La vittoria del Leicester City Football Club in Premier League;

- Cats;

- Ken Loach.

- Il Gran Tour, la loro passione per i viaggi e l'amore per la Toscana.



Oggi niente cattiverie.

Oggi solo cose belle.

lunedì 12 luglio 2021

 Sono un portiere d'albergo ma, in una vita passata, ero quell'altro tipo di portiere.

Nella mia carriera calcettistica, vanto due finali.

Una vinta. Una, aimè, perduta.

Di quella vinta parlai parecchi anni fa. Oggi è il momento della sconfitta. La squadra era la stessa: il Coverciano '88.

Campionato a 16 squadre con partite di andata e ritorno. In realtà si svolgono sempre nel solito campetto. Nel mondo amatoriale è così, non è che ogni compagine ha il suo campo di casa. Giochiamo nello stesso posto, 3 partite a sera, 3 coppie di squadre che si alternano cominciando alle 20 e finendo praticamente a mezzanotte. E' un modo per capire quando siamo verso la fine della partita: quando vedi arrivare, nei pressi del campo di gioco, le squadre che dovranno affrontarsi nella partita successiva, sai che manca poco alla fine del tuo incontro. E' tipo un'industria, una catena di montaggio.

Il campionato è una specie di passerella grandiosa perchè le vinciamo praticamente tutte. Un rullo compressore. Una macchina schiacciasassi.

Nel calcio a 5 è molto facile prendere un paio di gol a partita, anche quando vinci. Quella stagione invece ci sono incontri dove non prendo neanche un gol. Eravamo tutti in una specie di stato di grazia. Per certi versi quella serie di vittorie era quasi imbarazzante, con un divario pazzesco, tanto che le altre compagini cominciavano a "scansarsi": entravano in campo dando già per persa la partita e quindi impegnandosi poco. Ancora oggi non so perchè di quella prepotenza calcistica. Venivamo da campionati più impegnativi ma per quella stagione decidemmo di iscriverci a questo di una nuova associazione, quindi le altre squadre non erano tutta questa forza. Di solito le buone squadre si iscrivevano alla Uips o simili. E poi noi eravamo tutti 28enni, quindi nel pieno della capacità agonistica e allo stesso tempo abbastanza scafati nell'arte pallonara.

Le vinciamo tutte tranne due pareggi, contro quella arrivata seconda. 

Arriviamo ai Play off e alla finale. Proprio contro la seconda.

Sono passati venti anni, quindi non ho ricordi precisi del punteggio. Il "Gianca", che ha sempre tenuto tutti i dati, ha il risultato finale con tanto di marcatori, ma io sono privo della fonte scritta e devo andare di memoria. Alla fine del primo tempo eravamo in pareggio, mi pare 1-1. Poi nel secondo crollammo di schianto e ne prendemmo un paio. Ricordo però che prima parai un rigore. Cosa per me rarissima, sono sempre stato scarsissimo sui rigori, la mia specialità erano le uscite. Ma nel secondo tempo feci anche un bell'errore clamoroso, con un'uscita a vuoto. Di quelle che il portiere "va a caccia di farfalle". E se lo chiedete si, mi è successo tante volte, in carriera.

E vabbè, andò così. I nostri avversari furono bravi e meritarono. Certo, dopo un campionato trionfale ci eravamo fatti un'altra idea, ma la palla è rotonda. Te la fai andar bene. Stacce.

E però, malgrado la sconfitta in finale, eravamo ancora la squadra che aveva subito meno gol dell'intero torneo. E quindi venimmo premiati con la targa "miglior difesa". Che gli altri della squadra hanno consegnato a me, il portiere. E che ora fa bella mostra di sè sulla mia libreria.

Ed effettivamente, con un ricordo così, stacce si, ma ci si sta decisamente meglio.




domenica 11 luglio 2021

 Sono tornati. E alcuni sono bellissimi.

I turisti.


1-C'è quella battuta sullo svizzero che non prende neanche un treno perchè la voce dell'altoparlante alla stazione dice "non oltrepassare la linea gialla"

Ho due signore svizzere in arrivo in albergo. Parlano in italiano con quel buffo accento leggermente teutonico e hanno un'età che devono aver conosciuto Guglielmo Tell, ma sono molto gentili e sorridenti (si capisce che sorridono anche da sotto la mascherina), quindi gli dò una bella camera.

Dopo il check-in e essere salite in camera, le signore scendono e mi presentano una paccata di fogli

Lucidi 

Grammatura doppia della carta classica

A colori

Giuro, hanno stampato tutto un regolamento da un qualche sito, non so se ufficiale o meno.

Leggo parzialmente: in pratica tutti gli stranieri che arrivano a Firenze devono andare a una certa asl a segnalare la propria presenza.

In realtà, leggendo attentamente, non c'è bisogno che si sottopongano a questa tortura (è a 2 chilometri da qui e senza un bus diretto), basta che abbiano un'autocertificazione che hanno fatto il vaccino e il tampone. Tanto più che, conoscendo la nostra burocrazia, capace che in quella asl non abbiano la più pallida idea di cosa parlino queste svizzere.

Quindi le informo che non hanno assoltamente bisogno di andare lì. Basta che si portino dietro il certificati di tampone negativo e di avvenuta doppia vaccinazione. Anche questi a colori ma stampati SU LUCIDO.

Svizzeri. Meritavano di passare il turno.


2-Americani. Sono commosso.

Sono due ragazzi giovani. Intuisco subito che sono qui da tempo. E infatti, come documento di riconoscimento, mi passano le tesserine militari. Vengono da Camp Darby. Invece di fare un solo giorno, andata e ritorno in treno, hanno preferito prenotare un albergo a Firenze. Per visitare il Rinascimento e rilassarsi in due giorni di licenza. Non posso non essere il più gentile possibile con loro con la piantina e la spiegazione.

-Grazie, è tanto che volevamo venire a visitarla.

E mi fanno pensare che siano dei semplici fanti. Miti e sottomessi a sergenti che gli urlano in faccia "Qui vige la democrazia, qui non conta un ca**o nessuno!"

Per me invece, contavano tantissimo.


3-Er romanaccio. Paccioccoso, sorridente, con quello sguardo ammiccante che solo a Roma hanno, entra in albergo e mi fa:

-Che è rientrata a' famiglia?

-Si, poco fa, sono andati al bagno.

-Ao', manco stavolta me so' liberato de loro. 

E niente, so' sempre i più simpatici.


4-I lariani hanno questa strana espressione seria. Compunta. Anche quando scherzano. Perchè poi se ne vengono fuori così:

-A mia moglie piace visitare Firenze. A me piace solo la birra.

E niente, ha vinto lui.

domenica 4 luglio 2021

 Una delle cose che il portiere d'albergo deve fare è lo stare aggiornato con le notizie sui musei. Sabato 3 Luglio era la "notte dei musei": tutti aperti fino alle 22 a solo 1 € d'ingresso. Comunicarlo ai clienti è quasi un dovere. Dà anche un certo piacere vedere la loro faccia illuminata alla notizia. Fa da contrappeso con "la caldaia si è bloccata, non abbiamo acqua calda".

Ma ne parlerò poi. Scusate, ma oggi è il momento del pippone storico. Non posso farne a meno, è nella mia natura.

Decido che quella è la sera ideale per andare in centro ed esercitare la mia fiorentinità: vedermi un museo. 

Il problema è: Uffizi, fila per tutta piazza della Signoria; Bargello, idem; l'Accademia neanche a pensarci.

Ma il museo di San Marco è vuoto.

Così pago un ricco euro ed entro. Per vedere le cellette dei frati che trascorrevano lì una vita di penitenze, e tutte affrescate con dipinti del Cristo crocifisso con il sangue che gli schizza copioso dalla ferita sul costato; pitture create dai Tarantino dell'epoca. Su tutti il Beato Angelico, con la bellissima Annunciazione, che vede l'angelo dare la notizia a Maria della sua gravidanza, e la colonna nel mezzo perchè lei, la santa donna, è la colonna portante della chiesa.

Lo so a cosa state pensando: "ma come, tu, agnostico convinto che viene da una famiglia di comunistacci senza Dio, che apprezza queste cose?" Lo so, ma io per questo simbolismo ci vado matto. Si capisce veramente come erano le persone allora.

E poi ci sono, protetti da teche in vetro, enormi volumi scritti a mano da persone devote a questo paziente lavoro. Si pensa subito al film "Il nome della Rosa".

In fondo al corridoio l'ultima cella, quella del Savonarola. Il controverso personaggio che infiammò Firenze con le sue prediche, con tutti i suoi fanatici seguaci, i "piagnoni", quelli che "ricordati che devi morire" (sono sicuro che ricordate tutti la battuta di Troisi. Perchè la ricordate, si?). E lì esposte ci sono ancora le sue reliquie. Il drappo in lino dipinto dallo stesso Beato Angelico e che il pretaccio ferrarese portava a giro per Firenze nelle sue prediche. Ma soprattutto il suo mantello nero con tanto di cappa. Che fa tanto Darth Vader. Però noi fiorentini dopo un pò ci stufiamo di questi personaggi, per cui o li mandiamo a Roma, come alcuni Medici diventati pontefici e Renzi che è stato presidente del consiglio, oppure li facciamo fuori. E al Savonarola toccò questa fine, impiccato e bruciato in piazza della Signoria.

Siamo strani forte, lo so.

ps. la foto è dell'Annunciazione è sul retro del biglietto. Quando sono in un museo spengo il telefono e mi dedico all'interazione diretta. Ci mancherebbe anche.





venerdì 2 luglio 2021

 -Voi non avete internet!-

Respira marce. Respira.

E' già stata una nottata pesante, ora arrivi tu.

Strafottente, presuntuoso, arrogante. Che prenoti una doppia uso singola e poi scendi urlando che "fa schifo!". Oh, potevi andare all'Excelsior. Ma perchè non farsi scappare l'occasione di rompere le scatole in un semplice 3 stelle per quello che è, cioè un semplice 3 stelle?

-Apra la lista delle connessioni-

-Ma voi non avete int...-

-La apra, per favore. Le spiego come fare-

La apre. Gli faccio trovare la rete wifi dell'albergo. Gli spiego cosa inserire e, non appena appare la magica scritta "sei connesso", la voce al telefono cambia. Tentenna. Borbotta un frettoloso grazie e riattacca.

Però questo modo di porsi è veramente fastidioso. Perchè queste persone sentono il bisogno di partire subito con conclusioni affrettate solo per il gusto di fare polemica?

ps. alle 5 arriva il lavandaio, e mentre prendiamo un caffè, prima che lui vada a svuotare lo sporco e mettere il pulito, gli racconto della conversazione con questo cliente, e lui:

-Eh, ma questa gente è così: frustrata perchè è sottomessa alla moglie o al capo, e trovare dove vendicarsi. Ma io dico: sei in vacanza, rilassati. Quando si stacca bisogna essere tranquilli, non arrabbiarsi sempre e inutilmente-

E ha proprio ragione.