mercoledì 29 settembre 2021

 Amarcord 2015


Farsi un fine settimana di turni alberghieri nel forno del centro Firenze mentre la famiglia è a sguazzare nell'ambiente marino adriatico-abruzzese, è deprimente come la mail che ricevetti ad Ottobre 2014 dall'ente del turismo della Vallonia, e che mi informava che erano molto spiacenti, ma i posti da figurante per la rievocazione bicentenaria di Waterloo erano già completi. Da mesi.

Io mi ci vedevo già a marciare per i campi belgi con pantaloni bianchi, giaccone azzurro, berrettone e fucile ad avancarica (finto), assaltare la fattoria La Hayle cantando a squarciagola la marsigliese, ed infine ricreare la rotta dell'esercito francese al grido di “Merde! La Guarde recul!” Ero pronto pure a farmi crescere un paio di mustacchioni che fanno tanto francese virile, quei francesoni massicci e guerreggianti dell'impero, non quelli a cui giravano le balle a vedere Bartali che macinava solitario i tornanti dell'Izoard.

Invece niente.

Un fine settimana di Giugno significa sorbirsi le partenze di pitti bimbo. Quell'evento dove capisci che la scritta “Save the children” sulle magliette della Fiorentina, non si riferisce ai piccoli africani poveri, ma ai piccoli occidentali ricchi costretti dai genitori a sfilare sulle passerelle.

Poi mi appare un disegno multicolore.

Una specie di murales arcobaleno che si porta appresso una spalla nuda. Nello stesso corpo, un intero negozio Limoni di trucco e uno sguardo che vedrei bene su uno spetznaz, che non su una trentenne dalle forme poco raccolte in canotta, pantaloncini e zeppe di mezzo metro.

Accanto a lei, si palesa una specie di ragionier Ugo con gli occhialetti del suo collega impiegato Filini. Anche lui con canotta di color nero, pantaloncini e ciabatte. Ma diversi anni in più.

Mi passa una dozzina di fogli stampai da un noto portale on line. Basterebbe un nominativo, ma lui ha stampato ogni pagina del portale, anche le foto della pubblicità della Grecia (la pubblicità che invita a comprarsela, non ad andarci in vacanza). Da una stampante in bianco e nero, ovviamente.

Come sempre in questi casi, cerco disperatamente il nominativo della prenotazione, perchè su questi stampati si trova tutto, qualsiasi informazione, tranne il nome di chi ha prenotato. Ma la tatuata mi viene viene in aiuto con il suo affusolatissimo ditone con unghie anch'esse coloratissime.

-QUI! QUESTO E' NOME!- con un'intonazione che se ci fosse un “deh!” penserei che mi trovo su una banchina del porto di Livorno. O forse, visto la nazionalità, di Costanza.

Il nome, chiaramente, è italiano. Quello di lui.

E per l'appunto, il ditone della lei copre, neanche a farlo apposta, le date del soggiorno.

Del mese prossimo.

Uno pensa: oh, capita. Sbagliano a prenotare, invece di Giugno, prenotano in Luglio. Si, capita, ma di solito non sbagliano il giorno. Costoro invece hanno sbagliato anche quello.

Ma non è quello il punto.

Il punto è che non si è mai preparati ad una lei che apostrofa il lui con “TU SBAGLIATO! TU NO CAPIRE UN CAZZO!”

Lui, mortificato ai massimi livelli, testa bassa mentre lei lo infama, mi chiede se li posso accomodare. Per fortuna loro, avevamo ancora camere libere. Coincidenza, la tariffa era pure la stessa; ovviamente, vi fosse stata una differenza, l'avrebbero pagata. Altrettanto ovviamente, non sarebbe avvenuto in contrario. Era una non rimborsabile.

Senza neanche glielo chieda, tira dalla tasca un portafoglio delle dimensioni di un Invicta dell'87. E come lo apre, quasi strabordano fuori una quantità di fogli gialli che avrebbero permesso la liquidazione del mutuo, sia il mio che quello di mio cognato.

Lo infama, ma se lo tiene stretto. Chissà perchè....

giovedì 23 settembre 2021

 Tutto vero.


Telefono.


-Hotel ******** buonasera, come posso aiutarla?

Risate sguaiate. Gridolini. Tintinnio di bicchieri.

Quando telefonano e, in sottofondo, sento questi urletti, ho come la sensazione di essere un pò un diversivo. Che la combriccola che sento ridacchiare avesse voglia di ulteriore allegria, oltre a quella fornita da abbondanti dosi d'alcool e quindi, alle 15 di una domenica pomeriggio e alla fine di un mega pranzo, sentisse l'urgenza di chiamare un albergo a caso per informazioni. Così, giusto per.

-Buongiorno... ahahahha, ragazze, silenzio. Seeeeenta, siamo sette amiche, e volevamo fare il sabato ******* a Firenze. Avete disponiblità?

Sarei tentato di chiudere la chiamata, ma mi sforzo di sembrare professionale. Magari va davvero a buon fine. Clicco subito, sul gestionale, il giorno specificato.

-Quindi... una tripla e due doppie per la notte del **** al costo di bla bla bla.

-RAGAZZE! Ascoltatemi un momento dai, che questo portiere è molto gentile e ci sta dando le tariffe.

-Ah, me lo prendo io! (risata)

-Lo vuoi tutto te? (risata)

-Lasciaci qualcosa! (risate generali)

-Ehm.... non per fare il guastafeste, ma non sarei molto interessato...

-No???? Ragazze, il portiere non è interessato! (coro di stupore)

-Sono già sposato e comunque poco corretto professionalmen...-

-Dice che è già sposato! Ci è capitato l'unico fiorentino serio! (risate generali con un "Nooooo!" di quella che mi voleva come pezzo unico)

-Allora che facciamo? Prenotiamo? (segue coro di "siiiiii!!!" con ulteriore tintinnio di bicchieri).

Proseguo quindi con la prenotazione, e concludiamo gli accordi. Seguiranno mail di conferma. Un sabato futuro arriveranno queste sette allegrone. Che da una parte mi fanno piacere, perchè normalmente quelle che vivono la vita in questo modo, spensieratamente e con molto alcool e risate, sono sicuramente clienti migliori di quelli seriosi e compunti che, in albergo, piantano storie anche sul tipo di carta igenica. Ma da una parte mi preoccupano un pò. C'ho 51 anni, non ce la faccio più a reggere le mie coetanee allegre e libertine. Perchè non si trovano un toy boy, come Madonna o la Rusic?

Quasi quasi prendo feri.... no, non posso. Ho già due fine settimana.

Sono fregato.

Vi ho voluto bene, sappiatelo.


giovedì 16 settembre 2021

Che si sia al bancone di un albergo, o a servire a un ristorante, o in un negozio, stare al pubblico è una delle cose più difficili. Devi sorridere, anche se porti la mascherina. Devi mostrare empatia. Magari la sera prima ti sono andate male alcune cose: un lancio di dadi al tiro salvezza della sessione di gioco, una litigata con la figlia che si ostina a mettere abiti con pochi centimetri quadrati di copertura (noi babbi siamo talebani nel cuore), o la Viola che non consegue un risultato utile. Non ha importanza: sorridere sempre. Anche se quello che hai davanti è un mostro di strafottenza e antipatia gratuita.


Ho preso una multa.

Poichè non sono abituato ad andare in centro in scooter e sono essenzialmente bischero, sono passato da una corsia preferenziale. La telecamera è stata spietata. Mi tocca, ne pago le conseguenze. Dato che non ero presente a casa, arriva l'avviso di giacenza.

La multa si trova in periferia. In un magazzino che sembra un vecchio capannone sovietico dei sobborghi di Sverdlovsk, e come tale ci si aspetta di trovare fatiscenza, vecchie sedie buttate alla rinfusa in uno stanzone sporco e, dietro ai vetri, una tipa che sembra in tutto e per tutto una vecchia Baba Jaga.

Immancabilmente, è proprio così.

"Buongiorno"

Risuona l'eco della parola pronunciata. La baba jaga non solo non risponde, ma non alza neanche la testa, e continua a scartabellare roba tra un tavolo e uno schedario.

Ci sono 4 sportelli. Tre hanno il cartello "chiuso", il quarto un foglio scritto a pennarello: "torno subito".

"Dovrei ritirare un documento, ho ricevuto l'avviso di giacenza"

"Io sto lavorando"

Io provo a immaginarmi di rispondere così alle persone che mi si presentano in albergo, invece di smollare i cedolini del pos di giornata, come faccio sempre anche se sono all'ottavo conteggio, per dare un bel buongiorno a chi sta dall'altra parte del bancone e dargli tutto ciò di cui ha bisogno. Mi vergognerei da qui al 2050. 

"C'è un bar, qui vicino?"

"Un bar?"

"Beh, tanto vale che vada a prendermi un caffè, fino a che non torna la persona dello sportello"

Il tono è evidentemente sarcastico, la risposta lo sbuffo di noia più potente nella storia degli sbuffi di noia, nella stanchezza della vita, e "è per questo lavoro che ho rinunciato a quel pilota brasiliano?". Viene allo sportello, agguanta, dal pertugio del vetro, l'avviso di giacenza, trova la busta del Comune di Firenze, peraltro aperta -legge della privacy, ahahaha- e quasi la getta dentro il pertugio. Senza salutare, torna alle sue scartoffie.

Il foglio "torno subito" è rimasto attaccato lì. 

Se vi capita di finire in quel magazzino -spero per voi non per una multa- fatemi sapere se c'è ancora. Ormai ho la curiosità. La baba jaga invece dò per scontato che ci sia, e ci sarà, sempre. Anche nel 2050.


domenica 12 settembre 2021

Gaia, 14 anni, ha finito le medie e si appresta a iniziare le superiori. Quindi posso scrivere. Ho il suo benestare.

Sono stato rappresentante di classe. In primavera mi collego sulla piattaforma per l'incontro tra insegnanti e noi rappresentanti sulla situazione.

Gli insegnanti parlano sulla confusione che i ragazzi fanno nelle pause ma anche durante la lezione (da sempre, anche dopo la fine della DAD), con il chiacchiericcio e l'uso del cellulare, sul loro scarsissimo impegno di studio, eccetera.

Quando hanno finito, pongono la classica richiesta chiedondo, a noi rappresentanti, se abbiamo domande, al che intervengo obbiettando che la mole di materie da studiare è davvero grande, in certi giorni pure 5 se non 6 materie per il giorno successivo, e che diventa problematico portare a fondo, se capita anche di avere qualche sporadica attività extra scolastica -al netto della problematica covid-

Risponde la prof di italiano con queste precise, incredibili, stupefacenti parole: "Eh, ma i ragazzi devono organizzarsi e studiare PIU' MEGLIO e bla bla bla"

Posso vedere, dalla telecamera, gli occhi e l'espressione stralunata di tutti gli altri, insegnanti e rappresentanti. E anche in casa c'è chi sente le parole uscite dal pc e le accoglie con una discreta espressione stupefatta.

Più meglio. Insegnante di italiano.

Io boh.

ps. in foto: ulteriori contraddizioni. Pidessiquamente annotate. E la Gaia ne aveva fatta un'altra, di lista, con tutti gli errori gramaticali della prof di "grammatica".

Braccia rubate all'agricoltura.

Io me li immagino, gli insegnanti delle superiori, disperate dagli errori degli alunni. Questa può essere una spiegazione?

pps. Ditemi che non è così ovunque. Vi prego.




mercoledì 8 settembre 2021

 -Quella tipa, col doppio nome della regina ghigliottinata, che chiede di cancellare la camera prenotata su (sito web) e avere lo sconto. Non è che non si sia mai fatto, anche se è comunque un pò scorretto -hai prenotato tramite un sistema, si dovrebbe andare in fondo con quello- ma è che ce lo chiede all'arrivo, quando è troppo tardi per cancellare. Non può farlo lei e non possiamo farlo noi dal nostro sistema. Per quanto detto gentilmente, lei s'indispone di brutto e ci toglie il saluto per tutto il soggiorno.

Alla partenza si appoggia coi gomiti al bancone e comincia a picchiettarci freneticamente con la carta di credito. Innervosendo tutti. Noi e il cliente che stavamo servendo.

Superfluo dirlo, ci ha lasciato un brutto voto. 

"I giacobini avevano ragione e, terrore o no, la rivoluzione è stata una cosa giusta" (cit.)

-Quelli che hanno due cagnolini piccoli, che lì per lì sembrano carini carini, ma in realtà dei veri Cujo. Tant'è che mordono -per fortuna senza conseguenze, hanno preso solo i pantaloni- un altro cliente che gli passava accanto.

I proprietari non hanno neanche chiesto scusa. Almeno si sono portati in braccio i cani per il resto del soggiorno.

Alla partenza, dopo l'addebito sulla cc, dico "le stampo lo scontrino", al che lui mi dice "No, fattura". Meno male gliel'ho chiesto prima di cliccare. Ovviamente ho dovuto inserire tutti i dati della sua ditta mentre avevo una fila mostruosa di altre persone in partenza, altrettante in arrivo e il telefono che stava per fondere dalle chiamate. Mai che ce lo dicano all'arrivo.

-Quella russa alta quanto un condominio della periferia di Celyabinsk che cambia da singola in doppia perchè "arriva un'altra persona". Non vediamo arrivare nessuno. Il giorno dopo, prima che esca, la fermiamo e le chiediamo quando arriva questa seconda persona.

Ci fa una faccia stupita e chi chiede "E chi deve arrivare?"

I due di picche fanno sempre male.

Però anche:

-Il romagnolo che, come gli dò la chiave senza neanche che mi dica il numero di camera, mi punta il dito e dice "Sei stupendo".

-Il cliente che torna nel pomeriggio a riprendere i bagagli dal deposito del pomeriggio e chiede, timidamente, se deve qualcosa. Al che mi permetto di fare la faccina sorridente e dire "un monte di soldi" con tono sardonico, perchè è un servizio gratuito per i clienti, e suscita sempre ilarità e sorrisi complici.

-La coppia giovane bresciana, con lei piccoletta dai capelli color rubino e lui alto, massiccio e faccia bonaria con indosso la maglia "Dungeon Master". Alla loro partenza mi sono permesso di lasciare sola al bando la collega We Are The Champions per offrire a questi clienti un caffè e parlare delle differenze tra un'edizione e l'altra di quello che rimane sempre IL gioco di ruolo. E del fatto che ci siamo persi Modena Play, io perchè al lavoro e loro perchè Modena è soprattutto per i giochi da tavolo. E poi gli andava di visitare Firenze.


Un fine settimana così in albergo, devo dire ci metterei la firma per averne altri.


sabato 4 settembre 2021

 "I toscani hanno devastato questo paese" Piccola rubrica di storie toscane.

Parte quinta.

Siena contro Arezzo.


Una piccola vicenda ma significativa delle botte che i comuni toscani si sarebbero date di santa ragione a partire dal XII secolo.

Arezzo e Volterra si convertono al cristianesimo molto presto, e ciò aveva fatto sì che le diocesi di queste cittadine fossero piuttosto grandi. Siena invece, che si trova in un punto di connessione tra la Cassia e l'Aurelia, era una modesta colonia romana che resiste, almeno per un pò, alla conversione. Di conseguenza, anche la diocesi era poco estesa.

Poi però arrivano i longobardi, a cui Siena piace parecchio, e decidono di elevarla a gastaldato. Tuttavia la diocesi di Arezzo rimane intatta. Questo significò che molte delle pievi vicine a Siena rientrano comunque nella competenza di Arezzo.

Tutto ciò, ai senesi, non andava giù. O meglio: non andava giù al gastaldo e al giudice: Tagiperto e Godiperto. Non sono meravigliosi, i nomi longobardi? Vuoi mettere con quelli che danno i vip odierni ai loro figli? Scusate la divagazione. Un giorno del 678 gastaldo e giudice di Siena si ritrovano a discuterne con il vescovo di Arezzo, Luperziano. Lo fanno nella pieve di Santa Maria in Pacina, e il vescovo di Arezzo pensa bene di farsi scortare da un paio di tizi armati. Risultato: ne scoppia una rissa dove Godiperto viene trafitto e Tagiperto deve darsela a gambe per la campagna.

Si apre quindi una causa legale che ha del leggendario. Una prima udienza si svolge ben nel 715, alla presenza del re longobardo Liutprando. Nel dibattimento Adeodato, cugino di Godiperto, usò termini particolarmente furbi, nominando il "populus" senese contrapposto ai "civites habitatores" aretini. Cioè un termine longobardo contrapposto a due latini. Liutprando però non si lasciò convincere, e dette ragione ad Arezzo.

Siena non si diede per vinta. Carlo Magno conquista il regno longobardo, e quindi il nuovo vescovo di Siena richiede un altro giudizio ai nuovi dominatori, i franchi: 850, a Roma, di fronte al papa Nicola I e l'imperatore Ludovico II. Vengono a testimoniare due persone che hanno ascoltato i fatti per seconde voci, perchè sono due ultranovantenni -un record, per i tempi- nati già più di trenta anni dopo il tragico omicidio di Godiperto. 

Stavolta la ragione arride a Siena, anche se pare per corruzione della corte da parte dei senesi. A quel punto è Arezzo che chiede un ulteriore giudizio nell'881, davanti all'imperatore Carlo il Grosso, e la ragione le arride. Ma le cause vanno ancora avanti fino a che, a mettere la parola fine, non penserà papa Onorio III nel 1220, ingiungendo il "perpetuo silenzio" sulla questione.

Una causa durata quasi 5 secoli e mezzo.

Non siamo meravigliosi, noi toscani?