domenica 15 novembre 2020


Pensavo che la mia regione fosse già rossa, per quanto il partito al potere non sia proprio dello scarlatto inteso in senso politico. Da oggi comunque noi toscani lo siamo in senso di pericolo epidemico.


Non ho assolutamente voglia di ragionare su cosa è giusto e sbagliato, lo fanno in tanti, troppi. Qualcuno si è preso la responsabilità di questa decisione, e come è costume italico, chi non ha la responsabilità si dà alla critica. Personalmente so che una malattia potenzialmente mortale circola tra noi. E che bisogna averne paura e proteggerci. E che molti nostri concittadini la combattono negli ospedali. Rischiando tantissimo. Anzi, rischiando tutto.


Però non sono neanche il tipo che si fascia la testa. Ho voglia di un ultimo giro in centro città, prima che scatti il rosso. Protetto da mascherina e gel, evitando mezzi pubblici, usando le mie gambe e scansando tutti, arrivo sotto al Cupolone.


I miei sentimenti sono sempre stati contrastanti, in questi miei giri per il centro; intanto, lo ammetto, non posso non apprezzare la facilità di passeggio. Una volta era praticamente impossibile, c'era una folla continua di persone ovunque, anche nelle viuzze più minuscole. Si ascoltavano le lingue più diverse. Oggi sento solo il dialetto fiorentino e si cammina senza scansarsi continuamente. 


Tuttavia non posso non considerare che l'assenza di turisti ha demolito il mio mestiere. Gli alberghi sono chiusi e noi portieri siamo a casa. Lo stato ci paga la cassa integrazione, e tant'è. Si tira la cinghia e si risparmia il più possibile, anche se non riesco a non farmi mancare, almeno una volta al mese, l'acquisto di un bel libro e/o di un nuovo gioco da tavolo. Più spesso e che o.


Ma quel che mi manca veramente è il contatto con il turista. Con le persone che vengono a visitare la mia città, i monumenti, i suoi musei e le opere contenute all'interno. I sorrisi e la serenità, su visi di qualsiasi età, sesso, etnia, di chi vuole godersi una vacanza culturale. E, perchè no, anche i musi lunghi, le richieste arroganti, certa antipatia gratuita. Perchè, anche se questi clienti sono una minoranza rispetto agli altri, anche loro mi ricordano di quanto mi manca questo lavoro.


Ho bisogno di tornare dietro a un bancone. Di sorridere e dire buongiorno/buonasera. Di mostrare una mappa della città agli avidi di conoscenza. Poi dicono che sono i brasiliani, quelli che soffrono di nostalgia. Ho più saudade addosso di tutta Rio.


ps. ho fatto la foto senza occhiali perchè, con la mascherina, mi si appannano. Se proprio devo camminare a tentoni, tanto vale lo faccia senza. 

Sono più figo. 

Per un cinquantenne.


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