venerdì 7 ottobre 2016

Adoro scrivere, mi dà un piacere personale enorme, una soddisfazione unica ed impagabile, una piccola e modesta passione che va al di là del numero di "mi piace" sui post o sulla pagina. Lo farò comunque, anche se non mi dovesse leggere più nessuno.

Ma non voglio che diventi un'ossessione. Non può e non deve esserlo.

Perciò scrivo con parsimonia, quando ho tempo e voglia, spesso rivedendo e correggendo storie ed esperienze varie. In effetti ne ho già una mezza dozzina pronte, che ogni tanto rileggo (e puntualmente, dalla testa, spunta fuori un "Ma che troiaio! Che schifezza") e correggo; e senza contare tutto quel che devo ancora buttare giù. Perchè ne ho ancora tante, di storie da scrivere.

Solo che poi capitano fatti, cose, persone, eventi, che ti fanno mollare tutto e realizzare un'altra storia subito, furiosamente, ed accantonare momentaneamente le altre. Perchè non posso tenerla nascosta, manco si stia parlando di una rivista scandalistica che parla dell'ultima coppia scoppiata e deve uscire subito con l'edizione straordinaria di Angelina che dà il benservito a Brad. La devo dire immediatamente, di getto.

Domenica.

Farsi una domenica mattina di partenze con Uragano Kathrina è come essere sposati con il professor Raniero Cotti Borroni: un patema continuo, un'ossessione totale e definitiva. E' un'ottima lavoratice, sia perchè è davvero brava e sia perchè la adoro quando parla in russo o tedesco, ma ha questo amore indissoluto per la parola che psicologicamente, per noi che la affianchiamo, ha del devastante.

Perciò, verso le 12, quando scende un cliente a chiedere un tè verde, colgo l'occasione per sganciarmi da lei e filare al bar.

Il tipo in questione è un mediorientale giovane, con barba incolta di un 3-4 giorni ed espressione sofferente. Un'oretta prima era sceso e, in pieno marasma da check-out, aveva chiesto dove poteva trovare una farmacia aperta. Sembrava veramente avere problemi fisici. Poi era rientrato. E dopo era risceso dalla camera chiedendomi questo tè verde per vedere se gli passava il forte mal di stomaco che affermava provare.

Non sono uno che si fa dubbi. Se mi dicono una cosa, penso istintivamente sia vera. Perchè sono una persona sostanzialmente onesta e dò un pò troppo per scontato che lo siano anche gli altri, perchè non mi faccio paranoie e perchè sono anche un discreto bischero. Ma se uno afferma di non stare bene, di solito è così ed un tè glielo offro volentieri, anche se più che un tè verde sarebbe meglio acqua calda con limone. Ma lui vuole il verde. Ok, eccolo, non glielo metto neanche in conto, e glielo dico chiaramente. Si gioca la carta della solidarietà e si aiuta il prossimo, così il cliente si sente assistito ed apprezza. E poi una persona, anche uno sconosciuto portiere d'albergo come ero io per costui, che aiuta e mostra compassione, è un effetto placebo formidabile.

Ma come dico sempre: uno non è mai preparato. Non se lo aspetta. Anche un portiere come me, che ne sente e vede tante, ogni giorno da anni.

Perchè lui si lamenta dei dolori di stomaco e del fatto che alla farmacia di SMN non gli hanno dato le medicine che voleva, e perciò mi chiede così, come se fosse la cosa più normale del mondo ed io un esperto di farmacistica:

-Lei non sa dove posso trovare del Cialis?-

....

E mi guarda. E si stupisce del fatto che ricambio lo sguardo a bocca aperta, senza emettere fiato. E mi ripete la domanda. Ed a quel punto balbetto, non sicuro di aver capito il suo non perfetto inglese:

-Ci-Cialis?-

-Si, Cialis... sa, una medicina come il Viagra...-

-Ah.. eh... ok... no, non so proprio dove lo vendono-

Ed appare molto deluso. Ma a quel punto non posso non chiederglielo:

-Il Cialis serve contro il mal di stomaco?-

-Si, si può usare anche per quello-

-Ah.... non lo sapevo. Comunque per quel tipo di farmaco deve avere la prescrizione medica-

Dopo di che gli indico sulla piantina la posizione del pronto soccorso di Santa Maria Nuova per poi lo smollarlo lì al bar e filare in ufficio a sbrigare pratiche, ma per niente convinto della sua risposta.

La sera a casa, seduto sul divano con moglie accanto, gli racconto la storia (ci raccontiamo un sacco di cose, sul divano. Siamo dei pettegoli di prima grandezza), e lei, ovviamente, resta a bocca aperta:

-Ma il Cialis è un vasodilatatore, non penso che sia indicato per il mal di stomaco!-

Perciò le possibili conclusioni a cui sono giunto sono le seguenti:

A-fingeva il mal di stomaco perchè troppo timido per dire che ha un problema erettile (il che è un problema, sia la timidezza che ... il resto);

B-fingeva il mal di stomaco perchè troppo timido per dire che ha una forte ansia da "prestazione" (il che è un problema ben più grave);

C-aveva davvero mal di stomaco e seriamente convinto che il Cialis lo curi (il che non è un problema grave. E' un problema SERIO).
 
Ma qualsiasi sia la risposta, spero abbia capito che un portiere, anche desiderandolo con tutte le sue forze, non potrà mai essere un farmacista. E con tutto il mio massimo rispetto per i farmacisti e la loro nobilissima professione.

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