lunedì 27 dicembre 2021

In questo periodo triste, dove la paura per la nuova variante monta e in tanti si rinchiudono in casa piuttosto che viaggiare e soggiornare negli alberghi, mi piace pensare alla coppia di un mese fa. Carini e gentili, lui scende e pone tal domanda: voglio chiedere la mano della mia ragazza. Mi potete aiutare?

La mia collega -la dolce Georgie- è spiazzata. Siamo già a pomeriggio inoltrato. Ce lo avesse chiesto la mattina, potevamo farcela, certo. Contattavamo il ristorante in cui vuole dichiararsi la sera stessa, che avrebbe contattato la pasticceria con cui lavora, di preparare un dolce con scritto "vuoi sposarmi" nella tua lingua.  E lo avrebbe presentato al tavolo. Ma ora è tardi. E lui appare disperato. Ma lavoro con colleghe piene di risorse e inventiva. Stampa un foglio molto carino con tanti arzigogoli e un bel carattere -no, non il comic sans- della fatidica domanda e che verrà "allegato" al dolce di fine cena. Lui appare soddisfatto, fa comunque il suo effetto, anche se non è una scritta alla crema su glassa al cioccolato.

Qualche giorno dopo entro in turno di notte e trovo il questionario di gradimento compilato.

E niente, non si scoglie il cuore anche a voi?

Tanta felicità, ragazzi, tantissima felicità. E un 2022 migliore.

Ce lo meritiamo tutti.



venerdì 17 dicembre 2021

 -ME LA PAGHERAI, UMANO! AH, SE ME LA PAGHERAI!

-Eddai, su, piccolo essere peloso, lo faccio per il tuo bene.

-VEDRAI CHE BENE TI FARO' IO, QUANDO SAREMO DI NUOVO A CASA!

-Uuuuhhh, quanto la fai lunga. E' solo una visita veterinaria.

-MISURANO LA TEMPERATURA CORPOREA INFILANDOMI IL TERMOMETRO NEL CU**!!!

-D'altronde, il metodo è quello.

-NA*ISTI! ECCO COSA SIETE, VOI UMANI!

-Ehhhh, che paroloni.

-VEDRAI COSA TI SUCCEDERA', LA NOTTE, MENTRE DORMI!

-Stamani sei arrivato alle 5 ed eri tutto uno strusciarti e fare le fusa.

-ARRIVERO' ALLE DUE, E SENTIRAI I MIEI ARTIGLI!

-Tanto sono in turno di notte.

-ATTENDERO' IL TUO RITORNO! SARO' PAZIENTE, COME DICE IL PROVERBIO CINESE!

-"Vincere il nemico senza combattere è prova di suprema abilità"

-LO SAI CHE NON E' QUELLO!

-E comunque ora la dottoressa valuterà il tuo occhio malat...

-IL MIO OCCHIO STA BENISSIMO! 

-Lo sai che non è così, piccolo orbetto peloso.

-VEDO MEGLIO DI TE, CHE DEVI USARE QUEI COSI!

-Su, su, basta soffiare.


A volte mi domando se sia peggio avere a che fare con questo felino o con gli indiani che "i wanna bigga' room"




martedì 14 dicembre 2021

Un fine settimana di lavoro, in albergo, può comportare:


-Che stavo per combinarne un'altra delle mie: coppia giovane, bella, che si guardano negli occhi come tutti vorremmo essere sempre guardati dalla persona amata. Lui ha prenotato anche il prosecco, e stavo per accennare che glielo portavamo in camera, quando mi arriva una gomitata sul fianco, una roba che anche The Rock e John Cena sarebbero andati al tappeto, perchè si trattava della sorpresa di lui a lei. 

Uragano Katrina dovrebbe fare la wrestler.



-Che mi arriva una chiamata dall'albergo accanto, vedo il numero sul centralino e quindi, in luogo di rispondere con la "formuletta" Buonasera bla bla, dico solo "Ehi, ciao, dimmi tutto".

"Ce l'hai due birre"

"A Milè, me s'embra essè in Trastevere "Aò, che c'hai du'bire?" Ti segnalo a Zerocalcare, ti mette nei suoi cartoni"

Lei ride "Marce, hai ragione, è che sono ora stanca morta, e poi qui ci mancano sempre le birre, e i clienti ci chiedono quelle"

"Va bene, manda il facchino"

"Meno male che ci sei te, che mi tiri su il morale"


-Che arrivano 4 romani di quelli super simpatici, che vengono a correre la maratona di Firenze perchè "E' la più bella di tutte", ed è tutta una battuta: la bistecca da mangiare a pranzo dopo la corsa (la sera prima, pasta in bianco) perchè "dopo se sfogamo", che la colazione inizia alle 6, apposta per i corridori "Ao', siete mitici!" e che gli lasceremo una delle due camere per farsi la doccia nel pomeriggio, tanto non faremo completo domenica sera, quindi può rimanere sporca al giorno dopo. E loro felici, dopo la bistecca, tornano a riprende i bagagli e partono mi apostrofano con "Sei er mejo! Se vedemo l'anno prossimo, nun prendè libero er fine settimana daa' maratona!"


Speriamo. Speriamo davvero, perchè 'sto malefico veleno proprio non vuole lasciarci.

martedì 7 dicembre 2021

Sono più di vent'anni che lavoro in albergo. E certi episodi sono, devo ammettere, molto rari. Li si conta sulle dita di una mano.

Ma li ricordiamo attimo per attimo. 

Tutta la vita.

Sono le due di notte.

Scende un ragazzo per uscire a fumare. Gli apro l'ingresso, che sbarro sempre dopo mezzanotte, e gli dico che lasciavo aperto per lui.

Torno a fare il mio lavoro ma l'errore, di non richiudere a chiave e costringere il fumatore a suonare il campanello, è fatale.

Entra questo pazzo.

Connazionale della mia età ma più basso e grassottello, con una tuta sportiva (e simbolo dell'associazione), tasso alcolico che, se misurato, darebbe "ci sono anche tracce di sangue" e che ha deciso di rendermi un inferno il turno di notte.

Perchè la notte non ci sono altri colleghi a supportarti, a distrarre il pazzo che si è intrufolato dentro. Di notte si è soli. Occorre cavarsela con le proprie forze. 

Bestemmia, offende, spara parole senza senso, e solo dopo tanta pazienza, riesco a convincerlo a uscire. Ma lì non se ne vuole andare. Mi continua a parlare e offendere avvicinandosi continuamente (superfluo dirlo: non ha la mascherina), poi si piazza davanti all'ingresso togliendomi la possibilità di rientrare. In realtà non l'avrei fatto perchè ho la certezza che, se riuscissi a rientrare e richiudermi a chiave, lui spaccherebbe la vetrata, però avermi tolto la possibilità mi manda fuori di testa.

Lo afferro per il braccio e lo spingo lontano.

Non sono affatto un tipo forte nè tantomeno violento, quindi, benchè lui sia completamente ubriaco, neanche casca. Si riavvicina urlandomi offese, al che, mani aperte sul suo petto, lo spingo nuovamente lontano. E' maledettamente fortunato, perchè se avesse trovato uno senza scrupoli, lo avrebbe veramente steso. Non ci vorrebbe niente a mollargli un diretto in piena faccia. Io non ne sono assolutamente capace.

Il portiere di notte dell'albergo di fronte e un ragazzo che passava di lì accorrono e cominciano a parlarci per calmarlo. Il collega -gli dei ti benedicano- chiama le forze dell'ordine. Lui continua a dire cose senza senso e offese. A quel punto però, neanche le ricordo: le gambe mi tremano e non sento neanche il freddo pungente.

All'arrivo, i carabinieri capiscono al volo la situazione -io sono troppo sconvolto per dire qualcosa- invitano il pazzo ad allontanarsi un pò e cominciano a parlarci. Invido la loro pazienza. Grazie ragazzi.

Rimango un pò lì, inebetito, poi il freddo mi riporta alla realtà. Rientro all'interno, mi viene quasi da piangere ma mi costringo a buttarmi sul lavoro per scacciare la tensione. Mi metto pure a fare un ricontrollo che aveva già fatto la collega del pomeriggio. Funziona.

Dopo mezz'ora i due carabinieri entrano per informarmi che il pazzo se è allontanato e prendere le mie generalità. Credo di avergli parlato come una mitraglia, sentivo decisamente il bisogno di sfogarmi, di giustificarmi per non aver richiuso subito, e che comunque, in tanti anni, non sono cose che capitano spesso. Anzi. E però succedono.

Alla fine è andato tutto bene, ma sono comunque dei momenti di tensione tremendi. E molto, molto difficili da affrontare.

giovedì 2 dicembre 2021

La patente.

Vere, testuali parole.

Ore due di notte, telefono:

-Hotel ******* buonasera, come posso aiutarla?

-Buonasera, sono ****** e chiamai dalla ********

Stavo cercando una camera singola per la notte del 31 Dicembre, quelle ca' piazz'e'mezz.

-Eh.... ah, si, certo, abbiamo le cam....

-Cercai quelle co 'u terrazzino, che se vide tutta Firenze!

Ammetto che sono un pò spiazzato dall'accento, ma almeno non è dialetto stretto, altrimenti sarebbe vera crisi. Però sono colpito dalla descrizione della camera. La conosce. E' già stata da noi. Il che mi fa piacere, perchè si è trovata bene, e vuole trascorrere un altro capodanno a Firenze. Dai!

-Ma certamente, vedo subito la tariff...

-Eeee, ma non mi importava, volevo quella camera, con il letto e il bidet nel bagno, per vedere la festa della città per il capodanno!

-Ehm... non siamo sicuri ci sarà festa nelle strade. Cioè, niente fuochi artificiali o concerti in piazza per evitare assembramenti.

-Ma bisogna vivere, festeggiare, essere felice!

-E' giustissimo, signora, ma non so se il comune si prenderà una tale responsabilità. Se le cose andassero a peggiorare?

-Ma non facisse il menagramo!

-Ma no, non per voler portare sfortuna... comunque, vediamo un pò, un momento solo...

-Eh, vedesse lei.

-... dunque... abbiamo le singole superiori... però quella con la vista è già prenotata...

-Ma no!!!!

-Calma, calma, mi faccia controllare, magari questi clienti non hanno richiesto proprio quella con la vista.

-Ma l'altra 'u terrazzino ce l'avesse?

-Si, però quella camera è una delle poche che non ha il bidet e...

-Ehhhh, che menagramo! Non la voglio, non ci vengo più, a Firenze

E mi riattacca. Rimango lì a urlare "Aspetti!" ma lei ha già messo giù.

Mi sono sentito in colpa tutta la notte. Una cliente che voleva tornare qui e io a mettere le mani avanti, sia per la paura di nuove limitazioni sia perchè non ero sicuro della camera. Che poi c'era, perchè le prenotazioni presenti NON richiedevano proprio quella. Potevo spostarle su altre camere -tanto sono stranieri, gli andava bene anche quella senza il bidet- e assegnare alla signora quella desiderata. Ma lei era una furia, non mi ha dato il tempo di controllare attentamente sul gestionale, altrimenti l'avrei accontentata.

Ma sono rimasto colpito dal "menagramo". Devo ammettere che lo sono stato.

Forse dovrei fare come Rosario Chiarchiaro: farmi assegnare la patente di iettatore.


lunedì 29 novembre 2021

Cosa può esserci di peggio di una famiglia d'indiani che passa ore al banco a porre domande, o chiedere insistentemente lo sconto?

Chi è più distruttivo, mentalmente, di una comitiva di studenti che urlano, sbattono porte, e corrono nei corridoi dell'albergo?

I medici che partecipano ai congressi che si svolgono alla Fortezza da Basso.

Esempio: 2 ragazze giovani che esordiscono con "siamo medici", perchè il proprio titolo di studio equivale un pò a una medaglia e dev'essere esposta (vale per tutti), e che affermano avere una prenotazione di una camera tripla a nome V.

Non si trova.

Ci facciamo dare anche altri cognomi, G e C, ma non si trova comunque.

Forse è a nome R?

Rispondono di si. Grave errore. Nostro, a chiederglielo. Perchè verrà fuori che R è una prenotazione ancora diversa, del giorno dopo, e che arriverà puntualmente. Ma sul momento pensiamo di aver sbagliato inserendo la prenotazione al giorno dopo. Che può capitare, anche se non sarà questo il caso. Per intanto, la camera c'è, aggiorniamo la prenotazione e iniziamo la registrazione dei documenti.

Qui arriva il rompicapo.

V e G sono arrivate ma C arriva domani. Va bene, potete restare nella stessa camera e vi facciamo tariffa di doppia. Solo che poi, il giorno dopo ancora: V e G partono, C resta ma arrivano altre due ragazze, F e un'altra G poi, ancora un giorno dopo, C parte, la seconda G va in camera doppia con V, il suo ragazzo, che aveva già prenotato una doppia con M, un collega che parte, e infatti la camera è a due letti e andrà fatta matrimoniale, quindi F si sposta in un'altra tripla già arrivata perchè parte A. Però da questa tripla parte L e arriva un'altra L.

Questo è quel che abbiamo capito. Alla fine abbiamo scoperto che in realtà è tutto un mischiume assurdo e non torna niente. Scoraggiati, ci facciamo solo dire quante persone sono nelle varie camere così da accordare le tariffe e ci raccomandiamo che chi parte paghi la sua parte -in questo i medici lavorano con la calcolatrice- Per il resto, ci limitiamo a dire alle cameriere di fare tutte queste camere "in partenza", cioè cambiare tutte le lenzuola, perchè non è possibile dare un letto solo riassettato a una persona appena arrivata, se in quelle stesse lenzuola ci ha già dormito qualcun altro.

Non vi dico il caos alle partenze, con i conti divisi per 2, 3 o anche 4 persone e che pagano chi in carta, chi bancomat e chi contanti.

Chi ci ha salvato la giornata è stato il dottore genovese, della mia età, che:

-all'arrivo, quando lo informo della tassa di soggiorno, esordisce con "son genovese, non mi devi parlare di soldi";

-scende per la colazione e chiede se oggi pioverà, e alla mia risposta "penso di si", mostra l'orologio picchiettandoci sopra e dicendo "si, ma a che ora? Precisione, in portineria! E poi, se non smette di piovere, è disservizio!";

-il giorno della partenza chiamo il garage per fargli portare l'auto e se ne viene fuori con "se me ne portano una più grande va bene, eh, ho visto avevano un bel suv, dentro il garage"

I genovesi, quando partono con l'ironia, spaccano. Belin!

giovedì 25 novembre 2021

"Chiamo un paio di strafatti per un lavoretto medioevale"

Ecco, così vorrei farti.

Perchè visto il periodo non stiamo neanche a prendere troppe garanzie -tipo i bonifici- proprio per evitare di dover rifare tutte quelle procedure di un anno e mezzo fa in caso di chiusura. Ora poi c'è pure la variante Delta. Preferivo di gran lunga il quadrante Delta della Voyager e del capitano Janeway.

Quindi tu, che prenoti una camera, sapendo che comunque attendiamo il tuo arrivo per il pagamento, potresti essere almeno così sensibile da cancellare la prenotazione, se cambi idea? Anche in giornata stessa, veramente, che ti costa? Due click sul sito sono così pesanti? Così tanta fatica fare una chiamata? Hai paura che ti rimproveriamo? Che ti diciamo "cattivo cattivo"? Invece no, siamo comprensivi, bastava che ce lo dicessi. La potevamo rimettere in vendita, ma non avendo la capacità divinatoria di Sibilla Cooman e non sapendo dei tuoi programmi di vita, ti abbiamo tenuto la camera.

E tu non sei arrivato. Camera invenduta.

Allora la mattina ti scriviamo per sapere se eri sempre interessato, visto che erano alcune notti. E tu, qualche ora dopo, rispondi così:

"No grazie, ho trovato un posto più economico"

Addebitiamo per la prima notte come se non ci fosse un domani.

Poi la contesti, e la compagnia della carta ti darà ragione, ma intanto devi sbatterti.

Ma nel caso non lo facessi "Addio. E grazie di tutto il pesce".



venerdì 19 novembre 2021

Tutto vero. Giuro, tutto assolutamente vero.

Arrivo in albergo per un turno domenicale pomeridiano che prevedo tranquillo e dedito più al ricontrollo prenotazioni, alla posta e al rispondere alle recensioni con lo streaming di Controradio in sottofondo.

Entro che la reception è superaffollata, una marea di gente che sembra la fila alla biglietteria di Lucca Games pre-covid fa e la mia collega, la Dolce Georgie al telefono, presumibilmente occupata. E preoccupata come l’omonimo personaggio del manga giapponese che uso come suo soprannome.

Di corsa, filo sul retro a depositare il giaccone e timbrare per accorrere in supporto, anche se nel frattempo lei ha riattaccato iniziando i check-in delle persone in -paziente, per fortuna, gli dei vi benedicano- attesa del loro turno. Ma non faccio a tempo neanche a salutarla che drin, suona il telefono.

Lei sposta appena lo sguardo verso di me e sussurra un flebile “preparati”. Ma non si è mai preparati, mai, anche con esperienza ventennale.

-Hotel ****** come posso aiutarl….”

“Siete dei gran maleducati!”

“Ehr….”

“Maleducati e pure cafoni!”

“Signora, potrebbe spiegar….”

“C’era un’altra persona al telefono, poco fa”

“Si, la mia colleg…”

“E’ stata una gran maleducata. Mi ha riattaccato in faccia”

“Signora, è cascata la linea. Però se insiste così, guardi che le riattacco anche io, non è il modo di comportarsi. Se mi spiega il problema posso provare ad aiutarl….”

“Lei come si chiama?”

“Luca”

“Io non parlo con lei, Luca, voglio parlare con il <nome direttore>”

“Come le ha spiegato la mia collega, oggi il direttore non c’è”

“No, siete voi che non volete che ci parli”

“Signora, le assicuro che non è così. Le passerei volentieri il direttore, ma oggi non c’è”

“Siete maleducati e pure bugiardi”

“Signora, la prego di moderare i termini. Siamo qui a lavorare e non è facile per noi. Io sono appena arrivato in turno, a sostituire la mia collega che, tra poco, va a riposare, visto che è qui dalla mattina. Abbiamo un sacco di persone al banco e facciamo del nostro meglio, ma deve capire che non è facile gestire tutti. Ci vuole pazienz…”

“No, voi non volete che prenoti. Non mi volete come cliente, e siete dei cafon….”

“Signora, le assicuro che vogliamo lei come tutti gli altri. E’ che purtroppo capita che ci arrivi tutto assieme, clienti al banco e telefonate, e non è una situazione agevole. Le chiedo per favore di stare calma e spiegarmi il problema, così posso provare ad aiutarla”

“No, lei HA PAURA che io parli con <nome direttore>”

“Non è affatto così. Può chiamare domani”

“A che ora?”

“Indicativamente la mattina fino alle 2 del pomeriggio”

“Quindi non mi ci vuol far parlare ora! Lei HA PAURA che io dica al direttore che siete dei maleduc….”

“Signora, glielo chiedo per favore, non insista con questo atteggiamento. Le giuro che se il direttore fosse qui glielo passerei volentieri. E’ che oggi ha il giorno libero”

“Ma com’è possibile? Qui da noi, nel BRESCIANO, i direttori LAVORANO 7 GIORNI SU 7!”

“Signora, con tutto il rispetto, è impossibile. Tutti abbiamo bisogno di uno o due giorni di riposo a settimana, pure i direttori”

“Ehr….. ma avrete un vice, no? DOVETE avere un vice”

“Signora, mi spiace, ma questo è un albergo semplice, non siamo un 5 stelle a Milano, Londra o Dubai con centinaia di camere. Non siamo così sofisticati. Un direttore e stop. Come le ho spiegato, facciamo il possibile per aiutare i nostri clienti, sia quelli già presenti in camera che quelli che vogliono prenotare, ma chiediamo anche pazienza. Capirà che se lei parte in quarta con offese, noi ci risentiamo un pochetto”

“Ma lei non vuole che parli con il direttore”

“Signora, le assicuro che se lei vuole, ci potrà parlare domani. Chiami verso le 10 e ce lo trova per certo. Nel frattempo, le ripeto che se vuole, posso aiutarla io, perché io sono in turno fino alle 23, ho la responsabilità della portineria e quindi non può che interfacciarsi con me”

“No, chiamo domani e parlo con <nome direttore>”

“Come desidera signora, come desidera”

“Comunque siete dei gran maleducati!”

E riattacca.

Volgo il mio sguardo, che dev’essere sull’allibito, verso la Dolce Georgie, che ha finito i check-in e mi guarda sconsolata. Poi ci mettiamo entrambi a ridere, perché nel frattempo lei ha mandato messaggi al direttore chiedendo lumi, e lui le ha risposto che non ha la più pallida idea di chi sia costei e come faccia a conoscere il suo nome, e spera che non richiami. Soprattutto, capire quale sia stato l’equivoco che ha generato la sua rabbia e il suo partire in quarta con tanta aggressività. Ce lo farà sapere.

Ps. Io e i miei colleghi, quando ci capitano questo tipo di persone, non diamo mai i nostri veri nomi. Ma devo dire che è un evento raro. La maggioranza dei clienti sono deliziosi e felici di stare in vacanza a Firenze <3 

E’ che ogni tanto, il caso umano, capita. 

E quello non te lo dimentichi.

pps: direttori d'albergo di Brescia: basta lavorare. Prendete un pò di ferie. :p

giovedì 11 novembre 2021

 C'è questa cosa che non capisco sulle prenotazioni da internet.

Riceviamo molte chiamate di clienti che chiedono disponibilità. Direttamente.

Ora, i casi sono due: non abbiamo disponibilità perchè siamo completi oppure abbiamo la camera alla tariffa xx.

Inevitabilmente, la risposta di chi ha chiamato è: "Ma veramente sono sul sito abcd punto boh e vediamo disponibilità" oppure "Ma qui avete la tariffa di xx meno tantissimi euri"

A quel punto vado anche io sul sito, cerco l'albergo, inserisco le date e, puntualmente, o non c'è la camera o c'è alla tariffa che mi aspetto di trovare.

La risposta, spesso anche piuttosto piccata, è "Guardi che è così e bla bla bla".

Quindi la mia risposta è: "E' un'offerta speciale per quel sito. Deve prenotare da lì".

"Ma è sicuro? Non mi può fare quella tariffa scontata?"

"No, solo da lì, mi spiace"

"E perchè?"

"E' una promozione speciale solo ed esclusivamente per quella pagina"

"..... Ah....allora prenoto da lì?"

"Certo"

"Ok, grazie. Allora procedo?"

"Certo, avanti tutta!"

"Grazie...."

Riattacco e, puntualmente, non arriva nessuna prenotazione.

Quindi sono giunto a 3 conclusioni:

1-hanno scelto l'albergo sbagliato (c'è un affittacamere su Firenze che ha lo stesso nome, per non parlare di un hotel omonimo a Milano);

2-non hanno impostato alcuna data e tipologia, quindi la pagina internet su cui si trovano mostrano l'albergo con camere "a partire da....", cioè la tariffa più bassa. Che al momento è impostata su alcuni giorni settimanali di Gennaio e Febbraio.

3-ci stanno provando (sottinteso: ho trovato di meglio di quel che mi dici te, quindi puoi farmi lo sconto, ahahaha)

Un giorno gli rispondo in romanesco: "Ah bbello, nun ce provà! Nun te ce devi nemmeno azzardà, nemmeno pensacce!"

ps. Non lo farò mai, ma mi piace l'idea.

pps. Per i colleghi: s'accettano suggerimenti. Anche in altri dialetti.

ppps. Perchè mi viene sempre in mente il romanesco?

sabato 30 ottobre 2021

 Condividere memini stupidi prima di entrare in turno: fatto.

Buona nottata a tutti i colleghi portieri e chiunque altro lavora di notte questo sabato.




venerdì 29 ottobre 2021

Breve fenomenologia dei certi clienti d'albergo:

-Crosta: anche chiamato col diminutivo di crostino, è il classico scocciatore. Prenota un 3 stelle ma vorrebbe i servizi di un 5 extralusso di Dubai, compresa la guida rossa e i paggetti che gettano i petali di rosa al suo regale passaggio. Chiede la camera migliore, spesso con la minaccia di cattive recensioni, e si lamenta in continuazione di tutto: dimensioni, arredamento, bagno senza vasca idromassaggio, terrazza con vista, aria condizionata e/o riscaldamento. Se gli viene proposto camere più grandi ma con l'aggiunta di un supplemento, risponde sdegnato che lui ha già pagato anche troppo. Certo, perchè nella sua testa agli altri la camera la diamo gratis, mentre lui è l'unico che paga.

Poi a casa sua vive in un tugurio, ma in vacanza guai a non pretendere l'extra lusso.

Crosta è anche il soprannome del topo di Ron Weasley. Non a caso.

-Il negazionista: è quello che vorrebbe fare un tour ma scarta tutte le proposte del portiere. Gli Uffizi? No, ci vanno tutti (per la serie: mi si nota di più se vado agli Uffizi o se non ci vado?). E poi i quadri sono tutti su google (giuro, me l'hanno detto). L'Accademia? Ma tanto c'è la copia del David fuori da palazzo Vecchio, a che pro vedere l'originale? Tanto è uguale. La cupola del Duomo? Troppi scalini, io ho bisogno dell'ascensore anche per il primo piano. Siena? Ma lì c'è solo la corsa dei cavalli. Pisa? Una torre venuta su male (giuro!). Allora le consiglio Livorno. Mai sentita, è carina? Così così, ma viste le sue idee sulla torre di Pisa, si troverà bene.

-L'indeciso: lui invece vuole si fare un tour, ma non sa quale scegliere, perchè ha un giorno solo. Vorrebbe fare tutti i musei fiorentini e visitare tutti i capoluoghi toscani assieme. Delusissimo quando gli dico che solo per andare a Siena o Pisa, almeno un'ora di andata e una di ritorno ce le mette. Solo che poi resta due ore davanti al bancone per decidere, tornando all'assalto dopo pochi minuti, per ricevere un'altra desolata notizia (no, Pisa e Assisi sono in direzioni diverse. Non le fa in un giorno).

Alla fine decide di farsi un semplice giro intorno al Duomo, nel tardo pomeriggio.

Nella recensione scriverà che "non ci sono molte cose da vedere".

-Furio: scrive una lunghissima mail chiedendo: orari di check-in e check-out, metratura della stanza e immagini della stessa fatte col nostro telefono (me la può mandare con whatsapp) elenco del menù della colazione (e relativa disposizione del buffet) e tanto, tanto altro; addirittura il nome del portiere che lo accoglierà.

La/il consorte è una persona rassegnata alla vita come Magda.

Però è bello ritrovarli, devo ammetterlo. Mi ci volle la chiusura, per tornare ad apprezzarli.

Non rido di loro. Rido CON loro.

Ok, anche un pò di loro. Ma appena appena.

lunedì 25 ottobre 2021

Breve storia triste. Per gli altri.

Turno pomeridiano della domenica, durante il quale sono praticamente subissato di chiamate e richieste di prenotazione per il fine settimana prossimo. Un continuo richiedere camere per 30 e 31 durante il quale, e ciò è bellissimo per noi portieri, siamo pienissimi, e quindi la risposta è sempre "mi spiace, siamo già al completo".

Ora, tralasciando quelli che non mi fanno neanche finire la mia frase di partenza "Hotel ****** buonasera come posso aiutar...." e partono in quarta con "Una doppia per il 30 ce l'hai?" perchè il buonasera e per favore sono superflui, oppure quelli che chiedono ingenuamente "Ma c'è possibilità che qualcuno cancelli?", come se fosse possibile prevedere una cosa del genere senza aver conseguito il corso di diviniazione a Hogwarts, mi chiama una voce femminile quasi disperata, che mi implora soccorso:

-Ma non sa dove posso trovare un posto?-

-Signora, giuro che non ne ho la più pallida idea. Tutta la città è piena-

-E uscendo un pò da Firenze?-

-Provate! Cercate un albergo in qualche cittadina toscana-

-Lei cosa mi consiglia?-

-Provate Pisa. Oppure Lucca, è molto bella. E poi solo un'ora di treno da Firenze-

-Grazie si, farò così. Gentilissimo!-

Riattacco, contento di aver comunque contribuito a tenere accesa la fiammella della speranza quando mi rendo conto, praticamente subito, che il prossimo fine settimana, a Lucca, c'è il Comics & Games. Il primo dopo la chiusura causa pandemia e che quindi vedrà i loro alberghi completi, da molto prima di noi fiorentini, di esaltatissimi Sheldon e Leonard a visionare fumetti e giocare ai giochini. Un vero delirio.

Eppure avrei dovuto ricordarmelo, essendo stato, in passato, frequentatore della fiera. Ma ho toppato.

Signora, mi spiace, le ho consigliato male. Spero che abbia trovato da soggiornare altrove.

Io invece sarò a lavorare. Per rendere piacevole il soggiorno a chi aveva già prenotato per tempo. Perchè "tutti vogliono viaggiare in prima".

Ma a qualcuno tocca restare a terra.

sabato 9 ottobre 2021

 

C'è questa cosa per cui le persone scrivono i fatti loro a perfetti sconosciuti. 

Questa mail, che ha quasi 10 anni, ci riporta la motivazione per cui la cliente non sarebbe più venuta a Firenze, e chiedeva di cancellare la prenotazione senza applicarle la penale. Devo dire che mi colpì la gentilezza della richiesta. Ma al di là di tutto, questa cosa per cui ci forniscono queste informazioni private, a noi portieri, ci lascia sempre interdetti.

Comunque non gli addebitammo nessuna penale. In effetti non lo era neanche. Forse sentiva il bisogno di sfogarsi. 

Spero che le cose gli vadano meglio. E che sia tornata a Firenze come turista. 

Anche se, probabilmente, in un altro albergo.




mercoledì 6 ottobre 2021

 Cose che ho imparato di Venezia:


- Qui vanno avanti a Spritz. Non hanno nient'altro da bere. A un certo punto arrivai in una piazzatta con dei tavolini fuori da un bar. Saranno stati una decina. Tutti occupati e tutti, proprio tutti, avevano lo Spritz. Credo che ormai l'acqua potabile lì esista solo in forma solida e potessero, i veneziani, renderebbero ghiacciati anche i canali. 


- Perdersi per Venezia è bellissimo. Vagare per le viuzze è qualcosa di magico, in particolare passare da stradine colme di persone, poi girare un angolo e trovarsi in un budello completamente vuoto. Ah, una goduria.


- Perdersi per Venezia è terribile! Si gira in tondo e ci si trova sempre nello stesso posto. E no, il navigatore non funziona. Vi fa passare per viuzze che terminano inevitabilmente in un canale e non c'è nessun ponte. E quando riuscite a trovarne uno e passare dall'altra parte, finite in una stradina strettissima mentre la malvagia applicazione dice "sei arrivato a destinazione". 

Ti prende anche in giro.


- Mi hanno spiegato perchè i veneziani odiano i turisti: perchè questi ultimi camminano con flemma e paciosità, osservando ogni piccolo particolare, mentre i lagunari filano spediti lungo percorsi che conoscono solo loro zigzagando tra i turisti lumaconi. In questo noi fiorentini siamo più fortunati, perchè abbiamo potuto creare belle strade larghe come Via Calzaiuoli o Via Calimala. Incanaliamo lì i turisti, poi noi fiorentini facciamo le stradine.

Il problema del turista non è la quantità. E' la lentezza.

Però si, sono troppi. Bisogna tenerne qualcuno fuori, fare un numero chiuso. Ma spero mettano noi fiorentini in fondo alla lista.


- Ho visto gondolieri proporre giri ad afroamericani enormi, dei Marcellus Wallace in vacanza veneziana. Passavo io, mi osservavano con un certo disprezzo e voltavano lo sguardo. Devo proprio sembrare italiano fino al midollo.


- Questi combattevano gli ottomani. Mica gente così, presa a caso. Se le davano di santa ragione con la più grande potenza dell'epoca. Invece noi toscani a menassi tra di noi: ghibellini, guelfi bianchi e neri, i senesi e i pisani. Capite bene a differenza: loro coi turchi e noi coi pisani. Praticamente i veneziani erano in Champions e noi ancora in interregionale. Eravamo inadeguati proprio.


- Come ogni volta che capito in albergo da cliente, osservo scrupolosamente tutto. La classica deformazione professionale. Personale gentile, ambiente pulito, camera funzionale ma, nota dolente, polvere sopra l'armadio e sotto al letto. Ahi ahi ahi. Ma non vi dirò altro. Non sono uno che lascia recensioni negative. Poi, per quello che ho pagato, era puro lusso. E ho dormito bene.


- Ho dormito malissimo! Ma solo perchè preda dell'emozione. Domenica sera c'è stata la premiazione di un concorso a cui ho partecipato. Ero intenzionato a essere presente, ma dopo aver prenotato hanno reso l'evento privato per le evidenti ragioni sanitarie. Perciò ho visto la diretta youtube dal wifi dell'albergo. Su 236 partecipanti sono arrivato sesto. Se vi interessa, cercate il premio Archimede dello Studio Giochi.


- Come sono entrato nella sala del Maggior Consiglio, di palazzo Ducale, sono rimasto bloccato. Congelato, come se mi avessero lanciato un Pietrificus.

Credo di esserci rimasto un'ora, totalmente incantato.

E' vero che noi, a Firenze, abbiamo il salone dei Cinquecento di Palazzo Vecchio, ma questa ha una grandiosità diversa, tutta sua.


-"Venezia è bellissima ma non ci vivrei mai". Così dicono, ma a me mancava già non appena partito.

Io sono per rifare la Lega Italica. Bisogna esserci alleati, con codesta città.

Domani vado a dirlo a Nardella.


mercoledì 29 settembre 2021

 Amarcord 2015


Farsi un fine settimana di turni alberghieri nel forno del centro Firenze mentre la famiglia è a sguazzare nell'ambiente marino adriatico-abruzzese, è deprimente come la mail che ricevetti ad Ottobre 2014 dall'ente del turismo della Vallonia, e che mi informava che erano molto spiacenti, ma i posti da figurante per la rievocazione bicentenaria di Waterloo erano già completi. Da mesi.

Io mi ci vedevo già a marciare per i campi belgi con pantaloni bianchi, giaccone azzurro, berrettone e fucile ad avancarica (finto), assaltare la fattoria La Hayle cantando a squarciagola la marsigliese, ed infine ricreare la rotta dell'esercito francese al grido di “Merde! La Guarde recul!” Ero pronto pure a farmi crescere un paio di mustacchioni che fanno tanto francese virile, quei francesoni massicci e guerreggianti dell'impero, non quelli a cui giravano le balle a vedere Bartali che macinava solitario i tornanti dell'Izoard.

Invece niente.

Un fine settimana di Giugno significa sorbirsi le partenze di pitti bimbo. Quell'evento dove capisci che la scritta “Save the children” sulle magliette della Fiorentina, non si riferisce ai piccoli africani poveri, ma ai piccoli occidentali ricchi costretti dai genitori a sfilare sulle passerelle.

Poi mi appare un disegno multicolore.

Una specie di murales arcobaleno che si porta appresso una spalla nuda. Nello stesso corpo, un intero negozio Limoni di trucco e uno sguardo che vedrei bene su uno spetznaz, che non su una trentenne dalle forme poco raccolte in canotta, pantaloncini e zeppe di mezzo metro.

Accanto a lei, si palesa una specie di ragionier Ugo con gli occhialetti del suo collega impiegato Filini. Anche lui con canotta di color nero, pantaloncini e ciabatte. Ma diversi anni in più.

Mi passa una dozzina di fogli stampai da un noto portale on line. Basterebbe un nominativo, ma lui ha stampato ogni pagina del portale, anche le foto della pubblicità della Grecia (la pubblicità che invita a comprarsela, non ad andarci in vacanza). Da una stampante in bianco e nero, ovviamente.

Come sempre in questi casi, cerco disperatamente il nominativo della prenotazione, perchè su questi stampati si trova tutto, qualsiasi informazione, tranne il nome di chi ha prenotato. Ma la tatuata mi viene viene in aiuto con il suo affusolatissimo ditone con unghie anch'esse coloratissime.

-QUI! QUESTO E' NOME!- con un'intonazione che se ci fosse un “deh!” penserei che mi trovo su una banchina del porto di Livorno. O forse, visto la nazionalità, di Costanza.

Il nome, chiaramente, è italiano. Quello di lui.

E per l'appunto, il ditone della lei copre, neanche a farlo apposta, le date del soggiorno.

Del mese prossimo.

Uno pensa: oh, capita. Sbagliano a prenotare, invece di Giugno, prenotano in Luglio. Si, capita, ma di solito non sbagliano il giorno. Costoro invece hanno sbagliato anche quello.

Ma non è quello il punto.

Il punto è che non si è mai preparati ad una lei che apostrofa il lui con “TU SBAGLIATO! TU NO CAPIRE UN CAZZO!”

Lui, mortificato ai massimi livelli, testa bassa mentre lei lo infama, mi chiede se li posso accomodare. Per fortuna loro, avevamo ancora camere libere. Coincidenza, la tariffa era pure la stessa; ovviamente, vi fosse stata una differenza, l'avrebbero pagata. Altrettanto ovviamente, non sarebbe avvenuto in contrario. Era una non rimborsabile.

Senza neanche glielo chieda, tira dalla tasca un portafoglio delle dimensioni di un Invicta dell'87. E come lo apre, quasi strabordano fuori una quantità di fogli gialli che avrebbero permesso la liquidazione del mutuo, sia il mio che quello di mio cognato.

Lo infama, ma se lo tiene stretto. Chissà perchè....

giovedì 23 settembre 2021

 Tutto vero.


Telefono.


-Hotel ******** buonasera, come posso aiutarla?

Risate sguaiate. Gridolini. Tintinnio di bicchieri.

Quando telefonano e, in sottofondo, sento questi urletti, ho come la sensazione di essere un pò un diversivo. Che la combriccola che sento ridacchiare avesse voglia di ulteriore allegria, oltre a quella fornita da abbondanti dosi d'alcool e quindi, alle 15 di una domenica pomeriggio e alla fine di un mega pranzo, sentisse l'urgenza di chiamare un albergo a caso per informazioni. Così, giusto per.

-Buongiorno... ahahahha, ragazze, silenzio. Seeeeenta, siamo sette amiche, e volevamo fare il sabato ******* a Firenze. Avete disponiblità?

Sarei tentato di chiudere la chiamata, ma mi sforzo di sembrare professionale. Magari va davvero a buon fine. Clicco subito, sul gestionale, il giorno specificato.

-Quindi... una tripla e due doppie per la notte del **** al costo di bla bla bla.

-RAGAZZE! Ascoltatemi un momento dai, che questo portiere è molto gentile e ci sta dando le tariffe.

-Ah, me lo prendo io! (risata)

-Lo vuoi tutto te? (risata)

-Lasciaci qualcosa! (risate generali)

-Ehm.... non per fare il guastafeste, ma non sarei molto interessato...

-No???? Ragazze, il portiere non è interessato! (coro di stupore)

-Sono già sposato e comunque poco corretto professionalmen...-

-Dice che è già sposato! Ci è capitato l'unico fiorentino serio! (risate generali con un "Nooooo!" di quella che mi voleva come pezzo unico)

-Allora che facciamo? Prenotiamo? (segue coro di "siiiiii!!!" con ulteriore tintinnio di bicchieri).

Proseguo quindi con la prenotazione, e concludiamo gli accordi. Seguiranno mail di conferma. Un sabato futuro arriveranno queste sette allegrone. Che da una parte mi fanno piacere, perchè normalmente quelle che vivono la vita in questo modo, spensieratamente e con molto alcool e risate, sono sicuramente clienti migliori di quelli seriosi e compunti che, in albergo, piantano storie anche sul tipo di carta igenica. Ma da una parte mi preoccupano un pò. C'ho 51 anni, non ce la faccio più a reggere le mie coetanee allegre e libertine. Perchè non si trovano un toy boy, come Madonna o la Rusic?

Quasi quasi prendo feri.... no, non posso. Ho già due fine settimana.

Sono fregato.

Vi ho voluto bene, sappiatelo.


giovedì 16 settembre 2021

Che si sia al bancone di un albergo, o a servire a un ristorante, o in un negozio, stare al pubblico è una delle cose più difficili. Devi sorridere, anche se porti la mascherina. Devi mostrare empatia. Magari la sera prima ti sono andate male alcune cose: un lancio di dadi al tiro salvezza della sessione di gioco, una litigata con la figlia che si ostina a mettere abiti con pochi centimetri quadrati di copertura (noi babbi siamo talebani nel cuore), o la Viola che non consegue un risultato utile. Non ha importanza: sorridere sempre. Anche se quello che hai davanti è un mostro di strafottenza e antipatia gratuita.


Ho preso una multa.

Poichè non sono abituato ad andare in centro in scooter e sono essenzialmente bischero, sono passato da una corsia preferenziale. La telecamera è stata spietata. Mi tocca, ne pago le conseguenze. Dato che non ero presente a casa, arriva l'avviso di giacenza.

La multa si trova in periferia. In un magazzino che sembra un vecchio capannone sovietico dei sobborghi di Sverdlovsk, e come tale ci si aspetta di trovare fatiscenza, vecchie sedie buttate alla rinfusa in uno stanzone sporco e, dietro ai vetri, una tipa che sembra in tutto e per tutto una vecchia Baba Jaga.

Immancabilmente, è proprio così.

"Buongiorno"

Risuona l'eco della parola pronunciata. La baba jaga non solo non risponde, ma non alza neanche la testa, e continua a scartabellare roba tra un tavolo e uno schedario.

Ci sono 4 sportelli. Tre hanno il cartello "chiuso", il quarto un foglio scritto a pennarello: "torno subito".

"Dovrei ritirare un documento, ho ricevuto l'avviso di giacenza"

"Io sto lavorando"

Io provo a immaginarmi di rispondere così alle persone che mi si presentano in albergo, invece di smollare i cedolini del pos di giornata, come faccio sempre anche se sono all'ottavo conteggio, per dare un bel buongiorno a chi sta dall'altra parte del bancone e dargli tutto ciò di cui ha bisogno. Mi vergognerei da qui al 2050. 

"C'è un bar, qui vicino?"

"Un bar?"

"Beh, tanto vale che vada a prendermi un caffè, fino a che non torna la persona dello sportello"

Il tono è evidentemente sarcastico, la risposta lo sbuffo di noia più potente nella storia degli sbuffi di noia, nella stanchezza della vita, e "è per questo lavoro che ho rinunciato a quel pilota brasiliano?". Viene allo sportello, agguanta, dal pertugio del vetro, l'avviso di giacenza, trova la busta del Comune di Firenze, peraltro aperta -legge della privacy, ahahaha- e quasi la getta dentro il pertugio. Senza salutare, torna alle sue scartoffie.

Il foglio "torno subito" è rimasto attaccato lì. 

Se vi capita di finire in quel magazzino -spero per voi non per una multa- fatemi sapere se c'è ancora. Ormai ho la curiosità. La baba jaga invece dò per scontato che ci sia, e ci sarà, sempre. Anche nel 2050.


domenica 12 settembre 2021

Gaia, 14 anni, ha finito le medie e si appresta a iniziare le superiori. Quindi posso scrivere. Ho il suo benestare.

Sono stato rappresentante di classe. In primavera mi collego sulla piattaforma per l'incontro tra insegnanti e noi rappresentanti sulla situazione.

Gli insegnanti parlano sulla confusione che i ragazzi fanno nelle pause ma anche durante la lezione (da sempre, anche dopo la fine della DAD), con il chiacchiericcio e l'uso del cellulare, sul loro scarsissimo impegno di studio, eccetera.

Quando hanno finito, pongono la classica richiesta chiedondo, a noi rappresentanti, se abbiamo domande, al che intervengo obbiettando che la mole di materie da studiare è davvero grande, in certi giorni pure 5 se non 6 materie per il giorno successivo, e che diventa problematico portare a fondo, se capita anche di avere qualche sporadica attività extra scolastica -al netto della problematica covid-

Risponde la prof di italiano con queste precise, incredibili, stupefacenti parole: "Eh, ma i ragazzi devono organizzarsi e studiare PIU' MEGLIO e bla bla bla"

Posso vedere, dalla telecamera, gli occhi e l'espressione stralunata di tutti gli altri, insegnanti e rappresentanti. E anche in casa c'è chi sente le parole uscite dal pc e le accoglie con una discreta espressione stupefatta.

Più meglio. Insegnante di italiano.

Io boh.

ps. in foto: ulteriori contraddizioni. Pidessiquamente annotate. E la Gaia ne aveva fatta un'altra, di lista, con tutti gli errori gramaticali della prof di "grammatica".

Braccia rubate all'agricoltura.

Io me li immagino, gli insegnanti delle superiori, disperate dagli errori degli alunni. Questa può essere una spiegazione?

pps. Ditemi che non è così ovunque. Vi prego.




mercoledì 8 settembre 2021

 -Quella tipa, col doppio nome della regina ghigliottinata, che chiede di cancellare la camera prenotata su (sito web) e avere lo sconto. Non è che non si sia mai fatto, anche se è comunque un pò scorretto -hai prenotato tramite un sistema, si dovrebbe andare in fondo con quello- ma è che ce lo chiede all'arrivo, quando è troppo tardi per cancellare. Non può farlo lei e non possiamo farlo noi dal nostro sistema. Per quanto detto gentilmente, lei s'indispone di brutto e ci toglie il saluto per tutto il soggiorno.

Alla partenza si appoggia coi gomiti al bancone e comincia a picchiettarci freneticamente con la carta di credito. Innervosendo tutti. Noi e il cliente che stavamo servendo.

Superfluo dirlo, ci ha lasciato un brutto voto. 

"I giacobini avevano ragione e, terrore o no, la rivoluzione è stata una cosa giusta" (cit.)

-Quelli che hanno due cagnolini piccoli, che lì per lì sembrano carini carini, ma in realtà dei veri Cujo. Tant'è che mordono -per fortuna senza conseguenze, hanno preso solo i pantaloni- un altro cliente che gli passava accanto.

I proprietari non hanno neanche chiesto scusa. Almeno si sono portati in braccio i cani per il resto del soggiorno.

Alla partenza, dopo l'addebito sulla cc, dico "le stampo lo scontrino", al che lui mi dice "No, fattura". Meno male gliel'ho chiesto prima di cliccare. Ovviamente ho dovuto inserire tutti i dati della sua ditta mentre avevo una fila mostruosa di altre persone in partenza, altrettante in arrivo e il telefono che stava per fondere dalle chiamate. Mai che ce lo dicano all'arrivo.

-Quella russa alta quanto un condominio della periferia di Celyabinsk che cambia da singola in doppia perchè "arriva un'altra persona". Non vediamo arrivare nessuno. Il giorno dopo, prima che esca, la fermiamo e le chiediamo quando arriva questa seconda persona.

Ci fa una faccia stupita e chi chiede "E chi deve arrivare?"

I due di picche fanno sempre male.

Però anche:

-Il romagnolo che, come gli dò la chiave senza neanche che mi dica il numero di camera, mi punta il dito e dice "Sei stupendo".

-Il cliente che torna nel pomeriggio a riprendere i bagagli dal deposito del pomeriggio e chiede, timidamente, se deve qualcosa. Al che mi permetto di fare la faccina sorridente e dire "un monte di soldi" con tono sardonico, perchè è un servizio gratuito per i clienti, e suscita sempre ilarità e sorrisi complici.

-La coppia giovane bresciana, con lei piccoletta dai capelli color rubino e lui alto, massiccio e faccia bonaria con indosso la maglia "Dungeon Master". Alla loro partenza mi sono permesso di lasciare sola al bando la collega We Are The Champions per offrire a questi clienti un caffè e parlare delle differenze tra un'edizione e l'altra di quello che rimane sempre IL gioco di ruolo. E del fatto che ci siamo persi Modena Play, io perchè al lavoro e loro perchè Modena è soprattutto per i giochi da tavolo. E poi gli andava di visitare Firenze.


Un fine settimana così in albergo, devo dire ci metterei la firma per averne altri.


sabato 4 settembre 2021

 "I toscani hanno devastato questo paese" Piccola rubrica di storie toscane.

Parte quinta.

Siena contro Arezzo.


Una piccola vicenda ma significativa delle botte che i comuni toscani si sarebbero date di santa ragione a partire dal XII secolo.

Arezzo e Volterra si convertono al cristianesimo molto presto, e ciò aveva fatto sì che le diocesi di queste cittadine fossero piuttosto grandi. Siena invece, che si trova in un punto di connessione tra la Cassia e l'Aurelia, era una modesta colonia romana che resiste, almeno per un pò, alla conversione. Di conseguenza, anche la diocesi era poco estesa.

Poi però arrivano i longobardi, a cui Siena piace parecchio, e decidono di elevarla a gastaldato. Tuttavia la diocesi di Arezzo rimane intatta. Questo significò che molte delle pievi vicine a Siena rientrano comunque nella competenza di Arezzo.

Tutto ciò, ai senesi, non andava giù. O meglio: non andava giù al gastaldo e al giudice: Tagiperto e Godiperto. Non sono meravigliosi, i nomi longobardi? Vuoi mettere con quelli che danno i vip odierni ai loro figli? Scusate la divagazione. Un giorno del 678 gastaldo e giudice di Siena si ritrovano a discuterne con il vescovo di Arezzo, Luperziano. Lo fanno nella pieve di Santa Maria in Pacina, e il vescovo di Arezzo pensa bene di farsi scortare da un paio di tizi armati. Risultato: ne scoppia una rissa dove Godiperto viene trafitto e Tagiperto deve darsela a gambe per la campagna.

Si apre quindi una causa legale che ha del leggendario. Una prima udienza si svolge ben nel 715, alla presenza del re longobardo Liutprando. Nel dibattimento Adeodato, cugino di Godiperto, usò termini particolarmente furbi, nominando il "populus" senese contrapposto ai "civites habitatores" aretini. Cioè un termine longobardo contrapposto a due latini. Liutprando però non si lasciò convincere, e dette ragione ad Arezzo.

Siena non si diede per vinta. Carlo Magno conquista il regno longobardo, e quindi il nuovo vescovo di Siena richiede un altro giudizio ai nuovi dominatori, i franchi: 850, a Roma, di fronte al papa Nicola I e l'imperatore Ludovico II. Vengono a testimoniare due persone che hanno ascoltato i fatti per seconde voci, perchè sono due ultranovantenni -un record, per i tempi- nati già più di trenta anni dopo il tragico omicidio di Godiperto. 

Stavolta la ragione arride a Siena, anche se pare per corruzione della corte da parte dei senesi. A quel punto è Arezzo che chiede un ulteriore giudizio nell'881, davanti all'imperatore Carlo il Grosso, e la ragione le arride. Ma le cause vanno ancora avanti fino a che, a mettere la parola fine, non penserà papa Onorio III nel 1220, ingiungendo il "perpetuo silenzio" sulla questione.

Una causa durata quasi 5 secoli e mezzo.

Non siamo meravigliosi, noi toscani?


domenica 29 agosto 2021

 Proprio quando penso che il mio più che ventennale lavoro d'albergo, fatto di turni pomeridiani fino alle 23, o turni notturni che iniziano alle 23, o clienti che pagano poco ma pretendono servizi extralusso, o quelli che chiamano per prenotare e poi "ma il garage costa troppo, è uno scandalo, voglio parcheggiare gratis" perchè Firenze venne edificata secoli fa per farci girare il tuo suv, come no, o quelle che arrivano alle 21 e chiedono "una camera con vista, pleaseeee" e quando gli dico che è tardi per chiederla perchè sono già occupate, mi piantano il muso e non salutano per tutto il soggiorno, ecco, quando proprio quando sto pensando tutto ciò, scendono le scale queste 5 bellissime ragazze, provenienti da una regione confinante, che hanno scelto proprio Firenze e l'albergo dove lavoro per l'addio al nubilato. E mi appaiono davanti al bancone in tutto il loro splendore e la loro serenità, rilassatezza, voglia di vivere alla faccia del maledettissimo virus. E non posso non chiedergli una foto (che ho censurato un pò con i cuoricini, anche se le ragazze portavano la mascherina)

Ecco, sono questi momenti che mi convincono che fare il portiere d'albergo non è un semplice lavoro come un altro, con stipendio, ferie, 13esima, tfr, eccetera eccetera. Niente affatto. Fare il portiere d'albergo, quando si hanno queste clienti, è un privilegio.

Grazie ragazze. Mi avete dato tantissima gioia e auguro tantissima felicità agli sposi. E se non fossi stato in turno anche oggi, avrei preso l'auto per imbucarmi al matrimonio (ma soprattutto al rinfresco del matrimonio)



sabato 21 agosto 2021

Quando cominciai a lavorare in albergo mi stupivo degli asiatici (giapponesi, poi sostituiti dai cinesi) che portavano la mascherina. Pensavo che avessero paura di essere contagiati da noi occidentali, e si prevenissero tappandosi naso e bocca.

Poi capii.

Gli asiatici non si mettono la mascherina per proteggere sè stessi, ma per proteggere gli altri. Se hanno paura di avere un qualche virus, si tappano e riducono la possibilità di infettare altre persone e spargere la malattia. Magari hanno solo un raffreddore da aria condizionata (che tengono sparata al massimo) ma per essere sicuri, indossano la protezione. 

100% confucianesimo, la comunità viene prima dell'individuo.

Non si chiudono la vita sociale, ma fanno il massimo per ridurre il rischio. 

E poi, due settimane fa, un gruppo di nostri connazionali rientra in albergo senza nessuna mascherina, uno di loro starnutisce senza neanche preoccuparsi di tapparsi la bocca, estrae un fazzoletto di carta dalla tasca, si soffia il naso e poi smolla il fazzoletto lì sul bancone.

Sono corso sul retro ad archiviare alcune pratiche (cosa che faccio alle 3 di notte, ma in quel caso mi sembrava ben più urgente) e quando questi tipi sono entrati in ascensore, trattenendo il fiato e coperto da due mascherine, sono corso all'ingresso e l'ho spalancato. Ho atteso qualche minuto, poi, con due penne a mò di bacchette, ho afferrato quel fazzoletto al lembo più estremo e l'ho fatto cadere nel cestino, subito seppellito da un quintale di carta. E poi ho disinfettato le penne.

ps. Ho detto asiatici, ma sarebbe meglio dire "asiatici istruiti". Perchè, anche lì, non è che sia tutto rose e fiori.

E' che quando trovo questi miei connazionali mi cascano veramente le braccia.



venerdì 13 agosto 2021

E' un mononeurone. Un unico, singolo, isolato neurone che circola dentro la nostra testa maschile. E ci rende incapaci di ragionare.

Ore 3 del mattino. Entra questa coppia sui trent'anni, ben vestiti per questa estate rovente anche in piena notte, con camicette in lino aperte sul petto di entrambi.

Al di là del mio errore nel non aver chiuso a chiave l'albergo a quell'ora, so già cosa cercano. E so già che dovrò rispondere negativamente perchè siamo al completo. Che è sempre una bella notizia per un albergo dopo più di un anno di chiusura. 

Lei si mette un attimo in disparte. C'è sempre questa cosa, da parte delle ragazze, nel vergognarsi quasi di ciò, come se fosse una cosa brutta quello che andranno a fare. Quando invece è una cosa bellissima, di cui bisognerebbe essere felici. Perciò esordisce lui, con un accento leggermente francese:

-Ciao, ci puoi trovare una camera?

E' sempre un pò buffa, come richiesta. "Trovare", come se dovessi fare una ricerca. Se lavoro in un albergo, devo assolutamente sapere se ho camere libere e la relativa tariffa. Ma tant'è, non credo che sappia come funziona questo lavoro.

-Mi spiace, siamo al completo-

Lo sguardo deluso di chi sa che andrà in bianco. Mi ripete la richiesta -Non c'è proprio niente?- a cui non posso che allargare le braccia, mentre lei è già pronta a scattare di nuovo all'esterno. 

Solo che lui, annebbiato dal mononeurone maschio che pretende solo ed esclusivamente una cosa, nota il divano davanti all'ascensore e se ne viene fuori con una delle richieste più assurde che abbia mai sentito:

-Ma non ha qualcosa tipo questo divano?-

Non so se lui ha notato, nascosta dalla mascherina, la mia bocca aperta dallo stupore. Per un attimo è calato un silenzio irreale, rotto solo da una imperiosa richiesta femminile:

-Andiamo!-

Lei esce, lui abbassa la testa e la segue, i miei occhi spalancati li seguono anch'essi.

Maledetto mononeurone. A volte invidio i monaci medioevali: preghiera, scritture di manoscritti e penitenziagite.

martedì 10 agosto 2021

Gli italiani possono essere buoni, pazienti e comprensivi. Si, esistono anche questi. E sono bellissimi.

Ma toccagli il pallone, e diventano delle iene inferocite.

Famiglia del nord italia in auto. Lui un uomo sportivo, lei asiatica che Michelle Yeoh può andare a nascondersi. E 3 bellissimi figlie/i, allegri, caciaroni ma anche disciplinati al punto giusto.

Arrivano verso mezzogiorno, in un caos automobilistico da urlo. Una cosa così, in 25 anni di lavoro d'albergo, non l'avevo mai vista. Sarà che tutti evitano i mezzi, anche per il piacere di non dipendere dagli orari dei treni (che in Italia sono indicativi), e con l'auto si può scegliere quando partire e dove fermarsi. E sono tutti italiani o europei. Magari c'è pure qualcuno che non ha il famoso "permesso verde" e quindi, nel timore di non essere accettato sui treni, prende la macchina.

Fatto sta che la città è letteralmente invasa di automobili. Il risultato è che ci sono macchine parcheggiate ovunque, e i garagisti sono letteralmente sopraffatti dalla quantità industriale di richieste.

Il cliente quindi arriva in albergo e, con una calma e una tranquillità che mi sorprendono, ci spiega di aver parcheggiato, con la famiglia dentro, sulle strisce; a 100 metri di distanza. la sua calma, come dicevo, mi sorprende perchè la maggioranza dei clienti entra inferocita lamentandosi del traffico, come se fosse colpa dei portieri di questo assembramento automobilistico in una città costuita nel medioevo. Lui invece è tranquillo. Chiamo il garage, ma  l'addetto non fa mostra di sè; perchè questi lavoratori sono tutti continuamente di corsa da un albergo all'altro della via per prendere auto di clienti in arrivo o portare il mezzo di quelli in partenza. Dopo aver aspettato una decina di minuti, decide rassegnato di guidare lui stesso al garage, dopo cheio gli ho spiegato come arrivarci. 

Arrivano dal garage e sono tranquillissimi, malgrado abbiano i loro bagagli, portati sotto un caldo atroce. Li mando di corsa in camera perchè hanno la prenotazione agli Uffizi di lì a pochi minuti, ed è inutile stare a fare tanti convenevoli: il check-in si può fare anche nel pomeriggio, l'ingresso al museo invece è come lo yogurt: scade. Lui mi ringrazia come se gli avessi salvato la vita, ed è appena passato dal girone infernale che è il traffico fiorentino. Gli avrei fatto un monumento lì, alla reception.

Poi arriva il giorno della partenza. Sono in turno di mattina.

Scendono per la colazione e, come mi vede, mi ringrazia calorosamente. Che è felice di essere stato a Firenze, che siamo tutti gentilissimi, che la camera è bella -ovvio, è la più grande- eccetera. 

Solo che poi indico le mascherine dei figli, inequivocabilmente rossoneri. Si sa che a noi italiani piace parlare di calcio. 

E lì esce letteralmente il diavolo. Non solo per la squadra per cui fa il tifo. 

"Quello lì è un ******! Un vero *******!!!"

Si riferisce al portiere della nazionale. Quello che ha parato l'ultimo rigore inglese. Che era della sua squadra e poi è andato via.

Non è che noi fiorentini siamo stati da meno, nell'insultare giocatori che erano Viola e poi, da un giorno all'altro, vanno altrove, specialmente se passano a colei-che-non-deve-essere-nominata. Ma vedere questa rabbia da osservatore esterno devo ammettere che fa un brutto effetto. Ero così anche io, a vent'anni? Evidentemente si. Ecco, mi sono vergognato di me stesso. Si fa presto a dire "avevo vent'anni". Ero fava, questo è il motivo. Ci si può scherzare, ma gli insulti, effettivamente, sono troppo. D'ora in poi, solo ironia. Nella vita ci sono cose peggiori, anche se Chiesa Junior mi ha dato un grande dolore.

Però, al di là di quello sfogo rabbioso, era una persona simpatica con una bella famiglia. Ma devo ammettere che ragiono di parte: ho sempre avuto una forte simpatia per i lombardi, quelli del capoluogo in particolare.

Spero tornino. Di clienti così ne abbiamo un gran bisogno.

Ma non ci parlo di calcio.


lunedì 2 agosto 2021

Il portiere d'albergo, dopo una mattinata di 45 partenze, altrettanti arrivi e 7 ore e mezza di turno, riceve la richiesta di fare una prenotazione per gli Uffizi.

Il portiere, comunque sempre pronto e sorridente a soddisfare le richieste della clientela che, dopotutto, viene a vedere i bellissimi monumenti della sua città, alza la cornetta, chiama l'ufficio prenotazioni, attende un'era geologica che la voce registrata dia le informazioni sulla procedura, i vari numeri da digitare per la lingua e il museo scelto e la musica d'attesa inframezzata da "la sua chiamata è la 341esima in attesa" e, finalmente, parla con la gentile operatrice. 

Il portiere prende il blocchetto prenotazioni, scrive data e ora della visita e il fondamentale numero di prenotazione.  

Ma scrive questo numero nello spazio dove va riportato il nome del cliente.

Il portiere potrebbe lasciar fare, o disegnare delle frecce per indicare dove vanno correttamente numero prenotazione e nome cliente, ma lui, da bravo pir*a, vuole fare il precisino. E non gli va neanche di buttare il foglio del blocchetto e riscriverne un altro. Gli sembra uno spreco di carta e inchiostro, e sente come se una ragazzina svedese lo guardasse, a ragione, con aria di profondo rimprovero. Quindi decide di prendere il bianchetto per correggere.

Ma dopo aver coperto con il bianchetto, il portiere si rende conto che NON aveva trascritto il numero della prenotazione. E ora non se lo ricorda. Anche perchè sono 7 numeri.

Il portiere tenta di recuperare il numero grattando via il bianchetto secco con le unghie, con il risultato che toglie via anche l'inchiostro sotto. Buca pure la carta. Tenta di decifrare il numero mettendo il foglio a due millimetri dall'occhio, come uno Sherlock a caccia di impronte dell'assassino. 

Poi il cliente gli dice che la prenotazione non va bene perchè troppo a ridosso della partenza, ma d'altra parte c'era solo quell'orario -gli Uffizi sono già al completo, nei giorni prima- perciò richiama l'ufficio prenotazioni, attende l'era geologica necessaria per parlare di nuovo con l'operatrice, chiede se può cancellare la prenotazione "basta il nome del cliente?" Si, basta quello. Prenotazione cancellata.

Rassegnato, il portiere strappa e butta via il foglietto.

Greta, perdoname per mi vida loca.

venerdì 30 luglio 2021

La cosa peggiore, per noi che amiamo rasarci tutti i giorni e sentire la pelle del viso liscia e morbida, non è il farci scorrere una tripla lama a contropelo.

La cosa peggiore è la goccia d'acqua.

Perchè la rasatura presuppone che si sciacqui frequentemente la lametta sotto il getto d'acqua a bollore, e poi si riporti il rasoio sulla parte del viso ancora coperta di schiuma bianca.

È in quel momento, qquando alzi la mano, che senti il liquido scorrere lungo il braccio e la fastidiosissima goccia che si forma all'estremità del gomito.

È tremenda, un fastidio enorme, un impatto psicologico profondo. Ti solletica la pelle e, soprattutto, sai che può cadere. E lo farà. Cadrà in terra. E la pesticcerai con le ciabatte, perchè hai dimenticato di mettere il tappetino. E anche se le ciabatte le usi solo in casa, lasceranno una macchia scura. E quindi dopo andrai in terrazzo, prenderai il cencio, lo bagnerai, lo strizzerai e lo passerai sul pavimento. Di praticamente tutta casa, perchè dal bagno sei dovuto andare in terrazza, e hai lasciato impronte ovunque. E allora sciacqui e molli le ciabatte a faccia in su nel piatto doccia, ma nel frattempo devi andare scalzo per casa. E anche in piena estate con 40° esterni, i pavimenti sembrano lastre di ghiaccio.

Una goccia d'acqua ti costringe a 20 minuti di pulizia di casa e inusitate sofferenze. Soprattutto perchè per andare in terrazzo hai aperto la zanzariera, e una squadriglia di tali insetti penetrerà all'interno, pronta ad assaltarti nella notte come i Mitsubishi Zero a Pearl Harbor.

Quindi chi porta la barba lo capisco.

Perchè noi che ci rasiamo tutti i giorni ci sottoponiamo a una tortura indicibile.


martedì 20 luglio 2021

Due anni fa, di questi giorni, nasceva Ray. Il gatto di casa. Salvato da morte certa da nonna e nipotine dopo le cure necessarie a disinfettargli le piaghe, è un micione felice con cui mi diverto a immaginarmi una guerra, un conflitto interanimale tra me e lui sul possesso delle cose di casa -in particolare le copertine invernali- e che mi struscia ruffianamente tra le gambe quando preparo i pasti. Perchè sa che qualcosa, dall'alto, arriva.

Qualche giorno fa, in albergo, prendemmo una cliente che non si rivelò proprio ideale: fumava in camera. Pur avendogli detto che non si può, lei continuava. Così, il giorno del check-out, insistemmo che se ne andasse, negandogli ulteriori notti. Eravamo comunque al completo, ma ci premunimmo di dirle che aveva violato le regole dell'albergo.

Si piazzò nella hall, tutto il giorno. Ogni 5 minuti usciva e fumava, probabilmente terminò due pacchetti. Ma quello era il meno, finchè fumava fuori non mi interessava; ormai il danno era fatto visto che la camera, quel giorno, venne rifiutata da altri clienti per via dell'odore di fumo. Era anche il meno il suo persistere a venire al bancone chiedendo di avere ancora una camera, perchè le avevamo detto chiaramente che non poteva restare. In particolare insisteva su di me, in turno pomeridiano, probabilmente pensando che fossi quello più malleabile. Dò quest'impressione, effettivamente.

Ma la mia preoccupazione non era per la sua presenza assillante. Era per il gatto.

Costei aveva, oltre a due valigie grandi quanto un'utilitaria, un trasportino per animali. Con dentro questo micio.

Tutto il giorno lì dentro, poverello. Stavo quasi per dirle "le dò una camera se mi dà il gatto, perchè si merita un altro umano". Invece non riuscii che a dirle "Ma il gatto non dovrà uscire da lì dentro, poverino?" E costei mi guardò un pò stupita della domanda dicendo solo "No, dorme, non vede?" A me sembrava più che altro rassegnato. Anche altri clienti, usciti e rientrati, erano rimasti a bocca aperta e, guardandomi con espressione scandalizzata, avevano espresso il loro biasimo per il povero felino ancora lì dentro.

Alla fine la convinsi ad andarsene e trovarsi un altro posto dove stare. Il che mi fece stare anche un pò male per lei, perchè si capiva che aveva dei problemi e se stava in giro così, senza una meta, dovevano essere piuttosto seri. Ma che potevo fare, io? Sono al lavoro, non mi occupo di assistenza sociale. Mi spiaceva. 

Per lei, ma soprattutto per il povero gatto.

E' tremendo, quando in albergo capitano queste persone.

giovedì 15 luglio 2021

 Cose che mi piacciono degli inglesi:


- I Rolling Stones, i Who, i Jethro Tull, i Queen, i Blair, gli Oasis, i Rootjoose e tutto il brit pop;

- il loro accento, così differente dall'inglese sguaiato delle ex colonie;

- i Remainers;

- l'Hard left del partito laburista;

- l'Imperial War Museum e la Belfast ancorata sul Tamigi;

- Sheakspeare, Conan Doyle, H.G. Wells, George Orwell, B.H. Liddell Hart, A.J.P. Taylor, e Douglas Adams;

- il loro umorismo;

- i pittori preraffaelliti;

- Gli autobus rossi a due piani;

- Harry Potter;

- I "Bobbies" che sorridevano quando chiedevo spiegazioni per strada a Londra;

- Peter Sellers, Michael Caine, Colin Firth, Kenneth Branagh, Hellen Mirren, Emma Thompson ed Helena Bonham Carter;

- Il museo di storia naturale;

- Mary Quant e l'invenzione della minigonna, che ha definitivamente messo in crisi i nostri mononeuroni maschili;

- "Mind the gap";

- La passione per i treni;

- Notthing Hill (il quartiere);

- La vittoria del Leicester City Football Club in Premier League;

- Cats;

- Ken Loach.

- Il Gran Tour, la loro passione per i viaggi e l'amore per la Toscana.



Oggi niente cattiverie.

Oggi solo cose belle.

lunedì 12 luglio 2021

 Sono un portiere d'albergo ma, in una vita passata, ero quell'altro tipo di portiere.

Nella mia carriera calcettistica, vanto due finali.

Una vinta. Una, aimè, perduta.

Di quella vinta parlai parecchi anni fa. Oggi è il momento della sconfitta. La squadra era la stessa: il Coverciano '88.

Campionato a 16 squadre con partite di andata e ritorno. In realtà si svolgono sempre nel solito campetto. Nel mondo amatoriale è così, non è che ogni compagine ha il suo campo di casa. Giochiamo nello stesso posto, 3 partite a sera, 3 coppie di squadre che si alternano cominciando alle 20 e finendo praticamente a mezzanotte. E' un modo per capire quando siamo verso la fine della partita: quando vedi arrivare, nei pressi del campo di gioco, le squadre che dovranno affrontarsi nella partita successiva, sai che manca poco alla fine del tuo incontro. E' tipo un'industria, una catena di montaggio.

Il campionato è una specie di passerella grandiosa perchè le vinciamo praticamente tutte. Un rullo compressore. Una macchina schiacciasassi.

Nel calcio a 5 è molto facile prendere un paio di gol a partita, anche quando vinci. Quella stagione invece ci sono incontri dove non prendo neanche un gol. Eravamo tutti in una specie di stato di grazia. Per certi versi quella serie di vittorie era quasi imbarazzante, con un divario pazzesco, tanto che le altre compagini cominciavano a "scansarsi": entravano in campo dando già per persa la partita e quindi impegnandosi poco. Ancora oggi non so perchè di quella prepotenza calcistica. Venivamo da campionati più impegnativi ma per quella stagione decidemmo di iscriverci a questo di una nuova associazione, quindi le altre squadre non erano tutta questa forza. Di solito le buone squadre si iscrivevano alla Uips o simili. E poi noi eravamo tutti 28enni, quindi nel pieno della capacità agonistica e allo stesso tempo abbastanza scafati nell'arte pallonara.

Le vinciamo tutte tranne due pareggi, contro quella arrivata seconda. 

Arriviamo ai Play off e alla finale. Proprio contro la seconda.

Sono passati venti anni, quindi non ho ricordi precisi del punteggio. Il "Gianca", che ha sempre tenuto tutti i dati, ha il risultato finale con tanto di marcatori, ma io sono privo della fonte scritta e devo andare di memoria. Alla fine del primo tempo eravamo in pareggio, mi pare 1-1. Poi nel secondo crollammo di schianto e ne prendemmo un paio. Ricordo però che prima parai un rigore. Cosa per me rarissima, sono sempre stato scarsissimo sui rigori, la mia specialità erano le uscite. Ma nel secondo tempo feci anche un bell'errore clamoroso, con un'uscita a vuoto. Di quelle che il portiere "va a caccia di farfalle". E se lo chiedete si, mi è successo tante volte, in carriera.

E vabbè, andò così. I nostri avversari furono bravi e meritarono. Certo, dopo un campionato trionfale ci eravamo fatti un'altra idea, ma la palla è rotonda. Te la fai andar bene. Stacce.

E però, malgrado la sconfitta in finale, eravamo ancora la squadra che aveva subito meno gol dell'intero torneo. E quindi venimmo premiati con la targa "miglior difesa". Che gli altri della squadra hanno consegnato a me, il portiere. E che ora fa bella mostra di sè sulla mia libreria.

Ed effettivamente, con un ricordo così, stacce si, ma ci si sta decisamente meglio.




domenica 11 luglio 2021

 Sono tornati. E alcuni sono bellissimi.

I turisti.


1-C'è quella battuta sullo svizzero che non prende neanche un treno perchè la voce dell'altoparlante alla stazione dice "non oltrepassare la linea gialla"

Ho due signore svizzere in arrivo in albergo. Parlano in italiano con quel buffo accento leggermente teutonico e hanno un'età che devono aver conosciuto Guglielmo Tell, ma sono molto gentili e sorridenti (si capisce che sorridono anche da sotto la mascherina), quindi gli dò una bella camera.

Dopo il check-in e essere salite in camera, le signore scendono e mi presentano una paccata di fogli

Lucidi 

Grammatura doppia della carta classica

A colori

Giuro, hanno stampato tutto un regolamento da un qualche sito, non so se ufficiale o meno.

Leggo parzialmente: in pratica tutti gli stranieri che arrivano a Firenze devono andare a una certa asl a segnalare la propria presenza.

In realtà, leggendo attentamente, non c'è bisogno che si sottopongano a questa tortura (è a 2 chilometri da qui e senza un bus diretto), basta che abbiano un'autocertificazione che hanno fatto il vaccino e il tampone. Tanto più che, conoscendo la nostra burocrazia, capace che in quella asl non abbiano la più pallida idea di cosa parlino queste svizzere.

Quindi le informo che non hanno assoltamente bisogno di andare lì. Basta che si portino dietro il certificati di tampone negativo e di avvenuta doppia vaccinazione. Anche questi a colori ma stampati SU LUCIDO.

Svizzeri. Meritavano di passare il turno.


2-Americani. Sono commosso.

Sono due ragazzi giovani. Intuisco subito che sono qui da tempo. E infatti, come documento di riconoscimento, mi passano le tesserine militari. Vengono da Camp Darby. Invece di fare un solo giorno, andata e ritorno in treno, hanno preferito prenotare un albergo a Firenze. Per visitare il Rinascimento e rilassarsi in due giorni di licenza. Non posso non essere il più gentile possibile con loro con la piantina e la spiegazione.

-Grazie, è tanto che volevamo venire a visitarla.

E mi fanno pensare che siano dei semplici fanti. Miti e sottomessi a sergenti che gli urlano in faccia "Qui vige la democrazia, qui non conta un ca**o nessuno!"

Per me invece, contavano tantissimo.


3-Er romanaccio. Paccioccoso, sorridente, con quello sguardo ammiccante che solo a Roma hanno, entra in albergo e mi fa:

-Che è rientrata a' famiglia?

-Si, poco fa, sono andati al bagno.

-Ao', manco stavolta me so' liberato de loro. 

E niente, so' sempre i più simpatici.


4-I lariani hanno questa strana espressione seria. Compunta. Anche quando scherzano. Perchè poi se ne vengono fuori così:

-A mia moglie piace visitare Firenze. A me piace solo la birra.

E niente, ha vinto lui.

domenica 4 luglio 2021

 Una delle cose che il portiere d'albergo deve fare è lo stare aggiornato con le notizie sui musei. Sabato 3 Luglio era la "notte dei musei": tutti aperti fino alle 22 a solo 1 € d'ingresso. Comunicarlo ai clienti è quasi un dovere. Dà anche un certo piacere vedere la loro faccia illuminata alla notizia. Fa da contrappeso con "la caldaia si è bloccata, non abbiamo acqua calda".

Ma ne parlerò poi. Scusate, ma oggi è il momento del pippone storico. Non posso farne a meno, è nella mia natura.

Decido che quella è la sera ideale per andare in centro ed esercitare la mia fiorentinità: vedermi un museo. 

Il problema è: Uffizi, fila per tutta piazza della Signoria; Bargello, idem; l'Accademia neanche a pensarci.

Ma il museo di San Marco è vuoto.

Così pago un ricco euro ed entro. Per vedere le cellette dei frati che trascorrevano lì una vita di penitenze, e tutte affrescate con dipinti del Cristo crocifisso con il sangue che gli schizza copioso dalla ferita sul costato; pitture create dai Tarantino dell'epoca. Su tutti il Beato Angelico, con la bellissima Annunciazione, che vede l'angelo dare la notizia a Maria della sua gravidanza, e la colonna nel mezzo perchè lei, la santa donna, è la colonna portante della chiesa.

Lo so a cosa state pensando: "ma come, tu, agnostico convinto che viene da una famiglia di comunistacci senza Dio, che apprezza queste cose?" Lo so, ma io per questo simbolismo ci vado matto. Si capisce veramente come erano le persone allora.

E poi ci sono, protetti da teche in vetro, enormi volumi scritti a mano da persone devote a questo paziente lavoro. Si pensa subito al film "Il nome della Rosa".

In fondo al corridoio l'ultima cella, quella del Savonarola. Il controverso personaggio che infiammò Firenze con le sue prediche, con tutti i suoi fanatici seguaci, i "piagnoni", quelli che "ricordati che devi morire" (sono sicuro che ricordate tutti la battuta di Troisi. Perchè la ricordate, si?). E lì esposte ci sono ancora le sue reliquie. Il drappo in lino dipinto dallo stesso Beato Angelico e che il pretaccio ferrarese portava a giro per Firenze nelle sue prediche. Ma soprattutto il suo mantello nero con tanto di cappa. Che fa tanto Darth Vader. Però noi fiorentini dopo un pò ci stufiamo di questi personaggi, per cui o li mandiamo a Roma, come alcuni Medici diventati pontefici e Renzi che è stato presidente del consiglio, oppure li facciamo fuori. E al Savonarola toccò questa fine, impiccato e bruciato in piazza della Signoria.

Siamo strani forte, lo so.

ps. la foto è dell'Annunciazione è sul retro del biglietto. Quando sono in un museo spengo il telefono e mi dedico all'interazione diretta. Ci mancherebbe anche.