Il sergente Hartmann di Novoli.
Ancora in zona arancione, decido di fare una passeggiata verso le Cascine.
In cuffia, "Ai ai ai ai where do we go now...."
Where do I go, dove sto andando? Tenendo bene la distanza da tutti quelli che incrocio e con le mie due mascherine indosso, arrivo all'Indiano e torno indietro dall'altra parte del Mugnone, passando vicino al centro ippico e poi dietro via Baracca.
Lì ci sono dei campi dello sport preferito dai maschi italici : la palla rotolante.
E mentre passeggio lì vicino, sotto al sole ormai primaverile, godendomi momenti di solitudine, gran rock in cuffia e paziente -parecchia- attesa del bonifico della cig e dell'antidoto al veleno, sento delle urla belluine provenire dai campi. Che quasi sovrasta la musica.
Vedo questo tipo, alto si e no 1 metro e mezzo e gonfio di muscoli che neanche Jason Stahtam. Lo ribattezzo, istintivamente, Mastro Lindo. Giusto per dare l'idea.
Premo il bottone per fermare la musica, e immediatamente mi arrivano, nelle orecchie, una serie di sacramentazioni che mi dicono che lì, ora, è stato definitivamente dichiarato finito il cristianesimo e aperta una nuova religione basata su un misto di satanismo, paganesimo e adorazione di Ctuhulu. E che è meglio non riportare.
"VOI DOVETE VENIRE IN ORARIO, CAPITO CA**O? DOVETE RISPETTARE L'ORARIO DI ALLENAMENTO! SE SI COMINCIA ALLE 4, VOI ALLE 3 E MEZZO SIETE QUI!! E ALLE 4 SI COMINCIA AD ALLENARSI! IVAN, MUSTAFA', CHE CA**O AVETE DA RIDERE? EH? NON C'E'UN CA**O DA RIDERE!!!"
Ivan e Mustafà, ovviamente due ragazzetti con i colori della pelle totalmente diversi, vengono ca**iati di brutto. E così tutti gli altri. In silenzio, sotto i riproveri di Mastro Lindo, i ragazzi si dispongono lungo la linea di fondo, si siedono, incrociano le gambe e alzano le mani in alto. Quando il mister ha finito di urlare prende il fischietto e al segnale i ragazzetti scattano in piedi e corrono dall'altra parte del campo.
Però, malgrado l'ira dell'allenatore, è bello tutto ciò. Cioè, non per i ragazzetti, ma per il mio ricordo. Mi riporta a quando ero io, di quell'età, a correre su e giù per il campo alla disperata ricerca di un pallone che non sapevo proprio trattare bene -non avevo ancora scoperto la mia "final destination", la vocazione a stare tra i pali- ma c'era comunque la passione dello stare in gruppo e del condividere l'amore per il gioco del calcio.
Finita la zona rossa, voglio ripassare di lì, per vedere se Ivan e Mustafà, che ormai ho ribattezzato Joker e Biancaneve, faranno ancora arrabbiare Mastro Lindo.
Forza ragazzi, non mollate. Credeteci. Sognate. Come sognavo io alla vostra età di avere un giorno il 10 di Antognoni, che compie gli anni oggi. E pazienza se sono rimasto a livello amatoriale. Avevo comunque la possibilità.
E non è poco.
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