giovedì 19 dicembre 2024

Ci sono eventi, momenti, piccoli fatti, che proprio non riesco a descrivere. A ricamarci sopra una storia, magari con qualche metafora particolare, come piace a me. Proprio non ce la faccio.

Sono de Roma, lui qualche anno in più di me, lei quasi venti più giovane. Rientrano alle quattro dopo che lui gli ha dato, parole di lei "na pizza in faccia". Io basito, incapace di proferire verbo. Lei ridacchia, attende che lui salga in ascensore, poi prende la via delle scale e inizia a singhiozzare.

Poco dopo lei scende, con la sua roba e lasciando numerose lacrime dietro di sé, come i sassolini di Pollicino. Si scusa della situazione. Lei, si scusa.

Neanche ora riesco a descrivere i miei sentimenti. Mi sentivo addosso una pena enorme. Cosa posso fare io, portiere notturno, in un caso del genere? 

Le ho chiamato un taxi ed è andata. Ma prima ha fatto in tempo a mettermi una mano sul petto, intuendo la mia impotenza di fronte a tale dramma privato. Ha trovato la forza di dare un piccolo segnale di consolazione a uno sconosciuto. Ne avrebbe bisogno lei, invece lo ha dato a me.

Mi dispiace, ragazza. Ti auguro con tutto me stesso di ritrovare la serenità.

Non posso fare altro.

venerdì 13 dicembre 2024

Un portiere d’albergo che si dica tale non può non temere una delle richieste più deleterie. Quella che proprio ti lascia senza parole, incapace di dare una risposta adeguata.

A mezzanotte e mezza entra una telefonata da un interno. Rispondo, come sempre, con una voce squillante e decisa (buonasera, qui il ricevimento, come posso aiutarla?) e sento, dall’altro capo, una voce maschile in inglese stentato.

«Buonasera. Abbiamo un problema»

«Vediamo se possiamo risolverlo. Mi dica»

«Non funziona l’aria condizionata»

«L’a—l’aria condizionata?»

«Si, esatto. Non fa»

«Ehm… signore, siamo a novembre. L’aria condizionata, in questo periodo, è spenta. Abbiamo solo il riscaldamento»

«Ah… quindi non ce l’avete?»

«Viene riaccesa in Aprile, mi spiace»

«Capisco. Arrivederci»

Riattacco. Ma ho la forte impressione che le cose non siano così semplici. Il tempo di far passare pochi secondi che arriva una seconda telefonata. Sempre dalla stessa camera. E stavolta la voce, benché sempre in un inglese stentato, è femminile. Che non mi dà neanche il tempo di rispondere

«Io voglio l’aria condizionata! PRETENDO l’aria condizionata!»

Ecco, questa è una di quelle richieste a cui proprio, noi portieri, non sappiamo come rispondere.

«Ehm… signora, capisco il suo disappunto, ma come stavo dicendo a suo marito, in questo periodo non l’abbiamo, è spenta in tutto l’albergo»

«Tutto ciò è INACCETTABILE!»

«Posso fare è farle portare su un ventilatore»

«Non capisco!»

«Un ventilatore, per avere fresco, un… aspetti un momento» penso che potrei provare a cercare, su un traduttore in rete, come si chiama un ventilatore nella lingua della signora, visto che non comprende il termine in inglese “fan”. Poi decido che la cosa migliore è chiamare il mio collega e farglielo portare su. Comunico alla cliente che provvediamo a risolvere il problema. Lei grugnisce e riattacca.

Dopo una decina di minuti il facchino -che io ho soprannominato Massimo Decimo Meridio perché conosce tutte le battute del film- riscende in portineria. Allarga sconsolato le braccia, ma ha l’espressione del conte Vlad quando deve impalare i turchi:

«Io no capisco, questa no capisce un ca**o! Lei dice che ha caldo ma io detto “apri finestra” e suo ragazzo andato per aprire e lei urlato “no, io voglio aria condizionata”. Ma vaffan***o! Tu apre e vede che dopo pochi minuti chiude perché freddo!»

«Ci vuole tanta pazienza»

«Pazienza deve avere lui, con quella»

«Ma alla fine gli hai lasciato il ventilatore?»

«Si, ma non acceso perché alla fine lui andato finestra e aperto!»

Alle 7, all’arrivo di Paul Giamatti, il collega per il cambio turno -io, ai miei colleghi, dò soprannomi di attori o personaggi di manga- mi dice che «In teoria avrebbe ragione, dovremmo fornirla, come servizio»

Nella pratica però concordava che, visto che siamo in un periodo decisamente freddo, basta aprire la finestra per qualche minuto ed ecco che anche la temperatura delle camere diventa gradevole.

Però la richiesta dell’aria condizionata in inverno, solo perché si paga e quindi “si vuole il servizio” la trovo un tantino insensata.