Noi italiani abbiamo un retaggio culturale stratosferico. Un qualcosa che dovrebbe rendere tutti orgogliosi e costringerci a sapere bene la nostra grammatica, il lessico, le opere redatte in questi secoli. Ma soprattutto tenere certi comportamenti decorosi.
Ma quando mai?
A parte la maleducazione in sala colazioni, dove molti nostri concittadini si comportano al livello di una mandria di bufali scofanandosi tonnellate di cibo come se non ci fosse un domani, ecco tre esempi di comportamenti da bestie in calore:
1-Turno di mattina. coppia giovane che scende in sala colazioni. Dopo essersi riempita la pancia di tutto il possibile -lasciando molto cibo sul tavolo, spesso con un solo morso-, la ragazza si attarda ad un tavolino dove si trovano i depliant di ogni tour in città e dintorni. Lui si avvicina da dietro e l’abbranca con le mani che vanno a posarsi sul seno. Lei non solo non lo respinge, ma mostra pure di gradire. Io, al banco, distolgo lo sguardo ma come provo a puntare l’occhio li vedo ancora lì, in quella posa; ci restano una buona decina di minuti, sotto gli sguardi increduli delle persone che entrano ed escono dalla sala colazioni.
2-Altro turno di mattina, coppia matura più o meno sulla cinquantina: lui in jeans ma con giacca e cravatta, quindi una certa eleganza e pure portamento, a parte una non indifferente panzetta fantozziana; lei, abbigliata con gonna sopra il ginocchio, zeppe di venti centimetri e balconcino che ci si potrebbe apparecchiare, si siede…anzi, si stravacca sul divanetto davanti al bancone. Devo distogliere attentamente lo sguardo perché tiene le gambe così aperte che potrei farle una visita ginecologica anche dal bancone. Ma per fortuna altri clienti, che ovviamente osservano con curiosità quella posizione decisamente poco elegante, si avvicinano al bancone per chiedere informazioni.
Lui però decide di mettere in atto la cafonaggine: allarga le gambe in
modo che quelle di lei stiano proprio nel mezzo, poi inizia un balletto col
bacino, con l’inguine all’altezza della sua faccia. Lei mostra di apprezzare
molto, i clienti che sono al bancone prima osservano allibiti, poi voltano le
teste verso di me e si trattengono a stento dal ridere perché sto affondando la
faccia nel palmo della mia mano. Chissà se hanno percepito il mio imbarazzo di
italiano per questi miei “delicatissimi” concittadini.
3-Turno pomeridiano, c’è una coppia su uno dei divanetti al bar. A un certo punto non li vedo più ma percepisco, anche con l’andirivieni di persone fuori e dentro, delle risatine; Presumo che si siano messi su due poltroncine che si trovano lì dietro, non visibili dal bancone.
Poi arriva il silenzio. Un momento strano perché non entra o esce
nessuno. E non sento più neanche loro due.
Faccio una cosa un po' irrituale: decido che è ora del caffè e mi avvio
verso il bar. Faccio comunque del rumore, canticchio un pezzo che ho nella
testa, ci metto qualche secondo in più camminando con una certa flemma.
Non guardo direttamente loro, ma posso osservarli con la coda dell’occhio:
lei è inclinata su di lui, con il mento sulla sua spalla, lui è praticamente
disteso sulla poltrona e ha il giubbotto sopra il bacino ma non ci vuole molto
a capire che ha i pantaloni slacciati.
Stavo seriamente per dirgli «Che diamine, avete la vostra camera, andate
su!»
A me piacciono le coppie che si tengono per mano e si danno bacini, qualsiasi sia il loro sesso. Ma si ponessero dei limiti, perbaccolina!