domenica 28 aprile 2019

14 anni.

E mi sembra ieri.

Sono cose che non si possono dimenticare. Ti rimangono nella testa, fisse, durature, inavomibili.

14 anni fa nasceva Camilla.

La prima impressione fu drammatica. Perchè noi uomini, nel parto, siamo impotenti. Completamente inutili. Non serviamo a un bel niente.

Ore a cercare di sostenere la moglie durante le doglie, e lei, a ogni fitta, chiede disperata: "Marce, fai qualcosa". E non c'è nulla che puoi fare. E non capisci quel che sta accadendo.

Li ricordo uno a uno, quei momenti. Non c'è molto altro, se non quello: ricordare.

Poi, finalmente, la nascita. E le appoggiano la neonata sulla pancia. E la Sara che se ne viene fuori che "Camilla, finalmente ci vediamo".

E lì piansi. Parecchio.

Ok, basta.

14 anni fa. Oggi è il suo compleanno.

Sarà una bella festa, con un tavolo stracolmo di cibo-spazzatura. Di amiche/ci. Di bibite gassate. Del babbo che gli farà fare dei giochi. Di patatine all'olio di palma. Ovviamente regali. Ho già detto del cibo?

Si ripeterà il 13 Giugno, per il compleanno di Gaia.

Alle ragazze chiediamo ormai, da qualche anno, se hanno preferenza per il regalo. Ci piace così. Hanno dei desideri, una lista anche notevolmente lunga. Ma sarà un singolo regalo. Senza esagerare, senza dilapidare preziose risorse per il mutuo.

4 anni fa la Cami chiese un oggetto che, dal mio personale punto di vista, è utile come un frigorifero al polo.

Un idromassaggio per i piedi.

Un singolo regalo, questo è il patto. Ok, facciamogli 'sta roba. Io sarei anche per andare a vedere per negozi, ma la moglie è tipo spiccio e poco mobile: lo prendo con internet. Tramite quel sito che porta il nome di una foresta. Esistita finchè anche i brasiliani, come gli americani e noialtri, non hanno scoperto il fascino di avere presidenti e ministri dell'interno stronzi e un pò figli di troia.

Prendiamo quindi questo oggettino, che incontrò la sua piena gioia. La ragazza è un tipo a cui piace rilassarsi. Dopo il bagno, adora prendere questo attrezzo, riempirlo d'acqua (è un idromassaggio, seguite bene queste mie parole), collegarlo alla presa elettrica e quindi, comodamente seduta sul divano, rilassarsi e godersi i piedi a mollo con le bollicine.

In famiglia l'hanno provato tutti tranne il sottoscritto. Per quanto ormai quast'oggetto sia presente in questa casa e possa pure fare un tentativo, non riesco a farmi andare bene una cosa che ritengo una vera futilità. Una roba che stava bene nella rubrica sarcastica di Cuore "mai più senza", dove c'erano oggetti come lo scopalasta di padre pio o della propria squadra di calcio.

Ma il punto non è quello.

Su sito dove la Sara ha acquistato l'oggetto, è possibile rivolgere domande sullo stesso agli acquirenti precedenti.

E la Sara riceve questa. Allego immagine. Non credo ci sia bisogno di altri commenti.

Lo so che, per arrivare a quest'assurda domanda ho messo su un discorso lungo e laborioso, ma io sono così: mi occorrono 3 fogli A4 pure per fare gli auguri di Natale.

ps. il regalo di quest'anno, che scarterà tra un paio d'ore, è una stampante. La vecchia funzionerebbe ancora, ma emette un rumore di segheria ogni volta che è in funzione.

Ma non c'è pericolo che ci domandino se funziona anche senza carta o inchiostro. Stavolta l'abbiamo comprata nel classico mega negozio di elettrodomestici.

Auguri, ragazza.

giovedì 25 aprile 2019

Alzarsi il primo pomeriggio e trovare la figlia 2 che chiede di giocare, andrebbe anche bene. Anzi benissimo. Se chiedesse di giocare a uno Splendor, un Imothep, pure un Ticket to ride, guarda.

Ma quando si tratta del "gioco della vita", la storia può prendere un andamento farsesco.

Giocare al gioco della vita con una ragazza di 11 anni significa che:

-Percorso carriera. Io studiare? Mai! (Ps, ha la media del 7. Legge una cosa e la ricorda per mesi, il contrario di come ero io. La odio solo per questo)

-Mestiere scelto: la chef! E che altro? Almeno cucinare le piace. È rimettere a posto, che tocca al babbo. E infatti: " quando avrò il mio ristorante, ti metto a lavorare lì. Laverai i piatti".
Lo ha detto sul serio.

- "Voglio avere dei figli" ma la ruota non gira come vorrebbe (è un gioco di fortuna, di casualità). E si arrabbia. 11 anni, va ancora così. Viola le regole e rigira la ruota. Niente. Rigira ancora, e finalmente esce un bebè. Ovviamente, femmina.
Ma tiene il broncio tutta la partita. Perché vuole un monte di figli. Un asilo nido.
Quando lo avrà veramente, un bebè, e chiamerà per chiedere aiuto, riderò di gusto.

-Bene Gaia, siamo in fondo. Ora contiamo i soldi.
-Aspetta!
Prende un'altra macchinetta, ci infila un piolo rosa e la fa partire dall'inizio.
-Lei è mia figlia. Anche lei farà il percorso e mi aiuterà a vincere la partita.
-A lei fai fare il percorso studio?
-Si, perché lei dovrà studiare!

Mi spiace, nipote.
Hai una madre un po' paracula.

Ps. Questi pomeriggi piovosi sono abbastanza destabilizzanti, per la mia psiche. Non vedo quasi l'ora di essere in turno e trovarmi un indiano che chiede informazioni assurde tipo "dove si trova la torre di Pisa" su una mappa di Firenze.

Pps. -Ma davvero mi vuoi assumere a fare il lavapiatti?
-Certo. Così non dovrai più fare il turno di notte.
In fondo, vuole liberarmi. A modo suo.
Buona Liberazione a tutti.



lunedì 1 aprile 2019

Lavoro in albergo, sono un portiere.

Sono anche una persona con le mie idee, i miei pensieri, le mie ragioni. E non me ne vergogno affatto. Ma quando sono sul posto di lavoro tendo a non esprimerle. Ad esempio, quando mi capitò un cliente, anni fa, che dichiarava la sua contrarietà alla presenza di un giocatore di colore in nazionale (Balotelli) solo perchè, appunto, di colore. Oppure un avvocato di regione che non nominerò che, dopo avermi chiesto se ero di Firenze e alla mia risposta affermativa, se ne uscì che "prima o poi voi comunisti vi spazziamo via tutti" (non ci riuscì la banda Carità, pensavate di farcela voi?). O quello che, inserita nella plastica che protegge il documento d'identità, aveva la foto di mussolini (minuscolo intenzionale) e declamava tutto fiero il suo credo.

In questi casi il bravo portiere lascia perdere. Sappiamo benissimo che sono provocazioni del ca**o. Gente stupida che cerca lo scontro. La diatriba. La polemica. Beh, non ne vale mai la pena. A che pro mettersi a discutere di queste cose? Farsi il sangue amaro con persone che vediamo solo 10 minuti nell'arco di un'intera esistenza? Uno sta zitto, fa un bel sorriso e passa la carta di credito del cliente nel pos. Perchè alla fin fine quello conta. E grazie di tutto il pesce (cit.)
 
Anche se comunque all'ammiratore del duce lanciai una frecciatina sul bunjee-jumping. Ma non la capì.

E non mi stupisco, che non l'abbia capita.

Con qualcuno però, vale anche la pena, di esternare come la si pensa.

Vale assolutamente la pena.

Sono in due.

Check-in regolare: documenti, registrazione, informativa sulla tassa di soggiorno, orario colazione...

-Ehm... abbiamo richiesto una camera matrimoniale...-

Senza alzare lo sguardo, prendo la pratica e leggo. Si, camera matrimoniale. Guardo la lista arrivi: è effettivamente assegnata la camera giusta, con letto matrimoniale.

-... spero non sia un problema...- prosegue lei.

Con tono molto titubante.

Alzo lo sguardo dalle mie scartoffie. Sguardo leggermente sospettoso. Giusto perchè mi piace aggiungere un pò di suspence.

-Perchè dovrebbe esserlo?-

E sorridono. Tutte e due.

Lei e lei.

-Avete comprato una camera. Avete fatto una richiesta legittima. E noi vi accontentiamo-

Due sorrisi che si allargano.

-E non è solo per l'acquisto di una camera qui dove lavoro. Siete qui per vedere Firenze, la mia città. E' ovvio che io, e miei colleghi, faremo il possibile per rendere il vostro soggiorno memorabile. Perciò, ecco qui una piantina della città-

E passo 10 minuti a dargli tutte le informazioni su musei e quant'altro. Perchè è giusto così. Perchè si deve vivere sereni.

E loro lo erano. Più di tanti altri.

Ringraziano. Prendono chiave e piantina e si avviano all'ascensore.

Mano nella mano.

Distolgo lo sguardo. Non per repulsione, assolutamente. Per pudore. Mi sembra di intromettermi in affari che non mi riguardano. E in effetti è proprio così.

E comunque, anche se alla fin fine la questione di fondo, quella decisiva per noi portieri, è che i clienti, chiunque essi siano e cosa abbiano deciso di essere nella vita, paghino il soggiorno, resta il fatto che dove c'è amore c'è famiglia.

E basta.

ps. bancomat o carta?