Il turismo è viaggiare.
Il turismo è scoprire.
Il turismo è godere, veramente, di quel che ci circonda. Perché
quando si è nel posto in cui si vive, non si ha mai il tempo di soffermarsi a
vedere. E si lascia scorrere tutto via, come acqua sulla pelle. E non si realizza,
non si comprende, non si gode, delle bellezze create dai nostri avi per noi. Si
corre, si lavora, ci si muove di qua e di là senza fermarsi un momento.
Produci, consuma, crepa, cantava un tizio quando era ancora sano di mente.
Sempre che lo sia mai stato. Io sono vent’anni che non vado agli Uffizi. E non
è solo per il tempo che manca. E’ anche che mi rode dover pagare una fispola
per entrare in un luogo che, a noi residenti a Firenze, dovrebbe essere
gratuito. Se non sempre, almeno in bassa stagione. Vabbè, funziona così. Poi,
come dicono in quel film, i romani mi sembrano insopportabili ed i migliori
abitanti di Roma
sono i turisti. Possibile, chissà. Ma tanto io sto a Firenze.
Immaginate di essere in una casa colonica inglese del Norfolk.
Una di quelle enormi, con dozzine di stanze. E di essere nella metà dell’ottocento
(a meno che non abbiate una DeLorean che viaggia ad 88 miglia orarie, usate molta
immaginazione). E che, dentro, vi siano due anziani inglesi; al lume di una
flebile luce a gas (le residenze inglesi andavano a fuoco con la facilità di un
cerino), lui fuma la pipa e lei lavora d’uncinetto. Ma ad un certo punto, da
sotto la sua cuffietta vittoriana, lei sospira e rompe il silenzio così:
-‘un tu mi porti mai fori-
Lui sposta lo sguardo su di lei ed alza un sopracciglio:
-Icchè t’ha detto? (traduzione libera di “I beg you pardon,
darling?”)-
-O ‘un fa finta di nulla. Si sta sempre chiusi qui dentro.
Mai uno svago, mai una gita fuori porta…-
-T’ho portato a vede’ i’palazzo di cristallo, o icchè tu voi
ancora?-
-E’ stato 7 anni fa!-
-‘un tu se’ mai ‘ontenta!-
-Te tu parli bene, te t’ha viaggiato, da giovane, per i’mondo!-
-Dovevo ammazzà francesi, ‘unnè che abbia avuto i’tempo di
vedere granchè! Arruolati e girerai i’mondo, mi dicevano. Ma ‘ndove!-
-Appunto, sarebbe i’caso di andare a vedere un po' di ‘ose,
no? Pure nostro figlio è in India-
-Lui è ad ammazzare gli indiani, per la gloria della ‘orona
e dell’Inghilterra!-
-I’mi’bimbo che ammazza, ‘un ci voglio pensa’!-
-Ma insomma, si po' sapere indo’ tu voi andare?-
…..
-Mbè? Ora ‘un tu dici più niente?-
-Voglio….-
-Si, cosa? Parla donna!-
-Voglio andà in Italia!-
-In Italia? Tra quei briganti?-
-Il nostro più grande poeta ha scritto capolavori d’amore,
su di loro!-
-Bella roba, si! Una storia d’amore di 3 giorni e moian
tutti! E magari voi pure andà sotto al terrazzino dove s’affacciava la bella!-
-Eh, magari….-
-Voi andà in Italia per vedè un terrazzo. A me tu mi pari
bischera-
-Ma è per quello che rappresenta! E poi dell’Italia ne
parlan tutti bene….-
-Ma chi ne parla bene? Chi?-
-Beh… lui, ad esempio-
-Libri? Tu leggi?-
-Vedi che ‘un tu sa nulla di me? ‘un t’accorgi neanche che
io leggo. ‘un tu mi voi bene per nulla!-
-Ma io ti voglio bene, darling. ‘un me l’aspettavo, ecco…. Fammi
vedè…. Goethe! Un prussiano! Tu leggi un prussiano! Io non mi fido, dei
prussiani! Glielo dicevo anche a Wellington, laggiù in Belgio. ‘un ci fidiamo
troppo, di questi. Prima o poi ci s’avrà da combatterci ‘ontro!-
-V’hanno sarvato i’culo!-
-Ma ‘ndove! Si vinceva uguale!-
-Insomma, io voglio andà in Italia. Voglio vedere i monumenti
di’Rinascimento. Degli antichi romani. Voglio vedè la storia, l’arte… pure i
nostri vicini, gli Stibbert, ci sono andati. E te nulla…. Sigh sigh-
-‘No, ‘un piange, darling. Ti ci porto, via. Domani si
parte, si cerca una ‘arrozza della Ryanhorse e si va-
-Davvero? O caro, ti voglio così bene, fatti abbraccià!-
-Ma certo, amore mio. E…. andiamo su in camera mia?-
-Ora ‘unn’esagerà. Siamo ingresi, rihordatelo!-
-Eh…. T’hai ragione, ‘ome sempre. Vabbene, via-
E così i nostri due inglesi partirono. E dettero vita a
quell’incredibile movimento di massa che è il turismo. E permette a noi
albergatori di vivere.
Firenze, 2016. Semplice semplice.
I propropro nipoti della coppia scendono per il check-out.
Felici del soggiorno in albergo, lieti di aver visitato Firenze ed i suoi
immortali, meravigliosi monumenti, ci lasciano questo regalo.
Viaggiate e scoprite, gente. Più che potete. E se capitano
piccoli problemi, durante il soggiorno, ricordate quel che mi dissero degli
americani, pochi giorni fa: “It’s part of the adventure”.
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