Non ce la possiamo fare. Noi banconisti, o portieri, che dir si voglia, spesso e malvolentieri, non ce la possiamo proprio fare.
Tralasciamo il fatto che, dall'età, diresti che questi due, nel loro paese, non ci sono nati; ci sono arrivati migrando su una barca di legno traballante ed insicura dal nome poetico di “Mayflower”. Ed abbiano deciso di spostarsi a giro per l'Europa con la stessa quantità di bagaglio della IV armata.
Tralasciamo il fatto che a signora si lamenti che la camera non è pronta alle 9 del mattino. Alle 9 del mattino nella camera a te assegnata due ragazzi giovani stanno facendo quel che facevate tu e tuo marito un paio di secoli fa, quindi è meglio che ti rassegni a lasciare i bagagli ed attendere pazientemente, visto che il check-out è alle 12.
Tralasciamo il fatto che la signora se ne stia un'ora al bancone a chiedere informazioni a raffica continua. Noi dobbiamo lavorare, com'è che i clienti non capiscono che non ci possono sequestrare a loro uso e consumo? Noi diamo tutte le informazioni che chiedono, ma ci sono altre persone, da servire. Non siete soli al mondo, cari clienti.
Tralasciamo il fatto che la signora chieda di cambiare camera perchè non le piace, e poi ancora perchè in quella nuova ci si arriva facendo uno scalino ed il marito beccheggia a dritta e babordo con un bastone che doveva essere quello del capitano del Mayflower. E poi ancora perchè il bagno è piccolo. E poi ancora. E visiti 4 camere, prima di decidersi. Roba che uno preferirebbe avere in "casa" Scanzi ed il Volo.
Tralasciamo il fatto che lei cerchi in tutti i modi di trovare un tour per le 5 terre. Signora, le riferisce la banconista aka mia moglie, io provo, ma sono tutti già pieni, per partire domani. E poi è sicura che vuole andare laggiù? Certo, è bellissimo, sono posti meravigliosi, ma suo marito, con il bastone e l'andatura caracollante di chi sembra che stia per franare a terra da un momento all'altro, non ci sembra tanto indicato per muoversi in villaggi costruiti in tempi nei quali le leggi sulle barriere architettoniche erano totalmente sconosciute.
Tralasciamo il fatto che si trovi il tour, e la mattina alla partenza costoro scendano dalla camera tardissimo, con quelli del tour che chiamano inferociti in albergo che aspettano solo loro e tengono in ritardo tutto il pullman, prima che la signora, con le mani appoggiate al bancone per avere ulteriori informazioni inutili tipo "ma davvero questo palazzo ha 600 anni?" si decida finalmente a chiedere un taxi che li porti lì. E tralasciamo il fatto che si sia portata dietro la tazza del cappuccino e la lasci sul bancone, e che toccherà alla banconista prenderla e riportarla al luogo d'origine, cioè la sala colazioni.
Tralasciamo tutto questo ed altro ancora.
Il punto è che non si è mai preparati ad un lui che, seduto sul bracciolo di una poltrona della hall, con le braccia ciondoloni e senza vita, distrutto da una fatica atavica e con la pazienza ormai a defcon 1, costui, dicevo, al milionesimo gesto di lei che indica col ditino di seguirlo, decida che ne ha abbastanza di fare il cagnolino al guinzaglio e che quello, proprio quello e nessun altro in precedenza, è il momento della ribellione, di alzare la testa, di lottare per i suoi diritti, novello Che che combatte la dittatura, Von Stauffenberg che tradisce il fuhrer, Bruto che accoltella Cesare, ed attui il suo personale 18 Brumaio uscendosene con queste testuali, incredibili, pazzesche parole:
“Where are you fuckin' going?”
Ripeto: non ce la possiamo fare.
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