Le mance fanno piacere, certo, non lo nego; lungi da me dire il contrario. Ma non sono il fattore più importante. In un lavoro come questo, conta la soddisfazione del cliente. Conta il piacere del turista nella sua esperienza di viaggio. Conta la sua rilassatezza e felicità. Conta il suo piacere ed apprezzamento dell'arte a Firenze, possibilmente con Stendhal fuori dai 3 passi. Se trovi clienti che pongono queste condizioni prima del wifi, della condizione della camera e/o del tempo atmosferico, questo impiego diventa veramente il più bello del mondo.
Belli, vestiti eleganti, sorridenti. Lui sembra appena uscito dalla city, aver preso il cellulare ed averlo lanciato nel Tamigi perché “ok, ci risentiamo tra due settimane. Ora sono in vacanza. Fuck tutto il resto”. Lei sembra reduce da un party della borghesia inglese all’ippodromo, tornata a casa con troppo alcool in corpo e vestitasi con i primi abiti trovati nell’armadio. Quello della figlia.
Mi piace immaginarmeli, negli ’80, vestiti da punk a girovagare per locali londinesi ad assordarsi di Sex Pistols or altri gruppi del genere, mentre la signora di ferro sbatacchiava, in egual misura, minatori gallesi e militari argentini. Ma come canta giustamente Ligabue “Nasci da incendiario e muori da pompiere”, e sono cambiati anche loro. Ora sono qui a Firenze, e per prima cosa si presentano e mi stringono la mano.
E non gli interessa il wifi.
Me ne capitano una al mese, di coppie così. Ma sono le uniche che contano.
Prima ancora di cominciare il check-in, non posso non porgli la domanda fatidica:
“Leave or remain?”
Come se, invece di aprirlo, avessi strappato il vaso alla Pandora e l’avessi frantumato a martellate. Una sequela di insulti verso Cameron, Johnson e soprattutto Farrage che sembrava un qualsiasi tifoso Viola che impreca verso i difensori di colei-che-non-può-essere-nominata. “Siamo in Europa, dobbiamo sentirci un solo paese, ma che ca**o gli è preso, ai nostri concittadini? Io non li capisco!”
Gongolavo come quando, da bimbo, mi regalarono i primi soldatini Atlantic. Meravigliosi, semplicemente.
Tutto qui. Una breve storia felice. Felici loro di essere a Firenze, felice io di accoglierli dove lavoro. Cosa chiedere di più?
Ah no, aspetta. Dimenticavo la parte migliore.
Qualche giorno dopo. Non sono al bancone, ma nel retro, ufficio prenotazioni e distribuzione mail a chiunque ne voglia una (“Cerchiamo una matrimoniale, siamo due adulti ed una bambina di 17 anni” “Il costo di una tripla è …. €” non risponderanno). Mi assento un momento per impellenti bisogni fisiologici. Pochi secondi. Mentre sono impegnato nel lavaggio mani al lavello sento, fuori dalla porta, voci in inglese.
“Non lo vedo. Aveva detto che era qui”
Esco, e mi trovo lui, con il suo sorriso davanti. E si gira e chiama la moglie “E’ qui, l’ho trovato” E poi mi prende la mano, la stritola con quadrupla frattura del metacarpo e “Noi siamo in partenza, volevo dirle ancora grazie. Il suo collega aveva detto che era in ufficio, ma non la trovavamo”
“Bagno. Bisogni impellenti”
“Giusto, quando scappa, scappa”
E poi siamo stati un quarto d’ora a chiacchierare di Firenze e del resto della Toscana che avevano visitato. E mi hanno promesso che torneranno qui perché “una professionalità come la vostra non l’abbiamo trovata in nessun altro posto del mondo”. E se mi sono venuti a cercare anche in bagno, dev’esserci un fondo di verità.
Ed anche se non ci hanno lasciato la mancia, penso che, a parte quando sono la versione con i guanti, come portiere non devo poi essere così scarso.
Anche se poi, per ritrovare clienti così, mi toccherà aspettare un altro mese. Almeno.
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