Esempio di un paio d’ore intense di turno notturno in albergo.
Ricevute le consegne e preso possesso della postazione, avvengono queste
tre piccoli eventi:
1- Un tipo entra con 4 valigie grandi quanto un mezzo da sbarco:
«Abbiamo due camere, io e mio fratello con le nostre famiglie. Le può far
portare su, per favore?»
«Certamente. Mi indica quale valigia in quale camera?»
«È indifferente»
Il tipo si avvia agli ascensori, io chiamo il collega, fedele suddito
del conte Vlad Tepes, che si avvia agli ascensori con queste valigie e la
stessa verve emotiva del principe della Valacchia quando infliggeva la sua pena
capitale preferita ai turchi catturati in battaglia.
Dopo un’ora circa ricevo una chiamata esterna. È il cliente delle
valigie, che mi chiama con il cellulare invece di usare il telefono della
camera e difatti lì per lì non capisco anche perché il suo inglese non è dei
migliori. Si lamenta del fatto che le sue valigie non siano ancora state
portate:
«Il mio collega le ha portate su subito»
«Ma non sono mai arrivate!»
«Le avrà portate a suo fratello» che è nella camera accanto.
«Ma devo prendere delle cose da una di queste e ora lui sta dormendo»
Meno male che era indifferente, in quale camera le portavamo. Capisce e
rinuncia; attenderà al mattino, al risveglio del fratello e della sua famiglia.
2- Arriva un corriere di consegna cibo, con due cartoni delle pizze. Mi
riferisce il nome del cliente -che ovviamente non mi aveva avvertito, sia mai!-
e io chiamo la camera.
Non risponde nessuno.
Insisto ma alla fine devo desistere. Allargo le braccia sconsolato verso
il ragazzo e mi faccio lasciare i cartoni, tanto sono già pagati; li metto su
un tavolo accanto al bancone della portineria.
Le pizze emettono un profumino di delizia mediterranea a cui il mio stomaco
risponde con chiari ed evidenti inviti ad aprire i cartoni e servirsi,
soprattutto perché in questo periodo, a causa del gran caldo, mi tengo molto
leggero mangiando pochissimo. Ogni tanto riprovo a chiamare in camera ma
niente, questi hanno ordinato e sono spariti, lasciandomi con questa tortura
famelica.
Dopo mezz’ora arrivano, una coppia sui trenta; erano usciti e avevano
ordinato da fuori l’albergo, con una delle classiche applicazioni per
cellulare. Lui vede i cartoni e va subito a prenderli, io gli chiedo il nome ma
giusto per formalità, lui risponde gentilmente e ringrazia per aver preso in
consegna le pizze. Mentre prende i cartoni non posso fare la battuta classica:
«Ancora un po' e me le mangiavo io»
I due ridono, il mio stomaco no.
3- All’una scende dalle scale un ragazzo italiano, ben vestito.
«Il bar è chiuso?»
«Si, a mezzanotte» informazione che diamo a tutti i clienti al check-in.
«Ma non avete un servizio 24 ore su 24?»
«Certo, deve chiedere a me»
«Vorrei due Cosmopolitan»
«…ehr… i cocktail però non li posso fare» non gli dico che sono capace,
sia mai che il cocktail lo pretenda.
«Pensavo che un hotel di questa categoria li offrisse» spara lui con un
certo sarcasmo che devo assolutamente ignorare e rispondere invece con
professionalità.
«Mi spiace molto, ma questo tipo di prodotto richiede una procedura
lunga. Io mi occupo del ricevimento, se
arrivasse una telefonata dovrei fermarmi nella preparazione e rispondere subito
al telefono. A quest’ora posso solo darle qualcosa di già pronto, i cocktail
vanno chiesti al personale del bar quando è in servizio»
«Una bottiglia di spumante?» con voce molto scocciata.
«Questo si può fare» rispondo con un sorriso totalmente ignorato.
Mi faccio dare il numero di camera, lui sale su e io mi sposto al bar
allo scopo di preparare il vassoio con la bottiglia e i bicchieri. Poi chiamo
l’uomo della provincia romana della Dacia affinché lo porti in camera. Dovrà
farlo altre due volte perché il tipo chiederà altre due bottiglie, durante la
notte.
Io segno e addebito, abbiamo venduto e fatturato, l’azienda può dirsi
contenta dell’operato dei propri addetti.
Il mio collega invece lancia antiche maledizioni che si odono solo sui
Carpazi.
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