Farsi un sabato 15-23 e la domenica 7-15 con il ponte del 2 Giugno e la
corsa delle moto al Mugello, è come andare a fare un picnic con Hannibal
Lecter, e scoprire che lui ha portato solo il Chianti.
Avrei materiale per altri 3 libri, se avessi una seria voglia di scrivere.
-Hotel xxxxxx sono marcello come posso aiutarla?
-Buonasera, vorrei blablabla
Fornisco le informazioni al tipo, che comunque non prenoterà perchè
cerca posti più economici. Ma ormai sono ufficio informazioni, e parte
con questa richiesta:
-Quanto costa un taxi da Firenze all'autodromo?
-Beh.... calcolando che il costo è circa 120 € fino all'outlet di
Barberino, e l'autodromo un pò in là, verrà sui 200 €, a stare largo.
-Ehhhhh, così tanto? Mi compro un taxi compresa la licenza, eh!
-Lo capisco, ma tenga conto che è un giorno particolare, vorranno andare tutti alla corsa...
-Ma dice? Ma ci sarà così tanta gente? Io non credo, via!
E chiude la comunicazione.
Il 50% dei clienti dell'albergo di oggi partivano alle 8 per essere all'autodromo presto.
Poi dal tg regionale ho saputo: 150 mila persone.
Caro amico: sappi che ti ho pensato.
Con invidia.
Del tuo ottimismo.
Portiere d'albergo. Vorace lettore. Scrittore a tempo perso. Giocatore da tavolo. Nemico di un gatto. Depresso cronico. Attendo l'arrivo dei Vogon o, in subordine, il ritorno di Vladimir Ilic Ulianov.
domenica 31 maggio 2015
venerdì 29 maggio 2015
Qualcuno
disse, una volta: “siamo figli del nostro tempo”
Le
mie figlie, spesso e volentieri, giocano ai surgelati. Anche ieri la
più piccola bussava alla porta di camera canticchiando “Sei già
sveglia oppure dormi…” e via di seguito. Sono convinto che quelli
della Disney lo abbiano fatto apposta contro di me, a fare un cartone
su due sorelle. Con quello che gli ho dato in gadget, hanno soldi per
i prossimi 2 decenni.
Ma
c’è speranza.
La
sorella della zia gli ha scaricato tutti gli episodi di Candy Candy,
così ora si sono entusiasmate alle vicende della biondina, il suo
amico Terence e tutta la banda. La storia di un gruppo di ragazzi
americani di inizio novecento con atteggiamenti da veri giapponesi.
Quindi
ce la possiamo fare. I giovani d’oggi possono essere istruiti ai
miti dei loro padri, anche se nel caso di Candy Candy, più delle
madri (io rimango un fanatico di Lamù. Niente ha colpito le nostre
fantasie maskio-italiote più di quel bikini tigrato). La chiamerei
“memoria tangibile”.
Domenica
mattina, e come tutte le domeniche mattine, partenze a gogò. Coppia
italiana della mia età.
Mi
porgono la carta di credito per il pagamento. La inserisco nel pos,
digito l’importo e giro la macchinetta alla signora.
Rimane
un attimo spiazzata.
-Eh?
Cosa? Come? Ah, già, il pin. Vado?-
Non
puoi non usarmi la prima persona singolare del verbo “andare” e
non aspettarti LA risposta:
-Vadi
contessa, vadi-
10
minuti buoni di risate. 10 minuti dove tutti e 3 (io ed i due
clienti) abbiamo rievocato le epiche battute del povero e bistrattato
impiegato (un personaggio in cui mi rifletto, aimè, spesso). Battute
viste al cinema, quando eravamo diversamente maturi.
La
prossima volta che lo danno in tv, devo farlo vedere alle bimbe.
Od,
in subordine, me lo faccio scaricare dalla Chiara.
venerdì 22 maggio 2015
“Guido, io vorrei che tu Lapo ed io
fossimo presi come per incantamento
e messi in un vassello
che ad ogni vento
per mare andasse
al voler vostro e mio”
Ma anche no.
Questo ce l'ho aggiunto io.
Lo so cosa direte voi, e vi dò subito ragione: sono clienti che pagano e fanno come gli pare. Non hai diritto di sindacarci sopra.
Lo so, lo so benissimo, ma io ci rimango male lo stesso.
Questa è il lamento di uno degli ultimi romantici.
2 famiglie del sud-est asiatico, varie persone.
Per il giorno della partenza hanno prenotato due auto a noleggio. Il pomeriggio prima mi chiedono dove devono prendere le due macchine e, piantina alla mano, gli fornisco tutte le direzioni del caso. Sia noi che l'autonoleggio siamo in centro, 10 minuti a piedi, ci si arriva agile. Felici e contenti, si piazzano tutti quanti sono sul divano della hall a discutere il programma del giorno dopo nella loro lingua.
Chi l'ha detto che i mediterranei sono i più casinisti del pianeta? 8 asiatici producono più rumore di 3 fiorentini che dibattono al bar Marisa del destino di Montella e Gomez.
E, come sempre in questi casi, vengono a chiedermi altre informazioni. Proprio quando sto facendo un check-in. Ora aspettate, cicci belli. Ero totalmente libero per mezz'ora e venite da me quando ho clienti. Ma per fortuna non sono di quelli che stronfiano (ci sono, purtroppo). Capiscono ed attendono. Erano solo eccitati al pensiero di quel che avrebbero visto il giorno dopo, emozionati all'idea di viaggiare in auto nella Toscana. E pazienza se non è un vassello e loro non si chiamano Dante, Guido e Lapo, ma sempre di viaggio indipendente tra amici si tratta. Almeno lo sarà da quando saranno fuori città, perchè fino a che sono dentro, si troveranno nel girone dantesco detto “lavori della tranvia”. Ma non voglio togliergli il piacere della scoperta. Bastard inside version 2.0
Per una buona mezz'ora mi chiedono informazioni sul tragitto verso una mezza dozzina di località toscane. Alla fine, su mio suggerimento, decidono di andare a Pisa per poi proseguire verso sud in direzione Roma. Perchè è vero che Siena e San Gimignano sono stupende, ma se proprio hai solo una giornata, tanto vale che vai alla torre storta. Poi una delle ragazze del gruppo vuole farsi la foto mentre sostiene la torre, anche se io suggerisco sempre la versione “livornese”: quella in cui si spinge la torre. Ci ridono sempre tutti. Tranne i pisani, ovvio. (Si scherza bimbi. Deh).
Ma lì, avviene il patatrac.
Una delle matrone del gruppo se ne viene fuori con gli outlet della moda italica. Benchè non parli la lingua di costoro, le parole “Gucci” e “Prada” arrivano alle mie orecchie inconfondibilmente.
Una pugnalata.
Tutti e 8, entusiasti, si affollano al bancone, quasi ci montano sopra: bramano di sapere come arrivare agli outlet del Valdarno. Pure la ragazzetta che voleva fare la foto sostenendo la torre, e che avevo ormai designato intellettuale della banda.
Così dovetti spiegargli il percorso fino all'ingresso A1 di Firenze sud, e da lì l'uscita Montevarchi e tutto il resto. Uno di loro, ad un certo punto, si fa venire il dubbio: e Pisa? Dov'è Pisa rispetto agli outlet?
Dalla parte opposta. Dovete tornare a Firenze.
Si guardano tutti in faccia. Per un paio di secondi, sul ricevimento scese il silenzio più totale.
Poi uno degli asiatici, uno dei maschi, dotato di baffoni che sembrava il maestro Miyagi e che, invece di ordinare di dare e togliere la cera, suggerisce di saltare Pisa, ed andare direttamente all'outlet e da lì, proseguire per Roma.
Entusiasmo generale.
Io volevo piangere.
Quando si tratta di distruggere cultura, non c'è bisogno di mettere la mano alla fondina come Goebbels.
Basta tirare su un paio di outlet.
Funzionano sempre.
venerdì 15 maggio 2015
Le donne pongono, a noi uomini, 3 domande:
-Quanto mi ami?- La risposta deve avere un ordine di grandezza che va dalle dimensioni di una supergigante rossa fino alla grandezza dell'intero universo. L'unico caso per cui una qualsiasi donna assume le competenze astrofisiche di AstroSamantha.
-Mi ingrassa?- Appena uscita da un camerino con un nuovo capo di vestiario. La risposta non, e ripeto: non, deve essere mai: -Stai benissimo-. Dire sempre: -Ma magari ti ingrassasse un po'. Da quando siamo insieme ti manca solo la barba e mi sembrerebbe di aver sposato un fachiro indiano-
-Mi invecchia?- Con un nuovo taglio di capelli. Rispondere sempre: -Ciao piccola, hai perso la mamma? Andiamo a cercarla?- Mai esitare. La risposta pronta è importante, fondamentale. Poi recuperare è complesso, tipo remuntada. Ti devi ingegnare, inventare qualcosa.
L'altro giorno esitai. Era appena tornata dalla parrucchiera, e non c'era più la Michela, la ragazza che gli faceva i capelli prima, che si era licenziata. Così l'aveva servita un'altra ragazza, e non è che mia moglie fosse proprio soddisfatta al 100%. Ma alla domanda topica, esitai.
-Noooo.... che dici.... non ti invecchia-
-Ma mi ha tagliato tanto, ce li avevo lunghi così prima...-
-Ma hai un bel taglio sulle spalle... ti fa molto anni '50- In effetti, sembra Jacqueline Kennedy. Prima di Dallas, però.
-Ecco, appunto, sembro vecchia-
-No, direi più.... vintage-
Il segreto di un matrimonio è saper far ridere. Ogni tanto, orgogliosamente, mi riesce. Poi non ho nessuna biondina che mi canti “Happy birthday Mr. President”
Visto il nuovo taglio di capelli, due episodi capitati a mia moglie, in un turno pomeridiano:
1-nubifragio. A Firenze, quando decide di piovere, piove forte. Una roba che, anche se sono passati quasi 50 anni, mette sempre i brividi. Si spera che Dio non voglia mantenere vergini altre tipe affogando mezza Firenze.
Entra un'americana, e chiede un ombrello.
La Sara sta per dargliene uno, poi le viene un dubbio, e gli chiede se è cliente dell'albergo. Costei riferisce che non lo è, al che mia moglie le dice chiaramente che non glielo può dare. Si prestano solo ai clienti, e solo dietro una cauzione (che viene resa quando il cliente rende l'ombrello) E costei, con tutta la tranquillità di questo mondo, ribatte:
-Ah, it isn't free?-
Eccerto, a Firenze gli ombrelli si regalano. Quelle sono le semifinali, signora, non gli ombrelli.
Ed è pure uscita dall'albergo incacchiata. Ma come, spendi migliaia di € per venire in Italia e non ne hai un paio per comprare un ombrellino made in PRC?
Vaia vaia...
2.Altra cliente, sempre dall'altro capo dell'oceano.
Entra per sapere il prezzo di una camera, e chiede di poterne vedere una. La Sara la fa accompagnare su dal facchino, e gliene fa vedere un paio. La signora scende, ringrazia ed esce. Evidentemente non gli interessa. Ok, capita anche da me: chiedono il prezzo, vedono la camera ma non sono interessati. Non sempre la vendita va a buon fine.
Solo che, un paio d'ore dopo, la tipa rientra.
Ha perso un oggetto. Non specifica cosa: gli occhiali? Il cellulare? Un AK-47? Non si sa. Solo che costei afferma averlo lasciato in una delle camere, e vuole salire a riprenderlo.
Mia moglie gli dà il permesso di visitare una delle camere, ma non la seconda, perchè nel frattempo l'ha venduta, ed i nuovi clienti sono dentro.
-Shit!- (Oxford rulez!) -Are they inside?-
-Yes madame-
-May i go upstairs?-
-Of course not, madame-
-But my stuff is in!-
No, bella. Tu PENSI che il tuo “stuff” è in camera, ma non è così. Di certo hai lasciato il tuo amato “stuff” chissà dove, ma ti sei convinta che è lì ed ora pretendi che la banconista ti permetta di rompere le scatole a due persone nel chiuso della loro giusta privacy. Sognare non costa nulla, pure noi sognavamo di recuperare 3 gol, cara signora, pensi lei che assurdità.
Chiaramente la signora se n'è andata su tutte le furie, quasi gliel'avessero rubato, il suo oggetto misterioso, e probabilmente tirando giù di tutto, quasi come noi fiorentini ieri sera.
La gente più strana, spesso e malvolentieri, non è quella che pernotta. E' quella che passa per caso.
venerdì 8 maggio 2015
Primo
punto: come diceva quel tizio: c'è grossa crisi.
Ma
qualcuno, fortunello, pare non risentirne.
Secondo
punto: che cos'è
il genio? È fantasia,
intuizione, decisione e velocità d'esecuzione.
Ma
il sottoscritto, aimè, ne è totalmente privo.
Madre
e figlia americane.
Rientrano
in albergo domenica, verso le 14.30.
Presa
la chiave, la madre sale in camera, mentre la figlia si ferma al
banco a chiedere un'informazione.
Mi
porge il depliant di un'agenzia che organizza tour. Ce ne sono molte,
in città, ed offrono visite guidate ai turisti smaniosi di vedere
Firenze ed il resto della Toscana (un grazie eterno ad Hollywood e la
sua passione nel girare film da queste parti, per quanto si possano
vedere cose abbastanza assurde come Firenze avvolta dalla nebbia e
reparti ostetrici che affacciano direttamente sui monumenti).
Ovviamente, essendo un albergo in centro, abbiamo molti di questi
depliant anche noi, ma questa è un'agenzia che non conosco. Una con
cui non abbiamo mai lavorato. Difatti, la ragazza mi riferisce che
non ha prenotato con noi, ma all'ufficio del turismo. Nello
specifico, è un giro del Chianti, con sosta in località varie
(Siena e San Gimignano su tutte, più qualche altra che non ricordo,
Monteriggioni forse. Di certo, non c'è Ankh-Morpork). Nel tour è
incluso il pranzo, per un costo totale di poco meno di 150 €.
Chiaramente, a persona.
La
ragazza mi indica una scritta in fondo al depliant: vegetarian and
glutin-free lunch on request. La richiesta va fatta almeno 24 ore
prima. Quando ha prenotato ha dimenticato di dirlo, ma dato che il
tour è domani, è ancora in tempo.
Benchè
non abbia prenotato tramite l'hotel, faccio comunque la cortesia alla
cliente, e chiamo il numero sul depliant. Mi risponde un tipo con la
vitalità di Johnny Depp quando interpreta un personaggio sotto acido
(ma pure quando non lo interpreta). Gli riferisco della richiesta, e
questo si rianima neanche fossero Lazzaro appena risvegliatosi e
scoperto che nella cassetta della posta c'è una mega cartella di
equitalia.
-Eh,
ma ora non si può, è tardi-
Sono
un po' sconcertato. E' vero che oggi è domenica, ma nel depliant c'è
chiaramente scritto che la richiesta va fatta almeno un giorno prima.
Riferisco la cosa alla ragazza, che è visibilmente contrariata.
Diciamo pure sull'incazzato andante. Punta il dito sulla scritta, ma
l'altro mi ripete che oggi è un problema. Anzi, una chiara
scocciatura. Dice proprio così. Mi dice addirittura che se è un
problema per lei, si può annullare il tour, senza penale.
Sempre
più sconcertato, dico la cosa alla ragazza, che comunque ribatte di
voler fare il tour. Perciò le rendo il depliant e chiuso la
comunicazione con il tipo. Finità lì. C'è qualcosa che non mi
torna, ma alle 14.30, a mezz'ora dalla fine di un turno domenicale di
8 ore (7-15, perciò ero in piedi dalle 6 del mattino) e con un
fisico che reclamava l'assoluta necessità di un'abbondante dose di
caffeina, avevo serie difficoltà a connettermi mentalmente e
comprendere la realtà della situazione.
Situazione
che mi ha reso ben chiara mia moglie alla fine del turno, quando sono
andato all'albergo dove lavora lei a prendere le bimbe: ma come, tu
organizzi tour di lunedì e non prevedi che una richiesta del genere
possa essere fatta di domenica? Non ti sbatti per offrire un servizio
a clienti che pagano quasi 300 euro? Persone che percorrono migliaia
di chilometri per vedere i luoghi così meravigliosi in cui abbiamo
il privilegio di vivere? Addirittura rinunceresti a quei soldi pur di
non prenderti tale bega? Ben per te che puoi, molti altri non lo
farebbero.
Ed
è qui che si vede perchè sono un pirla. Avrei dovuto approfittare
subito della situazione per suggerire alla cliente di cancellare il
tour e trovarne un altro che offrisse il servizio. Ci avrei fatto
bella figura e le clienti sarebbero state contente.
Quindi,
promemoria per la prossima volta: stare in guardia e pronti a
consigliare la/il cliente, nel modo giusto.
Ed
un mezzo litro di caffè.
venerdì 1 maggio 2015
Finlandesi, vent'anni.
Lei: capelli biondo platino, svariati pezzi di metallo attaccati in più parti del viso e sguardo sbarazzino da “prendo il traghetto Helsinki-Tallin e ritorno 3 volte a settimana”.
Lui: Praticamente uguale, solo 30 centimetri in più.
Rientrano alle 3 di notte. Barcollando vistosamente.
-Where can we find a bar?-
Quelle poche parole alzarono la gradazione alcolica dell'aria attorno al ricevimento. Di un 467%.
Non glielo dico che abbiamo un bar. Stavolta no, basta.
-Everything closed now. Sorry-
Sguardi da eliminazione dalla coppa italia.
-But... don't you have a bar?- ed indica il retro, nell'oscurità profonda.
Sei furbo, hai già visto le bottiglie sugli scaffali. Ma stavolta sono deciso: basta. Se stai male, ci rimetto io. Giustamente, oserei dire.
-You already drink enough-
Lo so che farei perdere del fatturato alla ditta, ma c'è un limite a tutto. Questi ragazzi il limite l'hanno superato. Dimorto. E' l'ora d'abbozzalla, almeno per stanotte.
E sembrano capirla. Si guardano ed annuiscono, parlando in finnico. Poi mi chiedono dove possono trovare da mangiare, ed escono per andare nell'unico posto della città: i panini tondi che sponsorizzano l'expo, una kermesse il cui tema è il buon cibo, il che dice molte cose sulla qualità di tale evento. Ok, la fame è fame. La fame chimica, direbbe uno che conosco.
Quando rientrano, dopo aver preso la chiave, lui mi fa:
-We took your advice: no more drink for tonight-
-Bravi!- E ci diamo il cinque.
ps. per un'oretta buona l'aria attorno al bancone sapeva di alcool e frittura.
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