L’Asia
si divide in due categorie:
-Il
Giappone;
-tutto
il resto.
Superfluo
aggiungere che le note dolenti arrivano quasi sempre da “tutto il
resto”.
1.Due
ragazze cinesi. Sono in partenza ma escono la mattina. E si portano
via la chiave.
Ora,
che si portino via la chiave non va bene. La chiave va sempre
lasciata al bancone. Ma capita. Lavoriamo in un porto di mare, è
tutto un viavai di persone, e qualcuno ci scappa. In ogni caso la
partenza è alle 12.00, e c’è tutto il tempo per farsi un altro
giro in città. Firenze è Firenze, quando mai ricapita di
passeggiare in questo glorioso centro storico?
Solo
che, per le 12, queste due non sono ancora rientrate.
Si
arriva al cambio turno, le 15, ed ancora niente.
Il
facchino viene mandato a controllare la camera. Magari il bagaglio è
stato preparato, cosicchè lui possa almeno portare giù due valigie
che sicuramente hanno il peso complessivo di uno Jagdpanther.
Invece
no. Le loro cose sono tutte sparse per la camera.
Morte
e dannazione!
Si
ricontrolla la pratica: tutto ok, partenza prevista in data odierna.
Tutto pagato tranne la tassa di soggiorno.
Ora,
uno pensa: magari sono così svagate che hanno dimenticato che la
partenza è oggi. Succede più spesso di quanto uno non immagini. I
turisti sono in vacanza. I giorni passano leggiadri tra un museo e
l’altro e non ci si rende più conto delle date. Sono tutte
domeniche. Per chi non lavora di domenica, ovvio. Il problema è che
la camera serve, e va liberata. Perciò il facchino deve portare giù
tutto. Riempie vari sacchetti, chiude le valigie e mette tutto in
deposito. Questa cosa è sempre una scocciatura, perché se il
cliente se ne esce che gli manca qualcosa, viene direttamente da noi,
che nella sua roba ci abbiamo messo le mani. Per questo invitiamo
tutti a preparare il bagaglio.
Maurizio,
collega del pomeriggio, viene adeguatamente istruito alla bisogna.
Occhio a due tipe cinesi che potrebbero voler salire in camera a metà
pomeriggio. Gli va detto che non sono più qui da noi. Devono dare la
chiave, pagare la tassa e fare come i’Baglioni.
Maurizio,
in queste cose, è sempre molto attento. Come un moderno Giovannino
Minoli, il Mauri sta vigile e guardingo, e quando, verso le 19, due
ragazze dagli inconfondibili lineamenti asiatici gli sfilano davanti
al bancone in direzione ascensore, le blocca subito:
-Excuse
me, where are you going?-
E
queste due, con tutta la tranquillità di questo mondo:
-Room.
Check-out-
Ah.
Allora
non eri svagata, ma proprio convinta che la camera fosse tua tutto il
giorno! E l’orario del check-out? Forse che in Cina ci si può
tenere una camera fino alle 24 del giorno della partenza?
E’
chiaro che queste si facevano i comodi loro. Alla faccia delle regole
e del resto del mondo.
Ovviamente
Maurizio nega loro la possibilità di salire su. Anche perché la
camera era rivenduta per quel giorno. Se il cliente arrivava prima
che tu te ne andassi? Lo facevamo aspettare mentre la signorie
vostre, concubine reali, non decidevate, graziosamente, di liberare
la magione?
Il
Mauri si fa dare la chiave, le fa pagare e gli dà il bagaglio. Non
protestano neanche. Prendono la loro roba, la suddividono (perché il
facchino non poteva certo sapere di chi era ogni oggetto presente) e
si piazzano nella hall, con le valigia aperte, a ficcare tutto
dentro. A scambiarsi mutandine da un sacchetto di plastica perchè
queste sono mie e queste sono tue. Poi, finalmente, chiudono e se ne
vanno.
2.Coppia
indiana. All’albergo dove lavora mia moglie.
La
signora scende quando c’è la Viviana, e chiede dell’acqua calda.
La
Vivi riempie una teiera e gliela porge. Se è solo acqua calda, non
la facciamo pagare.
Poi
l’indiana chiede tazzine. Ok tazzine. Poi dello zucchero. E
prenditi anche lo zucchero. Ma poi chiede anche una bustina di tè.
E
la Vivi, ovviamente, le comunica che questa deve pagarla.
E
l’indiana, come altrettanto ovvio, fa l’indiana: Oh! Isn’t
free?
Ma
certo che non è free!
Al
che la signora, anche un po’ risentita, prende solo la teiera,
tazzine e zucchero.
Ma
la Vivi riferisce la cosa alla sua collega Sara, alias mia moglie. La
Sara è furba, non la si frega facilmente. Non ci riesce l’italiano
che l’ha sposata, per quanto sia il tipo che è, figuriamoci
un’indiana.
E
puntualmente la tipa scende quando è in turno lei, lo stesso
pomeriggio. E chiede le stesse cose. E la Sara gliele dà, ma con la
notizia che acqua calda, tazze e zucchero ok, sono free, ma la
bustina di tè no, va pagata.
Chiaramente
la cliente rifiuta la bustina ed afferra tutto il resto.
ps.
mia moglie riferì della furbetta anche alla collega Cecile. Non
sappiamo se l'indiana ha provato il giochetto anche con lei, ma è
probabile di si. Ed altrettanto probabile che la Cecile l'abbia
rimbalzata allo stesso modo.
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