A me piace ricordare soprattutto i clienti scherzoni. In particolare se sono coppie affiatate e propense al gioco, alla battuta, allo scherzo appunto.
Scende le scale questa coppia americana, mezza età, ben vestiti e non i soliti “impigiamati” che capitano a certi orari notturni.
Lui, alto e massiccio, sta per pormi una domanda ma lei lo stoppa subito: “Silenzio!” se ne esce imperiosa. Al che lui, buono buono, si mette in disparte, con le braccia appoggiate sul bancone.
La signora mi presenta un bigliettino. Ci sono scritti sopra alcuni nomi di ristoranti. Lei punta il dito, lungo e affusolato, su uno di questi.
«Cosa c’è scritto qui?»
La calligrafia mi sembra ottima, ma evidentemente per loro non lo è. Pronuncio il nome.
Lui scoppia in una risata, lei ha un’espressione che passa dalla sorpresa al disappunto. È chiaro che avevano scommesso su cosa c’era scritto, e lui aveva detto giusto. Il marito alza il palmo della mano verso di me, non posso che contraccambiare dandogli il cinque.
La signora, risalendo le scale, ci mostra il dito medio, lui assume una faccia finto-sorpresa e dice “Uuuhhh” agitando le mani in alto, con un sarcasmo evidentissimo e un palese sguardo di complicità verso di me.
Ovviamente ho riso con lui: per una volta il genere maschile ha vinto.
Preso dalla curiosità, faccio un rapido controllo: hanno una camera con salottino e divano. E so già chi avrebbe dormito lì sopra, quella notte.
Ma ne sarà valsa la pena.
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