Chiedo scusa a tutti voi. Davvero, perdonatemi, se potete. Ve lo chiedo perchè so che a molti, quel che sto per dire, non piacerà per niente. Ma è più forte di me. Devo farlo. Devo esternare i miei pensieri. E’ così, punto. Poi mi toglierete il like e l’amicizia, e vabbè, me ne farò una ragione. Giuro, lo comprenderò. Non ve ne farò una colpa. Non vi chiederò di ripensarci. Non sarò neanche sarcastico o fingendomi superiore affermando “Non sentirò la vostra mancanza, perciò ciaone”. La sentirò, perché sarei bugiardo se non dicessi che mi piace avere tanti like. Ma viviamo in un mondo libero, e se non volete leggere me, ci sono dozzine di altri blogger da cui potrete pescare. Su cui potete esercitare la piena e completa libertà di lettura. Avessi voluto piacere a tutti, avrei postato solo immagini di teneri gattini, no?
Sono di sinistra, lo sono sempre stato e sempre lo sarò.
Lo ammetto, Renzi mi è simpatico. Sarà la comune origine
geografica, il modo di parlare, il tifo calcistico, od un certo “apparente”
dinamismo, ma mi è simpatico. Ok, lo ammetto: mi ha deluso un sacco. Già quando
era sindaco commise diversi, e gravi, errori, ma anche da passato PdC non è
stato brillantissimo. Personalmente, mi trovo molto più vicino a posizioni più
di sinistra. Ma sono uno che ragiona come Sanders: non abbiamo la maggioranza
del partito, e quindi sosteniamo la vincitrice del congresso con tutte le
nostre forze. Poi va male uguale perché, anche se la maggioranza degli
americani vota Hillary, c’è quei ca**o di stati che dà un maggior numero di
delegati, e la vittoria la decidono al KGB o come si chiama adesso. E pazienza. Ma qui siamo
nell’italietta, e noi italiani non siamo contenti se non siamo litigarelli, e
quindi c’è una sinistra che va contro Renzi rischiando la scissione.
Il punto è che sono stanco. Non ne posso più di quest’odio
feroce che si scaglia contro il PdC di turno. E, lo ammetto, è anche colpa mia.
Perché mi ricordo molto bene di quel 25 Aprile del ’94, quando in un milione s’andò
a beccarci una guazzata epica a Milano, a manifestare contro Berlusconi &
co. A che è servito? Solo a roderci il fegato. Aveva dalla sua la maggioranza
e, giustamente, ha governato. Bastava sederci sulla riva e confucianamente aspettare,
e prima o poi anche il suo cadavere sarebbe passato. Come puntualmente è successo.
Anche se pare che si sia messo a nuotare e risalire la corrente, come i
salmoni.
Quindi comprendo davvero poco tutto quest’odio che c’è stato
-e c’è ancora- verso Renzi. Bastava che chi lo avversa attendesse anche lui
sulla riva del fiume, senza tante offese gratuite. Quelle lasciatele allo
Scanzi di turno. Bastava attendere, senza farsi rodere il fegato così
aspramente. Ha pisciato fuori dal vaso e gli ha detto male. A casa. Ci
riproverà, e se verrà votato, avrà ancora il potere. Funziona così. E’ la
regola. Le regole valgono per chiunque. Bisogna accettarle. A tutti piacerebbe
uccidere torme di orchi con la propria spada a due mani senza tirare il dado (D&D).
Portare unità corazzate al fronte in un lampo (World in Flames). Produrre
secchiate di zucchero ed indaco da caricare sulle navi (Puerto Rico). Non è
così. Il dado va lanciato e se va male, il tuo personaggio muore. Le unità
devono muoversi secondo le regole, esagono per esagono, prima di arrivare al
fronte. E se un altro giocatore carica le navi prima di te, i tuoi cubetti
rimangono tristemente in porto, ed i punti vittoria li realizza lui. Sono le
regole del gioco. Vanno seguite. Pidessiquamente.
Turno di mattina in albergo. Io di centrale, Maurizio “addavvenì
baffone” al bancone.
Arriva una cliente, italiana. Ha prenotato pochi minuti fa,
via internet. Così da poco che la prenotazione non si era ancora materializzata
sulla posta elettronica; e tra l’altro ero al bancone a dare una mano a Baffone
perché stavano partendo una torma di gente che pare l’inferno di cristallo. Un
attimo, sorprendentemente unico, di pace, come accade in albergo, e la signora
si ritrova ben due impiegati tutti per lei. Ci dà il documento per la
registrazione. E lì Baffone, vedendo che la signora è della Capitale, azzarda
una battuta:
-A Roma in questo momento c’è maretta, in Campidoglio-
-E no, nun sta andando molto bene, ma tanto c’avemo pure L’ENNESIMO
GOVERNO NON ELETTO-
Io sto zitto, perché è inutile e dannoso parlare di queste
cose con i clienti. Mai contraddire i clienti per questioni di questo tipo.
Lasciar fare. In politica la gente è più permalosa di quanto sia capace di
ammettere. Persino, può scherzare sulla propria squadra di calcio, ma la
politica no. Se è convinta di aver ragione, l’avrà sempre. Quindi volto la
testa altrove. Ma farei meglio a tapparmi le orecchie, perché lei, rimettendo
il documento in borsa, rincara la dose.
-SO’ ANNI CHE NUN CE FANNO VOTA’-
2013. Poco più di 3 anni fa. In teoria ne abbiamo almeno un
altro e mezzo, perché la regola dice così. Ma è un pensiero che rimane tra i
miei neuroni. Giro i tacchi e torno nel retro, alla posta elettronica, alle
prenotazioni da scaricare ed inserire, alle tariffe da controllare. Alle mie
regole da seguire.
Però ripeto:
la regola dice: votiamo i parlamentari.
Loro decidono.
Possiamo discutere fino al 2067 sulla problematica di un
referendum fallito ed una legittimità, ma rimane il fatto che la regola dice
che votiamo i parlamentari. Ripeto: votiamo i parlamentari. Lo ridico un’altra
volta: votiamo i parlamentari. In base alla delega ricevuta, governano 5 anni.
Piaccia o meno, è la regola. Le regole vanno seguite.
Perdonatemi, se potete. E se non potete, vi voglio bene
uguale.
Ma leggete le regole.
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